Due mamme per due gemelli: ad Arezzo inizia la battaglia legale per la doppia genitorialità

La coppia di donne di Anghiari in aula per vedersi riconosciuto il diritto di essere madri, insieme, dei bambini nati cinque mesi fa grazie alla fecondazione assistita in Spagna

di REDAZIONE
3 novembre 2022
Due mamme per due gemelli

Due mamme per due gemelli

Due mamme per due gemelli. Nulla di male, al giorno d'oggi, in cui le famiglie, come tante volte abbiamo raccontato anche su Luce!, non sono più solo quelle formate da una madre e un padre. E anche il valore di una famiglia non si può più valutare soltanto in base al sesso dei genitori; ma se questo condiziona il riconoscimento legale dei figli allora le cose cambiano. Per questo la coppia di donne, rispettivamente di 36 e 38 anni, che si è 'sposata' ad Anghiari (Arezzo) un anno fa - tramite unione civile -, questa mattina, 3 novembre 2022, si è presentata davanti ai giudici Lucia Faltoni, Alessia Caprio e Cristina Colombo del tribunale di Arezzo, per la prima udienza del processo in cui chiedono di vedersi riconosciuta la duplice maternità. In effetti una delle due donne ha concepito i gemellini (nati cinque mesi fa) con la fecondazione assistita in Spagna, e l’altra li ha partoriti all’ospedale San Donato di Arezzo. La loro battaglia perché il diritto a essere genitori insieme venga effettivamente rispettato è già iniziata da tempo, ma oggi si copie il primo passo perché sia certificato (speriamo) anche legalmente. Ma dovranno 'battere' in tribunale un'opposizione composta dal ministero dell’Interno, tramite l’Avvocatura dello Stato, e dal Comune di Anghiari che, in base alla legge, ha dovuto respingere la richiesta di doppia registrazione all’ufficio anagrafe. In aula era presente anche il primo cittadino di Anghiari, Alessandro Polcri, che le ha sposate un anno fa e che ha preso posizione a loro favore nei mesi scorsi.
Il sindaco di Anghiari Alessandro Polcri

Il sindaco di Anghiari Alessandro Polcri

"Ci siamo attenuti in maniera ferrea a una normativa che non può essere interpretata – spiega Polcri alla Nazione –. Diversa, però, è la questione dal punto di vista culturale che, anche dal punto di vista etico, è più che legittimo. Intraprendere un nuovo percorso per arrivare ad una modifica, seppur parziale, di quelle che sono le normative in materia". Per diventare madri le due donne sono andate nell’ottobre dello scorso anno a Barcellona. Il percorso per la procreazione medicalmente assistita è partito con la fecondazione artificiale eterologa praticata a una delle due e, successivamente, per superare possibili problemi di gestazione è proseguito con il trasferimento embrionale dell’ovocita, per motivi di maggiore adattabilità dell’utero dell’altra donna. Le due donne sono difese dall’avvocata Ramona Borri e hanno presentato un’istanza per il riconoscimento di doppia maternità, che sarebbe rivoluzionario per il nostro ordinamento. Il tema è complesso. La Corte costituzionale lo ha ripetuto in diversi pronunciamenti recenti: due donne, che hanno concepito un bimbo all’estero con la fecondazione eterologa, non hanno diritto a essere riconosciute entrambe come mamme dalla legge italiana. O meglio: le norme che lo impediscono non sono contrarie alla Costituzione. Per questo la Consulta ha scritto a chiare lettere che tocca al Parlamento varare una legge su un tema "eticamente sensibile" che dovrebbe essere regolato con la discrezionalità del legislatore.