Endometriosi, 3 milioni di italiane ne soffrono: sintomi, diagnosi e falsi miti

In occasione della ricorrenza mondiale cerchiamo di fare chiarezza su questa malattia invalidante che colpisce molte donne in età fertile, di cui sappiamo ancora poco

di EDOARDO MARTINI
28 marzo 2024

Tre milioni era il numero di donne italiane che l’anno scorso avevano ricevuto la diagnosi di endometriosi. Un numero che nel 2024 sicuramente è destinato ad aumentare, visto che tantissime altre ne soffrono per anni senza sapere l’origine del loro tormento. E oggi 28 marzo, in occasione della ricorrenza mondiale istituita nel 2014, è arrivato il momento di fare luce su una malattia che per molti viene considerata un semplice fastidio. Ma è anche il momento di dire basta a tutte quelle frasi superficiali e offensive, che minimizzano un problema molto serio che può diventare invalidante

Cosa è l’endometriosi

Ma cosa è l’endometriosi? Essa rappresenta una condizione che si sviluppa quando la mucosa che riveste internamente l’utero, chiamata endometrio, si trova al di fuori di quest’ultimo. Può interessare le ragazze già alla prima mestruazione (menarca), durando fino alla menopausa. 

I dolori dell'endometriosi
I dolori dell'endometriosi

I sintomi 

Le donne che soffrono di endometriosi convivono con un dolore pelvico cronico e persistente, che si aggrava durante le mestruazioni. Ma non solo. Fra i sintomi rientrano anche la stanchezza, l’emicrania, una lieve ipertermia, e dolori durante i rapporti sessuali e la defecazione, a volte accompagnati dalla comparsa di sangue nelle urine o nelle feci. In altri casi, in presenza di endometriosi vescicale, i bruciori si manifestano durante la minzione. Questa malattia può portare anche ad una serie di conseguenze da non sottovalutare. Può provocare sub-fertilità o infertilità e può avere un impatto psicologico devastante, portando anche alla depressione.

Come si scopre e come si cura

Ma come si scopre l’endometriosi ed esiste una cura? Per giungere a una diagnosi è necessaria una visita del medico ginecologo con esame delle pelvi e alcuni accertamenti. I più indicati in caso si sospetti l’endometriosi sono l’ecografia pelvica esterna o interna (transvaginale), che consente di controllare la struttura di organi e tessuti, e la laparoscopia, una procedura chirurgica che comporta una piccola incisione all’addome, per individuare impianti di tessuto endometriale e prelevare piccoli campioni per analizzarli (biopsie).

Purtroppo non esiste una cura, ma sono disponibili molte opzioni terapeutiche per trattare i sintomi e risolvere alcuni dei disturbi legati alla patologia. Il medico, a seconda della gravità dei sintomi, può prescrivere farmaci antinfiammatori non steroidei e analgesici per alleviare il dolore. In alcuni casi può essere indicata l’opzione chirurgica, che consiste nell’asportazione del tessuto endometrico esterno all’utero, spesso effettuata con tecnica laparoscopica. Più raramente è necessaria l’asportazione totale dell’utero o delle ovaie.

E’ possibile avere figli con l’endometriosi?

Una delle prime domande che le ragazze e le donne pongono al proprio ginecologo, una volta ricevuta la diagnosi e prima di definire il piano terapeutico, è se potranno avere figli o meno. La risposta è sì. L’endometriosi può ridurre la fertilità, ma avere un figlio è comunque possibile. Quando non vi si riesce in maniera naturale, un aiuto può giungere dalla fecondazione assistita.

Gli organi colpiti

Arriviamo adesso ad analizzare quali organi colpisce questa patologia. Tra questi, c’è lo stomaco dove potremmo avere il cosiddetto dolore pelvico, un dolore che si articola nella parte inferiore del tronco. Questo viene catalogato come acuto, quando ha una durata non superiore a 2 o 3 mesi. Cronico, se persiste per 6 o più mesi.

Poi possiamo avere un forte dolore mestruale detto dismenorrea che non è una condizione fisiologica del ciclo femminile e non bisogna credere che sia la norma. 

Il terzo comprende la dispareunia (dolore nei rapporti sessuali) che non è un fenomeno fisiologico soprattutto quando insorge dopo un periodo nel quale i rapporti sessuali sono stati senza dolore. É un importante sintomo della endometriosi profonda, cioè di quella endometriosi che si annida nel connettivo pelvico in genere intorno all’utero basso o alla vagina o tra vagina e retto o tra vagina e vescica.

Infine troviamo il disagio rettale. Questo consiste in sintomi più o meno frequenti quali il tenesmo rettale (falsa sensazione di dover andare in bagno), fitte nel retto o punture di spillo, difficoltà a stare normalmente seduti o senso di peso posteriore.

La pillola contraccettiva 

L’ultima questione sulla quale vogliamo chiarezza è quella riguardante la pillola contraccettiva. Secondo alcuni studi la somministrazione della pillola per almeno tre anni riduce dell’80% il rischio di recidiva dell’endometrioma (ossia dell’endometriosi a localizzazione ovarica): si tratta quindi di una terapia sintomatica che però ha effetti positivi anche sulla progressione della patologia.