Geremia, studente simbolo della carriera alias: "Unipi più inclusiva con i bagni genderless"

di GABRIELE MASIERO E ILARIA VALLERINI
30 giugno 2022
Inaugurati i bagni genderless all'Università di Pisa

Inaugurati i bagni genderless all'Università di Pisa

Bagni 'genderless', ovvero senza distinzione di genere. Sono 86 quelli attivi dal 29 giugno in tutta l'Università di Pisa, la prima in Toscana e tra le prime in Italia ad adottare questa misura. "Mi auguro che sia solo l'inizio di una serie di cambiamenti e che possa essere di ispirazione per le altre università e scuole", ha commentato Geremia, studente del Liceo scientifico 'Dini' di Pisa, diventato in poco tempo il simbolo della battaglia per l'ottenimento della carriera alias. Nei mesi scorsi aveva chiesto invano la carriera alias alla dirigenza della sua scuola, riuscendo ad ottenerla solo dopo il clamore mediatico sollevato dalla sua intervista a La Nazione.

"Le discriminazioni non hanno diritto alla cittadinanza"

Addio alle distinzioni di genere all'Università di Pisa. Arrivano i bagni ‘genderless’, adottati per superare le categorizzazioni uomo-donna, che identificano il genere, e che possono far sentire a disagio o discriminato chi non si riconosce in quello assegnatogli dalla società. "E' un atto di civiltà per dichiarare in modo fermo il nostro essere un'università aperta, in cui la differenza è una ricchezza e le discriminazioni non hanno diritto alla cittadinanza", dichiara il rettore Paolo Mancarella. Ad entrare nel merito del simbolo utilizzato per i bagni genderless è il delegato del rettore Arturo Marzano: "Riconosciuto a livello internazionale, garantisce uno spazio a chi non si identifica in un genere specifico, a soggetti non binari e a persone transgender, confermando la disponibilità dell'ateneo di rispondere alle esigenze delle proprie componenti, a partire da quella studentesca che ha spinto verso la realizzazione di questa iniziativa, ma anche lo spirito di inclusività e rispetto che ha caratterizzato l’intero mandato rettorale".

Geremia, lo studente simbolo della battaglia per la carriera alias

Nardini: "Una sfida contro l'arretratezza del nostro Paese"

"Una sfida contro l'arretratezza del nostro Paese. Basti pensare agli applausi vergognosi di alcuni parlamentari per aver bloccato il Ddl Zan", chiosa l'assessora della Regione Toscana all'istruzione, università, ricerca e pari opportunità, Alessandra Nardini. "Dall'Università di Pisa parte un messaggio chiaro: all’interno delle istituzioni non c’è spazio per le discriminazioni, ma solo per pratiche volte all'educazione all'uguaglianza. Se in questi anni abbiamo fatto qualche passo avanti- aggiunge  - è anche grazie ai professionisti dell'informazione che hanno portato alla luce casi di discriminazione, come ha fatto recentemente La Nazione' con la vicenda delle carriere alias al Liceo 'Dini', risvegliando l'opinione pubblica e dando voce a Geremia, lo studente che ha visto così riconosciuto un suo diritto".

La cerimonia di inaugurazione dei servizi neutri all'Ateneo pisano

La storia di Geremia

Geremia è un paradigma di ciò che significa il dibattito sull'identità di genere. Nato Giulia, da anni si sente un ragazzo e come tale vuole essere considerato. Non solo dai coetanei (che solidarizzarono immediatamente con lui), ma anche dal mondo degli adulti. In questa battaglia (che dalle pagine di cronaca è approdata in Tv grazie a una puntata del programma Le Iene) è stato sempre sostenuto anche dalla famiglia. Oggi commenta così la scelta dell'ateneo: "Sono contento che l'Università di Pisa abbia, attraverso questo e altri gesti, dimostrato di essere inclusiva verso tutti gli studenti". Certo, perché le carriere alias nell'università pisana sono arrivate nel 2014 e il regolamento che le ha istituite oggi è un modello di riferimento in tutta Italia, perché guarda principalmente al benessere psicofisico dello studente senza pretendere in cambio certificazioni mediche sull'eventuale percorso di transizione. Insomma, riconosce allo studente o alla studentessa ciò che lui/lei chiede di essere, senza aggiungere altre pressioni psicologiche. Aspetti non banali in una vicenda come quella di Geremia, che a luglio diventerà maggiorenne e il prossimo anno conseguirà il diploma: "Sono felice di poter frequentare nei prossimi anni un ateneo aperto e lontano dalle discriminazioni e mi auguro che sia l'inizio di altri cambiamenti". Il richiamo all'esempio. Al modello da seguire. Al coraggio di scegliere prima di altri per indicare una direzione. E' sempre stato questo il mantra di un adolescente che si è visto improvvisamente catapultato in una storia più grande di lui, ma che non ha mai perso lucidità e che, insieme alla famiglia, ha saputo gestire al meglio la pressione mediatica e politica per ottenere il risultato finale: "Per me stesso, certo - disse allora - ma anche per tutti gli altri ragazzi che non hanno trovato il mio stesso coraggio o non hanno avuto la mia stessa fortuna di contare su tanti compagni, amici e familiari che mi hanno sostenuto fin dall'inizio".