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Pride Month, l'amore queer e non binary negli scatti di Sara Lorusso: "Un'emozione"

di ILARIA VALLERINI -
28 giugno 2022
Uno degli scatti di 'Our Generation' di Sara Lorusso

Uno degli scatti di 'Our Generation' di Sara Lorusso

Addio alle classiche categorizzazioni uomo-donna che identificano il genere e che possono far sentire a disagio o discriminato chi non si riconosce in quello assegnatogli dalla società. Ma anche libertà nella sfera affettiva. "Quando tutti potranno mostrarsi per quello che sono e che sentono senza subire discriminazioni, allora solo a quel punto potremo dire di aver raggiunto l'uguaglianza". A dichiararlo è la giovane fotografa bolognese Sara Lorusso che in occasione del Pride Month ha tradotto questo pensiero nella sua esposizione fotografica "Our Generation", curata da Marcella Piccinni, in mostra negli spazi dello Student Hotel di Firenze fino a venerdì 8 luglio (ingresso libero; orario 11-19).  Scatti estremamente evocativi che toccano tematiche quali l'amore all'infuori della sfera eterosessuale e eteronormativa, e quindi riferito alla comunità Lgbtqia+. "Ciò che si eleva negli scatti di Sara Lorusso è un'emozione - commenta la curatrice Piccinni -. L'amore, la delicatezza, l'affetto, l'accoglienza, la gioia, ma anche la malinconia: questo è ciò che colpisce l'occhio del fruitore che non si sforza di risolvere il rebus di quale pronome attribuire ai soggetti fotografati o in quale casella collocare la coppia".

Un'ala della mostra di Sara Lorusso nello Student Hotel a Firenze

Com'è nata la mostra 'Our Generation'? "In occasione del Pride Month ho deciso di legare insieme diversi progetti fotografici sull'amore queer e non binary, ma anche sulla libertà di espressione del singolo, che ho realizzato nel corso del tempo. A partire da 'Love is love', dove ho immortalato i ritratti di coppie queer. 'Protect love and lovers' in cui avevo chiesto a diverse coppie di baciarsi in luoghi pubblici che stessero loro a cuore. E poi 'Our Generation' che ritrae persone queer e no-binary libere di esprimersi attraverso l'abbigliamento, gli accessori e il trucco".

Uno degli scatti di 'Our Generation' di Sara Lorusso

In un certo senso hai chiesto ai tuoi soggetti di mettersi a nudo di fronte all'obiettivo. Hai mai avuto problemi? "Nessun problema.  Le persone o coppie che si sono prestate a farsi fotografare sono state spinte dalla necessità di mostrarsi, perché hanno compreso il grande valore sociale e politico di questi progetti. 'Protect Love and Lovers', per esempio, è nato dalla classica frase: 'va bene tutto, ma basta che lo facciano a casa loro'. L'atto di baciarsi in pubblico, perciò, è diventato il manifesto dell'amore che valica i confini della sfera eteronormativa".

'Love is Love' di Sara Lorusso

'Our Generation' a quale generazione parla? "La generazione che cerco di raccontare è già inserita in un processo di cambiamento, ma con i miei scatti tento di raggiungere soprattutto il pubblico che ne prende le distanze. Mostrare certe immagini è un segnale estremamente importante ed è parte integrante di un processo di sensibilizzazione verso certe tematiche, o piuttosto, di una vera e propria rivoluzione culturale in atto. Anche se il percorso è ancora lungo: basti pensare alle vicende legate all'approvazione del Ddl Zan. L'arte in questo senso può essere un mezzo per educare al rispetto mostrando la realtà da una prospettiva che non tutti ancora hanno accolto".