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18 anni non si dovrebbero avere paure. Soprattutto non si dovrebbe temere di non riuscire a godersi a pieno quella che, per molti, è l'età più bella, il periodo migliore della vita. Eppure per
Giulia, diciottenne romana, la felicità più grande in questo momento è quella di essere
tornata a camminare, scongiurando il rischio di rimanere per sempre
paralizzata. Sui giornali lo chiamano il "miracolo di Giulia", i cui autori sarebbero i medici e il personale sanitario dell'
ospedale San Camillo - Forlanini della Capitale. Ma se il peggio è stato evitato, se la giovane donna ha ricominciato a muovere i primi passi, siamo convinti che una parte del merito vada attribuito anche a lei, a quella forza prepotente che a quell'età è inarrestabile.
L'incidente di aprile
La fortuna è cieca, si dice. Ma quando Giulia è uscita da scuola il 5 aprile scorso, è entrata in auto insieme due suoi amici, si è allacciata diligentemente la cintura sul sedile anteriore, e nonostante le accortezze è stata comunque
vittima di uno schianto con la macchina che arrivava da senso opposto, c'è da pensare che c'abbia visto anche troppo bene. Perché da storia qualsiasi di una studentessa come tante, quella della ragazza si è trasformata in una (quasi tragedia). Rimasta gravemente ferita nel sinistro, è stata portata in ospedale ad Anzio e da qui trasferita d'urgenza al San Camillo-Forlanini, dove i medici hanno immediatamente compreso che la situazione era critica.
Il rischio di paralisi e il "miracolo"
Il rischio aveva un nome ben preciso, guardando la tac:
paralisi. Aveva il fegato spaccato a metà, il pancreas schiacciato e una vertebra le era esplosa nell'impatto. Giulia, subito operata dal dottor Stefano Manfroni, della Uoc Chirurgia Generale e d'Urgenza, ha subito poi una
serie di interventi chirurgici, suddivisi in più giorni ed effettuati con la tecnica del "packing". A prenderla in carica è stata l’equipe multidisciplinare della Uosd Shock e Trauma, diretta dal dottor Emiliano Cingolani.
Giulia è stata sottoposta a una serie di interventi al fegato e alla colonna vertebrale ed è rimasta in coma indotto per 25 giorni
Roberto Faggiani, direttore del reparto di Gastroenterologia, si è occupato invece di ricostruirle le vie biliari del fegato con una protesi. Per procedere senza inconvenienti, scongiurando peggioramenti, la ragazza è stata posta in
coma indotto per 25 giorni, in terapia intensiva monitorata, sempre vegliata dalla mamma Daniela, che le è rimasta accanto praticamente ogni giorno. Quando si è svegliata era il primo maggio scorso; trascorrono altre settimane, poi è tornata sotto i ferri: il neurochirurgo Russo è intervenuto sulla vertebra lombare, ricostruendola e fissandola con delle viti. L'esito dell'operazione è stato quello che ha riacceso le speranza di tutti, medici, infermieri, familiari. Ma soprattutto le sue.
Di nuovo in piedi: "Ho pianto"
Giulia camminerà di nuovo. "La prima volta che
mi sono rimessa in piedi ho pianto!" racconta commossa alla stampa. La sua poteva essere una storia dall'epilogo drammatico, ma il destino, la bravura dell'equipe e la sua grande forza di volontà l'hanno trasformata in qualcosa di diverso, di bellissimo. Giulia ora è tornata a casa. ci vorrà tempo per
tornare alla normalità, per ricominciare a fare ginnastica e a cantare, sue grandi passioni. Ma non c'è fretta. E pensare che in questi giorni avrebbe dovuto affrontare la
maturità: doveva pensare a studiare, a ripetere, avrebbe dovuto essere in pensiero per il voto magari. Lo farà a settembre. Quando ci sarà tempo per ridere e festeggiare, non solo per l'Esame di Stato, ma anche per aver compiuto il "miracolo".