La polizia di Hong Kong ha arrestato una figura di spicco del movimento democratico di Hong Kong, Alexandra Wong, meglio conosciuta come ‘
Mamie Wong’, in occasione del 34esimo anniversario della repressione di piazza
Tiananmen. Wong, prima di essere caricata su un furgone della polizia, camminava con in mano un mazzo fiori nel distretto centrale di Causeway Bay, dove da tempo si tengono fiaccolate in memoria delle vittime di Tiananmen.
Hong Kong, arrestata nonna Wong nell’anniversario di Tiananmen
Hong Kong, l'arresto
La polizia di
Hong Kong, schierata in massa, ha stroncato sul nascere qualsiasi commemorazione dei fatti sanguinosi di
Piazza Tienanmen. La stessa leader della Lega dei socialdemocratic
i Chan Po-ying, una delle ultime attiviste a capo di un gruppo di opposizione risparmiato dalle autorità, è stata portata via con la forza dopo aver tentato di sollevare una piccola candela e due fiori gialli
in ricordo delle vittime del 4 giugno del 1989. Il vero sfregio alle libertà che erano proprie di Hong Kong è stata la fiera di prodotti importati dalla Cina tenuta al Victoria Park, luogo tradizionale delle adunate oceaniche in ricordo della brutale repressione di 34 anni fa degli
studenti che a Pechino chiedevano riforme democratiche: un tempo in serata ci sarebbero state migliaia di candele accese. Quest’anno il parco è stato illuminato a giorno dalle bancarelle di beni made in China, con l’area cordonata da barriere. Tuttavia, malgrado le ondate di arresti delle ultime 24 ore, ciò che è rilevante è che diversi residenti dell’
ex colonia britannica abbiano voluto rischiare ancora pur di celebrare la veglia.
L'immagine simbolo delle proteste di piazza Tienanmen (Charlie Code, 1989)
La polizia l’ha vietata negli ultimi tre anni, citando in successione i timori per la sicurezza pubblica e per la pandemia del
Covid-19, con i funzionari ad ammonire in settimana che partecipare o anche solo promuovere la manifestazione sarebbe stato un atto illegale, perseguibile penalmente. Così, oltre a Chan, in arresto sono finiti Leo Tang, ex leader sindacale (indossava una maglietta con la prima pagina del 1989 degli eventi di Tienanmen del Wen Wei Po, testata pro-Pechino di Hong Kong), e Alexandra Wong (aveva un mazzo di fiori), l’attivista di 67 anni nota come ‘Nonna Wong’, presente alle proteste del 2019 avvolta nella Union Jack, la bandiera nazionale britannica. Ma i segnali di partecipazione sono stati numerosi, traditi dall’abbigliamento all’insegna del nero e del giallo (i colori delle proteste o di Tienanmen), in base a quanto emerso sui social media. Un uomo con in mano un libro intitolato ‘
35 maggio' (mese allungato fino al 4 giugno) è stato arrestato, parte della stretta della polizia che avrebbe colpito una ventina di persone.
La polizia di Hong Kong, schierata in massa, ha stroncato sul nascere qualsiasi commemorazione dei fatti sanguinosi di Piazza Tienanmen
Una donna, prima di essere portata via, ha potuto gridare ‘Alza le candele! Piangete il 4 giugno'. I
consolati di Usa ed Ue hanno acceso candele alle finestre per
solidarietà, d’intesa con altre rappresentanze diplomatiche. Hong Kong era l’unica città cinese in cui era consentito ricordare Tienanmen, in base all’assetto economico, politico e legale semi-autonomo della città (‘un Paese, due sistemì) definito al passaggio della sovranità da Londra a Pechino.
La stretta
Ma la stretta voluta dalla Cina con la legge sulla sicurezza nazionale di giugno 2020, in risposta alle proteste pro-democrazia del 2019, ha ribaltato la situazione. A Taipei invece la gente ha sfidato la pioggia con candele a formare i numeri ‘8964’. La presidente
Tsai Ing-wen, in un post su Facebook sui 34 anni della strage, ha scritto che le persone a Taiwan godono di democrazia e di libertà, esprimendo la speranza "che un giorno anche i giovani amici in Cina possano" goderne. L’isola è sotto la pressione militare e diplomatica di Pechino che la considera parte "inalienabile" del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario. Nella capitale cinese, infine, le misure di sicurezza sono state rafforzate già da giorni. Di commenti ufficiali restano solo quelli di venerdì della portavoce del ministero degli Esteri
Mao Ning: il governo del Paese è "già giunto a una chiara conclusione sull’incidente di Tienanmen. Qualsiasi tentativo di screditare la Cina e di interferire nei suoi affari interni usando questo come scusa è destinato a fallire".