“Si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio” cantava, in un testo mirabile quanto antico, un grande cantautore come Fabrizio De André. E così, la Politica, che si sentiva mordere da una terribile, tremenda, attualità, quella dei femminicidi, scossa – per una volta in sintonia con un intero Paese – dall’omicidio di Giulia Cecchettin, ha deciso di mettere il turbo e di comportarsi come, di solito, non fai mai. In modo celere, compatto, veloce e, per una volta, anche bipartisan. L’Aula del Senato ha approvato all’unanimità con 157 sì il disegno di legge del governo contro la violenza alle donne. È successo oggi pomeriggio, in un battibaleno, anche se in un’aula per lo più deserta, ma solo all’inizio, come vedremo meglio dopo. Si tratta di un testo corposo di 19 articoli, già approvato, ma solo dopo mesi, dall’aula della Camera e, stavolta, l’approvazione bipartisan era davvero d’obbligo.
Cosa prevede, nelle linee generali, il Codice rosso bis
Si tratta di un ddl sul rafforzamento delle misure di contrasto alla violenza sulle donne, principalmente in ambito familiare, quello approvato in via definitiva in Senato. È Il cosiddetto “ddl Roccella”, dal cognome della ministra alla Famiglia proponente, un ‘Codice rosso bis’, che, appunto, era già stato approvato alla Camera a ottobre. Il ddl prevede una stretta mirata soprattutto a rafforzare la cosiddetta ‘prevenzione secondaria’, ovvero la prevenzione della violenza che si scatena dopo che una donna ha denunciato l’uomo violento. Licenziato, all’unanimità, dalla commissione Giustizia, con un barlume di resipiscenza, e nonostante la mancata sede ‘referente’ della commissione, è stato approvato in un battibaleno e senza colpo ferire. Una di quelle cose che, appunto, in Politica non accadono mai. I 19 articoli del testo di legge, che ora attende solo la firma da parte del Capo dello Stato e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, per diventare legge a tutti gli effetti, punta da un lato sulla prevenzione e dall'altro ad assicurare la certezza dei tempi per le misure di tutela delle vittime di violenza, rafforzando e ampliando le norme del primo Codice Rosso. Illustrando le norme, la relatrice Susanna Campione (Fratelli d'Italia) ha rivolto un ringraziamento "a tutte le forze politiche che fin dal primo giorno hanno lavorato insieme e con grande dedizione. Per tutte le forze politiche è una priorità assoluta. In commissione tutti i commissari hanno ribadito l'estrema urgenza che il Parlamento approvi la legge il prima possibile in risposta all'escalation di femminicidi a cui stiamo assistendo". Una confessione, anche un po’ ingenua, di correità: ci muoviamo di gran fretta solo perché ci rendiamo conto che il Mondo crolla… Il testo era stato varato dal Consiglio dei ministri - con le firme dei ministri Roccella, Nordio e Piantedosi - a inizio giugno e approvato in prima lettura alla Camera il 26 ottobre scorso con alcune modifiche. Grazie a un accordo tra i gruppi di maggioranza e quelli di opposizione a Palazzo Madama non sono stati presentati emendamenti. Sono stati esaminati solo alcuni ordini del giorno, tra cui quelli per l'introduzione a scuola di un'ora di educazione per sensibilizzare i più giovani. Il ddl arriva quindi in Aula per il via libera definitivo proprio nel pieno dei giorni drammatici della tragedia di Giulia Cecchettin, uccisa per mano dell'ex fidanzato Filippo Turetta. Anche – anzi, soprattutto - sulla spinta di questo tragico fatto di cronaca, il Parlamento ‘sprinta’ davvero sull'approvazione della legge.La telefonata Meloni-Schlein e il terzo incomodo Conte
Ma, ovviamente, la polemica politica non poteva mancare. Eppure, almeno su questo fronte, sembrava esserci stata una schiarita, almeno per quanto riguarda le due ‘premier dame’ della Politica italiana, Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Tra la presidente del Consiglio e la segretaria del Pd, infatti, ci sono stati molti contatti, negli ultimi giorni e ora, proprio sullo scabroso tema della violenza contro le donne. Secondo fonti Pd, è stata la segretaria dem a chiamare la Presidente del Consiglio “in merito alla possibilità di trovare un terreno comune per far fare un passo avanti al Paese sulla prevenzione della violenza di genere”. Secondo fonti di maggioranza è avvenuto l’opposto. Al netto del ‘chi è arrivato prima’, resta il punto. Nei giorni scorsi, le due leader politiche avevano aderito, prima la Schlein e poi la Meloni, all’accorato appello dell’attrice e regista Paola Cortellesi, che forte del successo al botteghino del suo primo film da regista, “C’è ancora domani”, aveva chiesto di accantonare le differenze ideologiche e di lavorare insieme, come donne, sui diritti delle donne offese. Interpellato sull'interlocuzione Meloni-Schlein, arriva anche la voce del terzo incomodo, peraltro ‘maschio’, il leader del M5s, Giuseppe Conte, che ‘apre’ al dialogo con il governo. La violenza contro le donne – dice Conte - "è una questione che riguarda tutti, non è tema di maggioranza o opposizione. Noi siamo disponibili ad elaborare insieme al governo un pacchetto di misure educative". Belle parole.Aula vuota? Mica tanto, i sì, alla fine, sono 157 su 200…
Tuttavia, ripetiamo, nonostante le (tante, lodevoli), buone intenzioni, l'esame del disegno di legge del governo contro la violenza alle donne si svolge in un'aula di Palazzo Madama semideserta. Quasi vuoti gli scranni sia di maggioranza che di opposizione. Ai banchi del governo è seduta solo la ministra per le Pari Opportunità Roccella. Presenze numerose solo nella tribuna riservata agli ospiti da cui assiste ai lavori una scolaresca di Colle val d'Elsa. A denunciare la scarsa presenza è Susanna Camusso (PD) che sul social ‘X’ posta la foto dell'aula praticamente vuota, ma la ‘denuncia’ della Camusso non rende giustizia al Senato: quando la discussione entra nel vivo, i senatori arrivano. Il provvedimento passa con 157 sì. Manca quasi un senatore su quattro, certo, ma l’Aula non è affatto vuota.L’aula del Senato mentre si discute della legge “disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica” pic.twitter.com/69OLgnLZt2
— Susanna Camusso (@SusannaCamusso) November 22, 2023