Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Iran, le proteste per Mahsa Amini non si fermano. La storia del cantante e della dissidente senza velo

Iran, le proteste per Mahsa Amini non si fermano. La storia del cantante e della dissidente senza velo

Sono oltre 1000 le persone arrestate in Iran. Ad aumentare le proteste la storia del cantante Shervin Hajipour e della dissidente senza velo Donya Rad

Edoardo Martini
14 Ottobre 2022
Proteste in Iran

Proteste in Iran

Share on FacebookShare on Twitter

Sono più di 1000 le persone arrestate in Iran, tra cui 40 giornalisti e alcuni atleti detenuti per interrogatorio. Intanto per le strade iraniane continuano le grida di protesta dei manifestanti dopo la morte di Mahsa Amini.

Niloofar Hamedi’s photo of Mahsa Amini’s parents hugging in the hospital was one of her last posts online before she was arrested days later and her Twitter account listed as suspended.#Mahsa_Amini‌ pic.twitter.com/QpkfaDMNs0

— Negar Mortazavi نگار مرتضوی (@NegarMortazavi) October 12, 2022

La vicenda della giornalista

Sono passate 3 settimane, ma le proteste per la morte di Mahsa Amini, 22enne che era stata arrestata perché non indossava correttamente l’hijab, sembrano non fermarsi più. Tutto “merito” della giornalista Niloofar Hamedi, cronista del quotidiano progressista Shargh, che per prima ha raccontato la vicenda ma di cui, da qualche giorno, non si hanno più notizie. Mahsa dopo essere stata arrestata fu portata in ospedale a causa di un presunto arresto cardiaco dovuto probabilmente alle botte subite in carcere. Proprio in quell’ospedale, la giornalista è riuscita ad intrufolarsi e a scattare delle foto dove si vedevano i genitori delle 22enne mentre si abbracciavano. La cronista ha deciso quindi di pubblicare tutto su Twitter, accendendo la scintilla della furiose proteste in tutto il Paese. Da quel giorno il suo account Twitter è stato sospeso e la giornalista, secondo le ultime informazione rilasciate dal marito, si trova in carcere, sottoposta a quotidiani interrogatori. E chissà cos’altro.

“Per desiderare una vita normale”, il brano che ha portato all’arresto il cantante

Il cantante Shervin Hajipour

Nell’infuriare della ribellione ci sono alcune storie chiave, riportate dalla CNN, che hanno accresciuto l’enfasi dei manifestanti. La prima riguarda il cantante Shervin Hajipour, che ha inciso l’emozionate canzone dal titolo “Baraye”, che in inglese si traduce in “For…”. Il toccante brano di due minuti e mezzo si basa su tweet composti da iraniani che esprimono la loro rabbia e frustrazione per il governo. Hajipour canta tristemente di rimostranze, “per ballare per strada”, “per desiderare una vita normale” a “per i bambini che raccolgono la spazzatura alla ricerca dei loro sogni”. Dopo la pubblicazione su Instagram del brano, raggiungendo oltre le 40mila visualizzazioni, il cantante è stata arrestato e il video è stato rimosso immediatamente. Nonostante questo “Baraye” è diventato presto un inno per le proteste e per i raduni mondiali tenuti durante la giornata della solidarietà soprannominata “Il raduno della libertà per l’Iran“. Il 1° ottobre, folle di iraniane e simpatizzanti con la loro causa in oltre 200 città mondiali, tra cui Melbourne, Tokyo, Bruxelles, Parigi, Londra, Los Angeles e Toronto, hanno marciato per le strade: alcune cantando coraggiosamente questa canzone. L’artista è poi stato rilasciato su cauzione il 4 ottobre con l’accusa però di diffondere propaganda contro il regime e di incoraggiare e incitare le persone ad atti di violenza. Dopo le accuse è arrivata subito la risposta: “Non sarò un burattino per le persone che non si preoccupano per me e per questo paese”.

La dissidente senza velo

Donya Rad mentre fa colazione in caffetteria. Fonte: CNN

L’altra storia riguarda invece una donna, arrestata dopo che è stata pubblicata online una sua foto dove si la si vede insieme ad un’altra ragazza mangiare  in un locale di Teheran senza il velo. La foto è apparsa per la prima volta sui social il 29 settembre e mostra appunto le due donne mentre fanno colazione in una caffetteria, luogo come la maggior parte dei posti in Iran, tradizionalmente patrocinato dagli uomini. Una delle due donne, Donya Rad, è stata portata in carcere poco dopo che la foto è apparsa online. “Dopo essere stata in quel luogo è stata arrestata. Donya mi ha detto in una breve chiamata che è stata trasferita nel reparto 209 della prigione di Evin”, ha detto sua sorella in un post sui social media. Dopo l’arresto Donya è stata rilasciata dal carcere domenica scorsa.

 

 

Potrebbe interessarti anche

Andrea Lanfri sulla cima dell’Aconcagua, la vetta più alta delle Ande
Attualità

Lanfri conquista l’Aconcagua, vetta più alta delle Ande: “La meningite mi ha dato la voglia di andare avanti”

25 Gennaio 2023
Il direttore di gara di  Benfica-Sporting Lisbona femminile estrae il cartellino bianco
Sport

L’arbitro del derby femminile Benfica-Sporting Lisbona estrae il cartellino bianco. Ecco cos’è

23 Gennaio 2023
Daniela Lourdes Falanga, nata Raffaele,  il figlio primogenito di un importante boss camorrista del clan Falanga
Lifestyle

La forza di Daniela Lourdes, da figlio del boss a donna trans: “Vi racconto il parto di me stessa”

24 Gennaio 2023

Instagram

  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Sono più di 1000 le persone arrestate in Iran, tra cui 40 giornalisti e alcuni atleti detenuti per interrogatorio. Intanto per le strade iraniane continuano le grida di protesta dei manifestanti dopo la morte di Mahsa Amini.

Niloofar Hamedi’s photo of Mahsa Amini's parents hugging in the hospital was one of her last posts online before she was arrested days later and her Twitter account listed as suspended.#Mahsa_Amini‌ pic.twitter.com/QpkfaDMNs0

— Negar Mortazavi نگار مرتضوی (@NegarMortazavi) October 12, 2022

La vicenda della giornalista

Sono passate 3 settimane, ma le proteste per la morte di Mahsa Amini, 22enne che era stata arrestata perché non indossava correttamente l'hijab, sembrano non fermarsi più. Tutto "merito" della giornalista Niloofar Hamedi, cronista del quotidiano progressista Shargh, che per prima ha raccontato la vicenda ma di cui, da qualche giorno, non si hanno più notizie. Mahsa dopo essere stata arrestata fu portata in ospedale a causa di un presunto arresto cardiaco dovuto probabilmente alle botte subite in carcere. Proprio in quell'ospedale, la giornalista è riuscita ad intrufolarsi e a scattare delle foto dove si vedevano i genitori delle 22enne mentre si abbracciavano. La cronista ha deciso quindi di pubblicare tutto su Twitter, accendendo la scintilla della furiose proteste in tutto il Paese. Da quel giorno il suo account Twitter è stato sospeso e la giornalista, secondo le ultime informazione rilasciate dal marito, si trova in carcere, sottoposta a quotidiani interrogatori. E chissà cos'altro.

"Per desiderare una vita normale", il brano che ha portato all'arresto il cantante

Il cantante Shervin Hajipour
Nell'infuriare della ribellione ci sono alcune storie chiave, riportate dalla CNN, che hanno accresciuto l'enfasi dei manifestanti. La prima riguarda il cantante Shervin Hajipour, che ha inciso l'emozionate canzone dal titolo "Baraye", che in inglese si traduce in "For...". Il toccante brano di due minuti e mezzo si basa su tweet composti da iraniani che esprimono la loro rabbia e frustrazione per il governo. Hajipour canta tristemente di rimostranze, "per ballare per strada", "per desiderare una vita normale" a "per i bambini che raccolgono la spazzatura alla ricerca dei loro sogni". Dopo la pubblicazione su Instagram del brano, raggiungendo oltre le 40mila visualizzazioni, il cantante è stata arrestato e il video è stato rimosso immediatamente. Nonostante questo "Baraye" è diventato presto un inno per le proteste e per i raduni mondiali tenuti durante la giornata della solidarietà soprannominata "Il raduno della libertà per l'Iran". Il 1° ottobre, folle di iraniane e simpatizzanti con la loro causa in oltre 200 città mondiali, tra cui Melbourne, Tokyo, Bruxelles, Parigi, Londra, Los Angeles e Toronto, hanno marciato per le strade: alcune cantando coraggiosamente questa canzone. L'artista è poi stato rilasciato su cauzione il 4 ottobre con l'accusa però di diffondere propaganda contro il regime e di incoraggiare e incitare le persone ad atti di violenza. Dopo le accuse è arrivata subito la risposta: "Non sarò un burattino per le persone che non si preoccupano per me e per questo paese".

La dissidente senza velo

Donya Rad mentre fa colazione in caffetteria. Fonte: CNN
L'altra storia riguarda invece una donna, arrestata dopo che è stata pubblicata online una sua foto dove si la si vede insieme ad un'altra ragazza mangiare  in un locale di Teheran senza il velo. La foto è apparsa per la prima volta sui social il 29 settembre e mostra appunto le due donne mentre fanno colazione in una caffetteria, luogo come la maggior parte dei posti in Iran, tradizionalmente patrocinato dagli uomini. Una delle due donne, Donya Rad, è stata portata in carcere poco dopo che la foto è apparsa online. "Dopo essere stata in quel luogo è stata arrestata. Donya mi ha detto in una breve chiamata che è stata trasferita nel reparto 209 della prigione di Evin", ha detto sua sorella in un post sui social media. Dopo l'arresto Donya è stata rilasciata dal carcere domenica scorsa.    
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto