La Grecia vuole legalizzare il matrimonio tra persone omosessuali

Il primo ministro Mitsotakis annuncia che "La società greca oggi è molto più pronta". Pochi giorni fa l'Estonia ha dato il via libera alle nozze Lgbtq+

di MARIANNA GRAZI -
9 luglio 2023
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Dopo l'Estonia anche la Grecia intende legalizzare il matrimonio egualitario. Si tratta di un enorme passo avanti per i diritti Lgbtq+ in una regione in cui alcuni governi conservatori stanno invece applicando importanti restrizioni nei confronti della comunità. Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, in un'intervista a Bloomberg Television ad Atene martedì scorso ha dichiarato: "Il matrimonio tra persone dello stesso sesso avverrà prima o poi e fa parte della nostra strategia".
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Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, del partito di centrodestra Nuova Democrazia

Il politico di centrodestra ha quindi aggiunto: "La società greca è molto più pronta e matura".

Dalle unioni civili ai matrimoni egualitari

Come la maggior parte dei Paesi dell'Unione Europea, la Grecia attualmente riconosce le unioni tra persone dello stesso sesso anche se non sostiene il matrimonio vero e proprio. Ad esempio in Italia le unioni civili sono state istituzionalizzate nel 2016, ma qualsiasi tentativo di legalizzare le nozze omosessuali è finito in un nulla di fatto.
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Nell'ultimo decennio la Grecia ha fatto un grosso balzo in avanti nel riconoscimento dei diritti della comunità Lgbtq+, in particolare grazie al premier Mitsotakis eletto nel 2019 e riconfermato a giugno 2023

Mitsotakis, che è stato ampiamente riconfermato alle elezioni politiche di fine giugno 2023, appartiene al partito di centrodestra Nuova Democrazia (Nea Dimokratia), di ideologia conservatrice liberale. Due anni fa, ad esempio, il primo ministro aveva istituito un comitato nazionale che avanzasse proposte e una strategia di miglioramento dei diritti Lgbtq+ nel Paese. E la scelta di muoversi verso la legalizzazione del matrimonio tra coppie dello stesso sesso ne è l'esempio.

Migliori diritti per la comunità Lgbtq+

Da allora ha introdotto una serie di riforme, tra cui l'abolizione del divieto per gli omosessuali di effettuare donazioni di sangue e la fine della pratica dei cosiddetti interventi chirurgici di normalizzazione del sesso sui bambini. Pochi si aspettavano che un governo di impianto conservatore sarebbe diventato una forza così potente per il cambiamento. Le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono state legalmente riconosciute in Grecia nel 2015 e l'identità di genere nel 2017, ma i progressi su altre questioni sono stati frammentari.
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In Grecia sono riconosciute dal 2015 le unioni civili ma il governo si muove verso la legalizzazione del matrimonio vero e proprio tra coppie dello stesso sesso

Serviva l'avvento al potere del premier Mitsotakis nel 2019 per dare una spinta organica a questa trasformazione in meglio dei diritti civili. Infatti la Grecia ha fatto un balzo in avanti nella classifica 2023 dei diritti della comunità tra le nazioni europee stilata da ILGAEurope, tanto che si posiziona quest'anno al 13esimo posto del suo Rainbow Index, la classifica sulla qualità della vita Lgbtq+ nei vari Paesi (l’Italia è al 34esimo, dietro anche all'Ungheria).

La classifica di ILGAEurope

L'organizzazione non governativa con sede a Bruxelles valuta 49 Paesi in base alla loro situazione giuridica e politica per le persone Lgbti, dallo 0% al 100%. Con un punteggio del 57% nell'ultimo rapporto, in aumento di cinque punti percentuali rispetto all'anno precedente, la Grecia ha superato Paesi come il Regno Unito e la Germania. I diritti della comunità nel mondo sono stati nuovamente finiti sotto i riflettori negli ultimi mesi. In Uganda i legislatori hanno approvato una legge che mette fuori legge l'omosessualità, con condanne severissime che arrivano alla pena di morte. Ma anche in Paesi democratici come gli Stati Uniti le cose non vanno poi meglio, anzi. Negli Usa il candidato repubblicano alla presidenza, nonché governatore della Florida, Ron De Santis è stato accusato di aver postato un video omofobo per celebrare la fine del mese del Pride. Sua anche una delle leggi più dibattute della nazione, la cosiddetta "Don't say gay". In Europa, la comunità Lgbtq ha dovuto affrontare attacchi sempre più mirati nel 2022, in Ungheria ad esempio, con il premier Orban che prende di mira la propaganda omosessuale rivolta ai minori, ma anche altrove. Purtroppo quest'anno anche in Italia: il testo che rende la maternità surrogata un reato universale è all'esame della Camera e, stando all'attuale maggioranza, ha molte probabilità di diventare legge. Assestando un altro, terribile, colpo a quei diritti delle coppie dello stesso sesso e delle persone gay, lesbiche, trans*, bisex e intersex che, in queste settimane marciano nelle parate dell'orgoglio.