Lavorare sì. Ma quanto e come? C’è chi dice che il vero Capodanno sia il 1 di settembre, il giorno degli ombrelloni che si chiudono, delle spiagge che nostalgicamente si svuotano, delle estati che finiscono e dei buoni propositi. Il periodo giusto per fare un bilancio a cuor leggero e ripartire, in equilibrio perfetto tra la spensieratezza figlia dei mesi caldi e l’entusiasmo per il nuovo che sta arrivando. Che non sia stata un’estate in grande stile, complice anche la complessa congiuntura economica in cui siamo immersi, poco importa: settembre continua a portare con sé quel misto tra nostalgia e curiosità, adrenalina e malinconia che tutte e tutti, sin dai banchi di scuola, ben conosciamo e che, da adulti, a dispetto dei luoghi comuni, custodiamo gelosamente. Sul finire di questo agosto italiano, a giocare un ruolo cruciale in questo
tetris di sentimenti contrastanti sono i giovani e giovanissimi che, stando a quanto riferisce
Bloomberg, pare proprio abbiano messo in cima all’agenda settembrina la ricerca di lavori meno stressanti, che diano loro uno stipendio ragionevole a fronte di una quotidianità libera dallo stress. L’epoca degli
yuppies di vanziniana memoria sembra essere stata definitivamente archiviata a favore di nuove leve consapevoli della priorità dell’armonia tra lavoro e vita privata. Niente più corsa al successo, sete di potere, realizzazione professionale a ogni costo né conti in banca da capogiro.
Il sogno dei giovani d’oggi è mettere in pratica il mantra “lavorare per vivere” e stare alla larga dal suo contrario, “vivere per lavorare”
Lavorare per vivere o vivere per lavorare?
Il sogno dei giovani d’oggi è mettere in pratica il mantra “lavorare per vivere” e stare alla larga dal suo contrario, “vivere per lavorare”. Il report FragilItalia
I giovani generazione Z e il lavoro, elaborato da
Area Studi Legacoop e
Ipsos, non lascia spazio a dubbi. Le
ragazze e i ragazzi tra i 18 e i 24 anni preferiscono uno stipendio fisso con una componente variabile legata ai risultati raggiunti, mettendo al primo posto
flessibilità di orario e tempo libero. Ma c’è di più: nella scala dei valori posizionano sul podio
famiglia, amicizia e amore. Il lavoro non va oltre il sesto posto, preceduto da divertimento e cultura.
Occupazione dei sogni: quelle sul podio
Stando a quanto rende noto Bloomberg, tra le posizioni più ricercate dai giovani ci sono
lavori cosiddetti junior, riconducibili a occupazioni che garantiscono
flessibilità, stipendi dignitosi e un sacco di tempo libero. Ad accomunare le ricerche è la fuga da responsabilità e straordinari. Dopo quello delle “
Grandi dimissioni”, si è fatto largo prepotentemente il fenomeno del “
Quiet quitting” ovvero lavorare il necessario, non cedere a straordinari, responsabilità, progetti che non rientrano nelle mansioni contrattualizzate. A volerla leggere con gli occhi del tempo, più che una dinamica inspiegabile, ha tutta l’aria di essere una reazione a un mercato del lavoro esasperato ed esasperante, che per troppo tempo ha giocato a ribasso, mettendo da parte il
capitale umano che, di tutta risposta, sta difendendo la propria dignità, influenzando in maniera del tutto inaspettata e imprevedibile il mercato del lavoro.
Tra le posizioni più ricercate dai giovani ci sono i cosiddetti lavori junior, occupazioni che garantiscono flessibilità di orario, stipendi dignitosi un sacco di tempo libero
Rivoluzione in corso
Sì, perché se è vero com’è vero che dura lex sed lex, pare proprio che la legge del più forte - in termini numerici - stia rivoluzionando il corso del sistema lavorativo del mondo Occidentale, mettendo in crisi vecchie e logore logiche e aprendo la strada a un nuovo modo di interpretare lavoro e intere esistenze, grazie anche alle
innovazioni tecnologiche che hanno spalancato le porte al lavoro. Che non deve necessariamente essere on site. Un tema enorme, che meriterebbe un
approfondimento psicologico, sociologico e macroeconomico e che, a oggi, presenta tratti difficilmente intelligibili. Una presa di
coscienza del sé e del noi che si pone dalla parte esattamente opposta del modello sociale dei fantastici anni Ottanta che tanto hanno cambiato il nostro vivere e ai quali, ancora oggi, ci teniamo inspiegabilmente aggrappati. “Poi improvvisamente l’estate svaniva, da ponente arrivavano grandi nuvole grigie cariche di pioggia e gli odori acri della pineta si tramutavano in folate di vento fredde”, recitava una voce fuori campo sul finale di
Sapore di mare (1983). Non resta che aspettare settembre e tenere d’occhio i
portali di ricerca del lavoro. “
Sarà un autunno impegnativo” (cit).