Licenziata per 4 giorni in più di assenza da lavoro, doveva fare la chemio: ordinato il reintegro

È successo a Pisa, dove il tribunale ha dato ragione alla commessa quarantenne che aveva fatto causa all'azienda: la catena di supermercati per cui lavora le deve 40mila euro di stipendi arretrati oltre al pagamento delle spese legali

di CHIARA CARAVELLI
29 settembre 2024
donna malata tumore licenziata

La donna, licenziata per 4 giorni di assenza in più per fare la chemio, ha vinto la battaglia legale

Si era assentata da lavoro quattro giorni in più rispetto a quanto stabilito dal contratto (184 anziché 180) per portare a termine le sedute di chemioterapia per il tumore al seno. Quattro giorni in più che le sono costati il posto di lavoro.

È successo a Pisa e la protagonista di questa assurda storia è una commessa 40enne di una catena di supermercati. La donna, dopo aver scoperto il tumore, aveva comunicato al suo datore di lavoro che si sarebbe assentata per portare avanti i cicli di chemio necessari e quest’ultimo l’aveva rassicurata dicendole che non ci sarebbero stati problemi se avesse superato anche i giorni di assenza consentiti.

Problemi che invece sono arrivati e anche di un certo rilievo, perché alla signora è stata recapitata una lettera di licenziamento. Alla missiva la donna ha deciso di rispondere per vie legali, impugnando il licenziamento e facendo causa all’azienda: ora, dopo due anni, il tribunale pisano ha dato ragione alla commessa ordinando alla società l’immediato reintegro. Non solo la catena di supermercati le deve anche circa 40mila euro di stipendi arretrati e il pagamento delle spese legali. Una decisione, quella del tribunale, che mette la parola fine a una storia, l’ennesima, di discriminazione.

A luglio del 2022, inoltre, l’Inps aveva comprovato la disabilità della quarantenne a seguito della malattia e le aveva riconosciuto i benefici della 104. Proprio su questo punto i giudici spiegano che l’aver considerato “anche nei confronti di una lavoratrice disabile lo stesso periodo di comporto previsto per tutti i lavoratori costituisce una discriminazione indiretta, vietata dall’assetto ordinamentale nazionale ed europeo”.

Il tumore al seno le era stato diagnosticato a fine 2021 e a gennaio dell’anno successivo la commessa era stata operata. Da quel momento aveva iniziato tutti i cicli di chemioterapia necessari per le cure, avvisando il datore di lavoro per quanto riguarda i giorni di assenza e portando di volta in volta tutti i certificati che l’ospedale le aveva dato. Poi, come un fulmine a ciel sereno, è arrivato il licenziamento. Che ha tutto il sapore dell’ennesima discriminazione, ma soprattutto di un’assoluta mancanza di umanità. E tutto questo per soli quattro giorni in più di assenza.