Live for All: un manifesto per eventi dal vivo accessibili veramente a tutti

La consigliera regionale della Lombardia Lisa Noja: “Vogliamo dare vita a un movimento condiviso da cittadini, istituzioni ed enti organizzatori di eventi per permettere alle persone con disabilità di vivere concerti, spettacoli e gare sportive senza più aree segregate o numeri chiusi”

di CATERINA CECCUTTI -
10 aprile 2024
Il manifesto per gli eventi accessibili a tutti

Il manifesto per gli eventi accessibili a tutti

Prenotare un biglietto per andare al concerto del proprio idolo, quando si ha una disabilità, è spesso un’impresa. L’ingresso è gratuito, certo, ma i posti a disposizione sono limitati e le liste d’attesa lunghe. Si deve scrivere una mail, aspettare una risposta, sperare ci siano ancora disponibilità, insomma l’iter non è immediato come quando si è normotipici, si va su una piattaforma di vendita di biglietti e con un click si acquista il proprio posto, magari in prima fila. Se poi si rientra tra i pochi fortunati che riescono ad ottenere un posto, spesso ci si ritrova all’interno di aree recintate distanti decine di metri dal palco e dal proprio gruppo di amici – si ha infatti la possibilità di avere accanto solo un accompagnatore – e alla fine l’esperienza degli eventi dal vivo, che di per sé dovrebbero essere sinonimo di gioia, energia e grande condivisione, si trasforma in un motivo di possibile frustrazione.

“Il problema ha a che fare con la qualità democratica del nostro Paese – spiega la consigliera regionale Lisa Noja -, in cui pare strano che le persone con disabilità possano godersi un concerto o un altro tipo di spettacolo, avendo una vita tanto complicata, e alla fine l’intrattenimento viene considerato un surplus. Invece la musica ha un grande potere inclusivo e tutti devono poterne godere i benefici.”

Per questo oggi, al Centro Internazionale di Brera di Milano, il Comitato per i Concerti inclusivi ha presentato il primo “Manifesto per eventi dal vivo accessibili”, ossia una dichiarazione collettiva per il diritto delle persone con disabilità a vivere appieno, come tutti, gli eventi live in modo positivo e alla pari. A formare il Comitato in questione sono l’avvocata e consigliera regionale Lisa Noja, la giornalista e attivista disability Valentina Tomirotti, Riccardo Di Lella - candidato sindaco nel Comune di Fenegrò (CO)-, Serena Tummino, assistente social media Parlamento europeo in Italia e Marina Cuollo, scrittrice e consulente Diversity & Inclusion.

Nelle prime righe del documento si legge subito “I concerti, gli spettacoli teatrali, le gare sportive e tutti gli eventi dal vivo sono scambi di energia, esplosioni di gioia, condivisione di emozioni. Sono un viaggio in cui, per qualche ora, ciascuno partecipa a un’esperienza irripetibile che unifica corpi e spiriti. Ma oggi, in Italia, un confine invalicabile impedisce a una parte del pubblico di vivere a pieno questa esperienza.”

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La consigliera Lisa Noja
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Consigliera Noja, come siete arrivati all’idea di questo manifesto?

“Innanzitutto tengo a sottolineare che i nostri intenti non sono in alcun modo polemici: l’unico scopo è quello di gettare le basi per qualcosa di costruttivo, il manifesto, appunto, che è stato scritto dopo un confronto durato circa due mesi e si compone di cinque obiettivi concreti finalizzati a ridurre i fattori che ad oggi rendono l’esperienza dei “Live” non egualitaria per le persone con disabilità. Per prima cosa la questione delle prenotazioni dei biglietti, che devono essere uguali per tutti, a portata di click, in modo da poter pre-ordinare e acquistare attraverso gli stessi canali riservati al resto del pubblico, non necessariamente prevedendo una gratuità, ma un costo commisurato alle condizioni di accesso e differenziato in base alla collocazione del posto, come per tutti gli altri.

In secondo luogo le persone con disabilità devono poter contare su “numeri democratici” dei posti disponibili, ossia devono essere predisposti il massimo dei posti accessibili alle persone con disabilità, in congruità con la disponibilità complessiva. Altro punto fondamentale è l’adeguatezza dei posti, per garantire visibilità e fruibilità piene ad ogni spettatore: l’esperienza del live deve essere goduta appieno, nel rispetto delle esigenze di sicurezza. E ancora: “basta segregazioni”, le persone con disabilità devono poter fruire gli eventi dal vivo insieme al proprio gruppo di amici, senza essere chiusi in “aree dedicate”, separate e discriminatorie. In ultimo ma non ultimo occorrono nuovi parametri di progettazione delle infrastrutture, di modo da agevolare i processi di ripensamento dei principi di progettazione delle strutture destinate ai live, secondo i principi della progettazione universale, insieme alle associazioni rappresentative delle persone con disabilità.”

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A chi è rivolto il Manifesto?

“Il Manifesto, pubblicato sotto forma di petizione su change.org, è aperto all’adesione di tutti, privati cittadini, associazioni di persone con disabilità e loro familiari, enti, cooperative sociali, istituzioni e soprattutto artisti sensibili a queste istanze, con l’obiettivo di avere l’attenzione di tutti gli addetti ai lavori e uniformare l’esperienza degli eventi dal vivo. I primi a rispondere alla chiamata del Manifesto sono stati Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura e Martina Riva, assessora a Sport, Turismo e Politiche giovanili del Comune di Milano, che hanno espresso l’intenzione di aprire un tavolo di confronto con i gestori degli spazi aperti e chiusi per rendere concerti e altri eventi di spettacolo dal vivo concretamente accessibili, trovando nuovi punti di coerenza tra norme di sicurezza e misure che consentano di attuare l’accessibilità secondo i principi di inclusione, anche in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Come dicevo prima, questo Manifesto non intende proporsi con intenti polemici o ostili, ma anzi con il desiderio di fare squadra insieme, in tanti, tra persone con disabilità, amici, associazioni, aziende, artisti e istituzioni affinché tutti possano godere al massimo della gioia immensa, liberatoria e collettiva degli eventi live.”

Qual è la call to action che state lanciando oggi con il vostro Manifesto?

“Chiediamo a tutti di aderire nello spirito e avviare un progetto che piano piano porti la collettività a prendere consapevolezza del problema, soprattutto i giovani, gli artisti, gli organizzatori di concerti e, naturalmente, le istituzioni. Vogliamo dare vita ad una campagna di opinione che parta dal basso, perché non è ammissibile che nel nostro Paese dei cittadini si sentano esclusi dalla condivisione di possibili momenti di grande gioia, soprattutto per chi ha più difficoltà ad ottenerne e a conquistarsene.”

Il link per aderire alla petizione su Change è: http://change.org/LiveForAll