
losapevamotutte
Lo sapevamo tutte che Giulia Tramontano non sarebbe tornata a casa, anche quando qualcuno voleva aggrapparsi alla speranza estrema che quel passaporto mancante fosse la prova di una fuga, magari per il troppo dolore di aver scoperto che il suo compagno aveva un’altra donna, che a sua volta aspetta un bambino.
Già, lo sapevamo tutte... E la Rete riporta le nostre paure. Su Twitter ha iniziato a circolare l’hashtag #losapevamotutte: avvocate, attiviste, centri antiviolenza, associazioni vedevano in questa vicenda già i contorni macabri del femminicidio. Che poi Alessandro Impagnatiello ha confessato nei più atroci particolari. “Gli addetti ai lavori hanno subodorato subito la storia di di violenza che c’era dietro il femminicidio. Lui era stato violento con lei già in passato. Ricordiamoci sempre che il femminicidio è solo l’ultimo atto perpetrato. La gravidanza è un periodo molto rischioso per queste donne. La violenza fisica si manifesta o si aggrava, come anche quella psicologica: si perde il controllo fisico del corpo della donna”. A parlare è Anna Agosta, consigliera della rete dei centri antiviolenza D.i.Re e presidente dell’associazione Thamaia Onlus di Catania. La gravidanza quindi, ma anche il confronto chiarificatore tra le due donne, la compagna ufficiale e l’amante, sarebbero diventati elementi scatenanti nel piano dell’assassino. “Si erano parlate e lui non aveva più il controllo”, sottolinea l’attivista. A quel punto invece di “assumersi la responsabilità di quanto accaduto” e stando a cosa si legge sulle prime ricostruzioni, il pensiero sarebbe diventato, come accade in questi casi, “eliminare fisicamente la donna e in questo caso anche il bambino: l’ostacolo alla propria vita”.

Giulia Tramontano, la ragazza scomparsa (a destra) e il suo fidanzato Alessandro Impagnatiello

#losapevamotutte: Giulia Tramontano, la ragazza uccisa dal suo fidanzato, reo confesso, Alessandro Impagnatiello
Un precedente: Cristina Omes
Viene in mente il caso analogo del 2014, sempre nel milanese, di Carlo Lissi, 31 anni, che uccise la moglie Cristina Omes, 38 anni, dopo aver fatto l’amore con lei, e finì con l’accoltellare i suoi due figli Giulia e Gabriele, di 5 anni e di 20 mesi. Si era innamorato di un’altra, anche lui. Nel caso di Giulia, incinta al settimo mese e con un corredino per il neonato già pronto, “credo dovrebbe configurarsi il 593 ter per l’interruzione non consensuale della gravidanza con violenza”, aggiunge Agosta che torna a denunciare la “normalizzazione della violenza: 23 donne uccise dall’inizio dell’anno e a marzo c’è stata un’impennata. "Come rete D.i.Re ogni anno accogliamo 21-22mila donne, ma c’è un sommerso tremendo. Aumentano le norme e le pene, ma i numeri non scendono... come mai? - si chiede - Perché la violenza ha una radice culturale profonda e servono politiche di prevenzione e formazione. Non è un’emergenza, ma un fenomeno culturale, trasversale ed endemico”.I dati dell'orrore
La conferma arriva anche dai recenti dati pubblicati dal Viminale relativamente al periodo gennaio - maggio 2023: 129 omicidi, con 45 vittime donne, di cui 37 uccise in ambito familiare e affettivo e di queste 23 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex.Femminicidio, il fenomeno resiste
Si registra un aumento del numero degli eventi che da 123 passano a 129 (+5%), mentre il numero delle vittime di genere femminile scende da 50 passano a 45. Il fenomeno resiste, nonostante misure interdittive, codice rosso e pene, perché resiste la normalità culturale della violenza sulle donne, secondo la denuncia di chi opera nei centri antiviolenza tutti i giorni. Per questo in molti fin dalla diffusione della notizia non hanno creduto alla fuga della futura mamma, ben prima che le tracce di sangue e le prime ammissioni portassero a quel corpo accoltellato a morte che l’assassino, in un macabro rituale che non lo accontentava. Provando anche, per ben due volte, a darlo alle fiamme.Omicidio premeditato
Per gli investigatori, quello di Senago è stato un omicidio premeditato. Pianificato dal barman trentenne Alessandro Impagnatiello. “Indagini, chat e ricerche su internet” sarebbero lì a testimoniare, secondo il pm Alessia Menegazzo, che l’uomo si è preparato all’ultimo incontro con Giulia Tramontano, cercando sul web ad esempio le modalità per disfarsi del corpo e di come bruciare un cadavere per farlo sparire o per renderlo irriconoscibile. “L’assassino si è accanito sul corpo”, conferma anche il comandante provinciale dei carabinieri Iacopo Mannucci Benincasa.
Omicidio di Giulia Tramontano, l'arresto del barman omicida
L’hashtag #losapevamotutte
Losapevamotutte, 5000 post per dire basta: #losapevamotutte è l’hashtag di tendenza in queste ore su twitter in seguito all’uccisione di Giulia Tramontano, l’ennesimo femminicidio. I pensieri, la rabbia, il dolore, l’amarezza espressi in quasi 5000 tweet si intrecciano anche con un altro caso di cronaca, ancora più recente, l’omicidio di Pier Paola Romana, la poliziotta uccisa oggi a Roma da un collega che si è poi suicidato.
La prima vittima del 2023 è stata Giulia Donato, una ragazza di 23 anni uccisa a Genova dal suo fidanzato, Andrea Incorvaia, 32 anni