L'Ucraina accusa la Russia di aver rubato 2.000 opere d'arte a Mariupol

di REMY MORANDI
30 aprile 2022
ucraina opere d'arte runate

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Dopo che 53 siti culturali sono stati danneggiati, adesso l'Ucraina accusa la Russia di aver rubato "oltre 2.000 opere d'arte" dai musei della città occupata di Mariupol. Lo hanno denunciato alcuni funzionari ucraini sul canale Telegram del consiglio comunale di Mariupol, sottolineando in particolare che le opere d'arte, dopo essere state rubate, sono state portate nelle aree della regione del Donbass, controllate dall'esercito russo.

Il dipinto "Tramonto rosso" di Archip Ivanovič Kuindži (1905) è stato portato da Mariupol a Donetsk (Foto pubblicata su Instagram dal giornalista ucraino Alexander Mozgovoy)

Le opere d'arte rubate a Mariupol

"Gli occupanti hanno 'liberato' Mariupol dal suo patrimonio artistico, storico e culturale. Hanno rubato e spostato più di 2.000 reperti unici dai musei di Mariupol a Donetsk", ha scritto giovedì 28 aprile il consiglio comunale di Mariupol in una dichiarazione pubblicata su Telegram. I funzionari ucraini hanno affermato che il bottino include diverse opere originali, tra cui quelle del pittore del XIX secolo Archip Ivanovič Kuindži e del russo Ivan Konstantinovič Ajvazovskij. Ma anche altre opere sarebbero state rubate, tra cui un rotolo della Torah scritto a mano e un Vangelo del 1811. In seguito alla denuncia del furto e smarrimento delle opere d'arte, il consiglio comunale della città di Mariupol ha fatto sapere, sempre su Telegram, che "sta preparando il materiale necessario per avviare procedimenti penali e da presentare all'Interpol".

Il dipinto "Tramonto rosso" di Kuindži rubato e portato a Donetsk

In una dichiarazione separata, anche Petro Andriushchenko, membro del consiglio comunale di Mariupol, ha dichiarato che la Russia ha rubato tre dipinti originali di Kuindži, pittore russo vissuto tra il 1841 e il 1910 celebre per i suoi ritratti paesaggistici. A sostenere questa accusa, su Instagram è stata pubblicata da Alexander Mozgovoy, giornalista ucraino ma filo-separatista, la foto di "Tramonto rosso", un celebre dipinto del 1905 di Kuindži. Lo stesso giornalista filo-separatista ha scritto su Instagram che il dipinto "è stato preso da Mariupol e portato a Donetsk" e che "non appena Mariupol sarà ricostruita insieme al Museo d'Arte, (il dipinto, ndr) verrà restituito". "Nel frattempo - scrive ancora il giornalista - sarà conservato in condizioni adeguate e, spero, esposto per qualche tempo a Donetsk". Nella foto pubblicata su Instagram da Alexander Mozgovoy alle sue spalle c'è Mikhail Vasilyevich Zheltyakov, ministro della Cultura della autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Secondo il consiglio comunale di Mariupol, le opere provenivano da tre musei locali, incluso il museo dedicato a Kuindži, rimasto gravemente danneggiato durante un attacco aereo russo avvenuto, secondo il Guardian, lo scorso 21 marzo 2022. Se confermata la denuncia da parte dei funzionari ucraini, quello di Mariupol sarebbe il primo caso di furto di opere d'arte avvenuto in Ucraina dall'inizio della guerra.

All'inizio di marzo l'Ucraina si affrettò a trasferire in luoghi sicuri e segreti le opere d'arte provenienti dai musei del Paese (Foto Ansa)

Quadri e dipinti trasferiti in luoghi sicuri dagli ucraini

All'inizio del mese di marzo, l'Ucraina si affrettò a trasferire in luoghi sicuri e segreti quadri e dipinti provenienti dai musei del Paese. Molti temevano che Mosca avrebbe preso di mira anche il patrimonio artistico e culturale dell'Ucraina. E così fu, perché a pochi giorni dall'inizio della guerra, molti musei, cattedrali e università furono distrutti dai bombardamenti dell'esercito russo. E proprio a marzo l'agenzia fotografica Getty Images avvertì che milioni di opere d'arte e monumenti in Ucraina rischiavano di essere saccheggiati o bombardati. "Il patrimonio culturale materiale del mondo è il nostro patrimonio comune. Il patrimonio culturale ha il potere di unirci ed è fondamentale per raggiungere la pace. È però anche troppo spesso bersaglio di guerre, un altro modo per distruggere e conquistare una società cancellandone la memoria", scrisse in una dichiarazione Getty. In quei giorni l'Unesco denunciò che oltre 50 edifici storici ucraini erano stati gravemente danneggiati dai bombardamenti. L'organizzazione delle Nazioni Unite chiese un cessate il fuoco su scuole, università, siti commemorativi, infrastrutture culturali, di comunicazione e di stampa: "La comunità internazionale ha il dovere di proteggere e preservare per le generazioni future il patrimonio culturale ucraino come testimonianza del passato ma anche come vettore di pace per il futuro. Per questo le istituzioni educative devono essere considerate santuari", sottolineò l'Unesco a inizio marzo.