La guerra in Medio Oriente con le sue stragi quotidiane “sbarca” al Festival della canzone italiana. Non, come accaduto in passato per altri conflitti o scottanti temi sociali, attraverso i versi di una canzone, bensì con una “lettera aperta”, per dire ancora meglio un “manifesto per la pace” che decine di artisti (43 i primi firmatari) hanno voluto indirizzare al pubblico della kermesse e all’Italia tutta. A farsene portavoce il quotidiano Il Manifesto.
“L’offensiva militare dello stato d’Israele contro il popolo palestinese prosegue con sistematica e crudele ostinazione – si legge nel testo dell’appello –. Governi e istituzioni balbettano indecisi la loro indignazione e il loro stupore di fronte alla tragedia in corso, quasi non fossero essi stessi responsabili di ciò che sta avvenendo”.
“In questi giorni, tuttavia, siamo tutte e tutti testimoni di una catastrofe che è umanitaria, politica, etica, e non possiamo né vogliamo rimanere silenti di fronte a una sciagura di tali dimensioni. Stiamo assistendo ad un genocidio”.
“Il silenzio, l’indifferenza, il disinteresse nei confronti degli eventi in corso da parte del mondo della canzone, della musica, dello spettacolo, sono intollerabili – sottolineano ancora musicisti e attori, tra i quali si annoverano Elio Germano, Moni Ovadia, i Modena City Ramblers e i Subsonica, tanto per fare qualche nome –. Abbiamo il dovere di dire basta, una volta per tutte, al genocidio del popolo palestinese. Lo vogliamo dire nel segno della pace fra i popoli, della democrazia e dei suoi valori, della giustizia e del diritto internazionale, e lo vogliamo dire rifuggendo, senza se e senza ma, da qualsivoglia sentimento antisemita, che non ci è mai appartenuto, non ci appartiene e non ci apparterrà mai”.
“Siamo convinti che la pace fra Palestina e Israele sia possibile, necessaria e, oggi più che mai, urgente, per il bene del popolo palestinese, di quello israeliano, di tutti i popoli. Oggi, adesso, ora o mai più. Disconosciamo la guerra, cancro della storia – aggiungono i firmatari – e imploriamo la pace, che è l’unica cura, l’unica soluzione possibile del conflitto in corso, di tutti i conflitti che insanguinano la comunità umana.
Non possiamo né vogliamo più rimanere inermi testimoni dell’annientamento del popolo palestinese. Dobbiamo e vogliamo tornare protagonisti del processo storico, perché è nel processo storico che insistono le nostre vite e quelle dei nostri figli, che non meritano un mondo governato dalla legge del più forte”.
“Tacciano, una volta per sempre, le armi – conclude il “Manifesto” – e parlino l’amore, la pietà, la compassione e la fratellanza, che sono la ragione stessa delle nostre canzoni, della musica, dei palcoscenici, dello stare insieme, dei nostri abbracci e dei nostri baci, del nostro insopprimibile desiderio di accogliere e di amare, del nostro essere partecipi dei destini del mondo. Perché il mondo non appartiene a qualcuno, il mondo è di tutti, perché tutte e tutti siamo membri di un’unica avventurosa famiglia, la Pace”.
Gli artisti che aderiscono al manifesto di pace
Ed ecco l’elenco dei primi firmatari in calce alla lettera-appello: PierPaolo Capovilla, Marco Rovelli, Andrea Chimenti, Mara Redeghieri, Calibro 35, Inoki, Patick Benifei, Murubutu, Zulu, 99 Posse, Punkreas, Alberto “Bebo” Guidetti, Max Casacci, Subsonica, Elio Germano, Bestie Rare, The Andre, Esa, Gianni Maroccolo, Riccardo Sinigallia, Abe Salvadori (Estra), Nicola “Accio” Ghedin (Estra), Eddy Bassan (Estra), Giulio Casale (Estra), Estra, Gianni Siviero, Federico Cavicchi (Parsec), Samuele Venturi (Parsec), Gabriele Tassi (Parsec), Leopoldo Fantechi (Parsec), Paolo Enrico Archetti Maestri (Yo Yo Mundi), Kento, Moni Ovadia, Fabio Settembrino (Effetti Collaterali), Marina Rei, Gianpaolo Felii (Ardecore), Giancarlo Onorato, Modena City Ramblers, Arlo Bigazzi, Andrea Gozzi, Delta V, Marco Olivotto, Elle (Traccia Mista)