Prima era solo un’accusa su Instagram, di condotte inadeguate di un politico (riconducibile a lui ma mai espressamente citato) raccontate nel dettaglio da un’utente anonima che aveva però acceso la miccia dello scandalo in pochissimo tempo.
Ora invece si apre un nuovo – e più definito – capitolo nel caso #MeToo che ha scosso la politica in Spagna: il leader ideologico di sinistra Íñigo Errejón, l'uomo al centro dello scandalo, è stato infatti convocato per il prossimo 12 novembre davanti al giudice che indaga su di lui per una denuncia di aggressione sessuale presentata da una donna.
Lo riportano Efe ed altri media iberici, svelando nuovi particolari riguardo al caso che riguarda quello che fino a poche settimane fa era il capogruppo dell'alleato di governo Sumar (partner dei socialisti del premier Pedro Sánchez), nonché a suo tempo co-fondatore del partito Podemos. Erano bastate quelle accuse anonime circolate sui social, però, a portare Sumar a chiederne le dimissioni, secondo quanto poi detto dalla leader di fatto della formazione, la vicepremier Yolanda Díaz.
Poi, la questione si è allargata, con la denuncia di aggressione sessuale ora oggetto di inchiesta giudiziaria, espressa pubblicamente contro di lui dall’attrice Elisa Mouliáa (per fatti risalenti al 2021, secondo la sua testimonianza), una seconda denuncia sporta alla polizia ed altre accuse anonime. Da allora, Errejón, che pure avrebbe ammesso a membri del suo partito comportamenti riprovevoli, è rimasto nel più rigoroso silenzio pubblico, mentre lo scandalo si è allargato ulteriormente con denunce presentate anche contro due sindaci andalusi del Partito Popolare.