Michela Murgia e Lorenzo Terenzi si sono "
sposat3 civilmente". L'annuncio arriva dai social della scrittrice sarda 51enne, che su Instagram posta un video in cui la si vede firmare degli atti insieme all'amico, compagno, 'marito', colui che, quando aveva dato la notizia della sua malattia, aveva definito "un uomo, ma poteva benissimo essere una donna", quel "nome legale che prenda le decisioni" quando verrà il momento.
Michela Murgia vive infatti con un
cancro renale al quarto stadio, con metastasi nei polmoni, nelle ossa, al cervello. Una malattia debilitante, che negli ultimi tempi l'ha costretta a rinunciare alle uscite pubbliche per mancanza "di tempo e di forze".
L'unione civile "controvoglia"
L'unione civile nella nuova casa (lei e la sua
famiglia queer stanno infatti traslocando, come racconta Murgia dalle stories), è avvenuta qualche giorno fa, come spiega nel lungo post sul suo account. Il finale del video, che ha come sottofondo il brano
Nobody's Wife di Anouk, è inequivocabile: "
Non è una festa", scrive l'autrice di Tre Ciotole.
Murgia insieme al futuro marito Lorenzo Terenzi in uno scatto di qualche mese fa (Instagram)
"Lo abbiamo fatto '
in articulo mortis' perché ogni giorno c'è una complicazione fisica diversa, entro ed esco dall'ospedale e ormai
non diamo più niente per scontato". Ma il tumore non la ferma e la 51enne continua a far sentire la propria voce sui social, portando avanti il suo impegno sociale e civile, di scrittrice e attivista. Le nozze con il fiorentino Lorenzo Terenzi sono parte di questo impegno: "Lo abbiamo fatto
controvoglia: se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda – dice la scrittrice – non saremmo mai ricorsi a uno
strumento così patriarcale e limitato". Il matrimonio, secondo lei infatti, "ci costringe a ridurre alla rappresentazione della coppia un’esperienza molto più ricca e forte, dove il numero
2 è il contrario di quello che siamo".
Alcuni frame del video che immortala l'unione civile di Michela Murgia con Lorenzo Terenzi
Michela Murgia: "Niente auguri"
"
Niente auguri, quindi, perché il rito che avremmo voluto ancora non esiste" aggiunge l'autrice sarda che non ha mai nascosto il suo appoggio alle questioni della
comunità Lgbtq+, tra cui c'è anche la richiesta del riconoscimento del matrimonio egualitario. "Ma esisterà e vogliamo contribuire a farlo nascere. Tra qualche giorno nel giardino della casa ancora in trasloco daremo vita alla nostra idea di celebrazione – annuncia ancora – della
famiglia queer. Le nostre promesse non saranno quelle che siamo stat3 costrett3 a fare l’altro giorno".
La rubrica social di Michela Murgia per raccontare la sua famiglia queer, elettiva
Una costrizione insomma, ma che non limita la sua visione di famiglia, come ha raccontato in alcuni post a puntate su Instagram. "Vogliamo condividerlo a modo nostro e lo faremo da questo profilo, senza giornalist3 o media vari", spiega infatti. "Il nostro vissuto personale, come quello di tutt3, oggi è più politico che mai e se potessi lasciare un’eredità simbolica, vorrei fosse questa:
un altro modello di relazione, uno in più per chi nella vita ha dovuto combattere sentendosi sempre qualcosa in meno".
Le reazioni
Sotto il post in cui si annuncia il matrimonio civile della coppia, pubblicato nella mattinata di sabato 15 luglio, sono già
migliaia i followers che
commentano con gioia la notizia. Nonostante, come detto, non sia una festa, i neo sposi non vogliano auguri. Ma il tenore dei messaggi è più che altro di affetto verso questa straordinaria donna che non si arrende di fronte agli ostacoli che la vita le sta ponendo davanti. E così se
Chiara Ferragni e i
Papà per Scelta si limitano a postare dei cuori, alcuni utenti vogliono in qualche modo ringraziare la scrittrice per la forza e il coraggio che sta dimostrando.
La scrittrice di origine sarda ha un carcinoma renale al quarto stadio con metastasi nei polmoni, nelle ossa, al cervello
Tra i commenti, si legge: "Stai affrontando la tua malattia e ogni momento della tua vita in modo 'politico' per lasciare a chi resta una società migliore.
Grazie Michela", oppure "
Il personale è politico. Anche quando costa una fatica immane, anche quando si avrebbe tutto il diritto, in determinati frangenti, di pensare solo a sé stessi. Grazie Michela, per questo straordinario
esempio di forza e di dignità". E allora grazie lo diciamo anche noi, perché controvoglia, non con il rito che avrebbe voluto, quasi costretta dalla stessa malattia, Michela Murgia è stata ancora una volta capace di fare a tutt3 un regalo più grande:
la speranza. Il sogno che le cose possano ancora cambiare.