Mona Eltahawy: "La rabbia delle ragazze sconfiggerà il patriarcato"

L'attivista e giornalista egiziano-statunitense svela i sette peccati necessari del suo vademecum femminista

di ILARIA VALLERINI
25 maggio 2023
Mona Eltahawy, presentazione del libro a Pisa

Mona Eltahawy, presentazione del libro a Pisa

Mona Eltahawy, "La rabbia delle ragazze sconfiggerà il patriarcato". Un taglio giallo fluo e lo sguardo arrabbiato. Mona Eltahawy è più combattiva che mai con il suo vademecum  "Sette peccati necessari. Manifesto contro il patriarcato" (Le plurali editrice, 2022).

Attivista e giornalista egiziano-statunitense. Nel novembre 2011, la polizia antisommossa egiziana l’ha picchiata, rompendole il braccio sinistro e la mano destra, l’ha aggredita sessualmente ed è stata detenuta per dodici ore dal ministero dell’Interno e dai servizi segreti militari. Lei non si è fatta piegare e oggi mostra fiera le braccia tatuate. Ha continuato a denunciare, diventando promotrice di un femminismo globale.

Mona Eltahawy, una voce fortissima

E' stata nominata dalla rivista Newsweek tra le “150 donne senza paura del 2012”, e dal Time 'una delle attiviste più influenti al mondo'. Alla presentazione del libro a Pisa non ha paura di urlare "Fuck the patriarchy" perché "siamo ragazze arrabbiate" che non vogliono più nascondersi dietro alle "buone maniere".

Guardando all’Italia, a che punto siamo?

“Sono arrivata al momento giusto in Italia per dare forza e esprimere la mia solidarietà alle femministe. Spero che Elly Schlein, leader dell'opposizione in Italia, sia femminista e una forte oppositrice della premier Giorgia Meloni, una donna in posizione di potere ma che promuove il patriarcato ed è fascista”.

Qual è la sua ‘ricetta’ per combattere il patriarcato?

“Il femminismo deve essere intersezionale: dobbiamo collegare le diverse lotte tra loro come quella alla misoginia, capitalismo, omofobia, razzismo, perché sono tutte connesse. Ciascuno deve lottare nel proprio Paese perché, anche se è una lotta più faticosa, la possiamo comprendere a pieno: ciascuno nella propria terra dal Medio Oriente agli Stati Uniti. Solo in questo modo è possibile rafforzare il movimento globale".

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Mona Eltahawy (foto di Robert E. Rutledge)

Quali sono i sette peccati necessari di cui fa riferimento il titolo del suo libro?

“Rabbia, attenzione, volgarità, ambizione, potere, violenza e lussuria”.

Cosa intende per rabbia e violenza?

“Abbiamo sia il diritto di essere arrabbiate contro le ingiustizie sia quello di combattere il patriarcato utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione. So che è una visione controversa, ma voglio ricordare alle persone che per secoli la violenza sulle donne è stata consentita”.

Le donne cosa possono fare nel loro piccolo?

"Il patriarcato è un polpo che si insinua nella società attraverso i tentacoli che rappresentano diverse forme di violenza. Dobbiamo aiutare le donne a combattere contro il patriarcato mantenendo viva la loro rabbia.

Sono educate a essere carine, educate e affabili fin da piccole invece devono imparare a tenere alta la propria rabbia per imparare a difendersi contro le ingiustizie e a crescere come donne consapevoli".

In Italia è attuale il dibattito sulla maternità surrogata, qual è la sua posizione?

"Sia che si tratti della persona con l'utero sia dei genitori che lo affittano, la mia principale preoccupazione come femminista è quella di tutelare l'autonomia del corpo femminile".

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La cover del libro di Mona Eltahawy

Il libro “Sette peccati necessari”

Il “Sette peccati necessari” di Mona Eltahawy pubblicato in lingua originale nel 2019, dopo un successo internazionale, è arrivato in Italia grazie alla casa editrice indipendente Le plurali, nata nel 2021 con l’obiettivo di valorizzare la voce autoriale e la professionalità delle donne, con un’attenzione particolare a una pluralità di voci che rappresentino la complessità e la varietà dell’universo femminile, in un’ottica intersezionale e internazionale. "Questo titolo indica i sette peccati individuati dall'autrice e che consiglia alle donne di commettere proprio per sradicare e cambiare la società patriarcale - spiega Beatrice Gnassi, co-fondatrice della casa editrice Le plurali -. Non è solo la somma degli uomini, ma è un impianto culturale, sociale e di potere che reprime i diritti delle donne che si basa su molte discriminazioni che non si fermano alla misoginia, ma che avanzano dirompenti con altre forme di violenza tra cui il razzismo, la grassofobia, l'abilismo e molte altre discriminazioni". "La nostra idea è di un femminismo intersezionale - aggiunge l'editrice -. In breve vuole evidenziare come le diverse identità e discriminazioni che le persone subiscono si incrociano e si intersecano. Essere donna è solo una delle identità che incarniamo. Per questo dobbiamo considerare i diritti e le rivendicazioni di tutte"