Nina, la sindrome di Down e il no del liceo di Bologna alla Maturità

La 19enne voleva provare a sostenere l'Esame di Stato. Ma la scuola è stata irremovibile: "Troppo stress". I genitori: "Il futuro di nostra figlia ora è in sospeso"

di MARIANNA GRAZI -
21 marzo 2023
Nina Rosa Sorrentino

Nina Rosa Sorrentino

Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice no. E pensare che c'è chi, invece, farebbe di tutto per sottrarsi a quella prova che, inevitabilmente, segna un prima e un dopo nella vita delle persone, ma si trova 'costretto' ad affrontarla. Nina Rosa Sorrentino, però, è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un'utopia. Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione - o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down - dell'istituto per negarle questa possibilità è stata che "per lei sarebbe troppo stressante".

Nina non può fare la Maturità: "Troppo stressante"

Alunni impegnati nella maturità 2022

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall'inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati (che alla fine del quinquennio fa ottenere solo un attestato di competenze) a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l'ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta. Francesca e Alessandro Sorrentino hanno raccontato questa triste vicenda al Corriere della Sera, sezione bolognese: "Il futuro di nostra figlia ora è in sospeso, ma per lei vogliamo puntare al massimo delle sue possibilità. È un suo diritto". Ora l'unica strada per farlo valere, però, è stata quella del ritiro, per evitare che a settembre la 19enne dovesse ricominciare tutto da capo, dalla prima superiore. Così facendo, invece, la prossima estate potrà riprovare a chiedere di essere ammessa alla Maturità. "È un’ingiustizia - dicono convinti i genitori -. Non volevamo metterci in contrasto con la scuola appena arrivati, anche perché ci dissero che il percorso si poteva modificare in qualsiasi momento". Ma tra il dire e il fare, purtroppo, c'è ancora troppa distanza e ci passano troppe discriminazioni. "Cercheremo un’altra scuola, da settembre disposta a sostenere nostra figlia in una programmazione personalizzata verso l’esame di Maturità. Per noi è importante che su queste tematiche si faccia un passo avanti, non solo per Nina, ma per tutta la società".

Negata la possibilità di provare ma "È un suo diritto"

La famiglia aveva trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane Sorrentino e la sua classe. Poi, all'inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare "senso di frustrazione", come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt'altro che inclusiva. "Il perché è quello che ci tormenta - dicono ancora i genitori -. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci".