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Home » Attualità » La vittoria di Thomas: con la sindrome di down diventa “maturo”. “E’ un modello per tutti”

La vittoria di Thomas: con la sindrome di down diventa “maturo”. “E’ un modello per tutti”

Il 23enne affetto da sindrome di Down è riuscito a superare la Maturità 2022 in un istituto professionale di Vinci

Edoardo Martini
30 Giugno 2022
La felicità di Thomas

La felicità di Thomas

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Giorno speciale per la città di Vinci e per Thomas, 23 anni, affetto dalla sindrome di Down, che ha sostenuto l’esame di maturità, concludendo il percorso scolastico per conseguire il diploma in un istituto professionale con indirizzo socio-sanitario.

Tutta la felicità di Thomas per la conclusione del suo percorso scolastico

Il sorriso sulla faccia: l’arma di Thomas per sconfiggere la disabilità

Asilo nido, materna, elementari, medie, superiori tutte affrontate sempre con il sorriso sulla faccia, con l’emozione della mamma Patrizia Polito e dell’insegnante e psicologa Elisabetta Fanti, che lo ha accompagnato dalla quarta elementare fino all’ultimo anno delle scuole superiori. Un ciclo che si è concluso alla presenza del sindaco di Vinci Giuseppe Torchia, il quale ha voluto essere presente a questo momento così importante per il 23enne.

Sua mamma Patrizia non può nascondere l’emozione per questo lieto fine:” Voglio raccontare questa storia, visti gli ultimi due anni di dolore e sofferenza che tutti noi abbiamo dovuto affrontare e considerate le continue battaglie che noi genitori di figli disabili dobbiamo combattere quotidianamente. Voglio dire grazie a Elisabetta Fanti ma anche al sindaco Giuseppe Torchia e all’onorevole ed ex sindaco Dario Parrini“.

Continua mamma Patrizia: “Sono stati anni durissimi. Tutto è stato difficile e, quando qualcosa pareva facile, allora la mano dell’uomo la rendeva impossibile. Quanti docenti, genitori o alunni ho incontrato, quante discussioni ho affrontato. Ma nonostante tutto, nonostante gli innumerevoli problemi di salute, Thomas ce l’ha fatta. Ha chiuso questo percorso regalando gioia a tutti col suo mitico sorriso”.

“Per Thomas”, prosegue la madre, la scuola è stata “una giostra, un divertimento, il suo gioco preferito. Era la variante ai lunghi e ricorrenti ricoveri in ospedale. C’era sempre Elisabetta Fanti a aspettarlo con tutte le classi e i compagni. La collaborazione e la determinazione del sindaco e la devozione di Elisabetta hanno permesso una continuità assistenziale in cui Thomas non ha mai perso il suo punto di riferimento, ovvero Elisabetta”.

“Voglio parlare di questa cosa perché per noi genitori di figli disabili trovare persone così è come vincere al superenalotto. Voglio ringraziare la professionalità, l’amore, la costanza e la dedizione di Elisabetta e dire a tutti i genitori di ragazzi speciali come Thomas di crederci, lottare e non mollare mai. Perché le persone buone esistono!” conclude mamma Patrizia.

Thomas circondato da tutte le persone che gli vogliono bene

“Mi sono emozionato”: tutta la gioia del sindaco

“Vederlo così felice mi ha emozionato tanto che, alla fine dell’esame, mi è sembrato giusto dare a lui la fascia tricolore, perché penso rappresenti meglio di chiunque altro la Città di Vinci.” ha commentato Torchia. “Negli anni Thomas, con tenacia e caparbietà, è riuscito a portare a termine questo percorso. Vederlo così felice mi riempie davvero il cuore. Per lui la scuola è sempre stato un divertimento. È un modello, per tutti. Ed è la prova evidente che un ragazzo con disabilità non ha barriere, può superare qualsiasi cosa. Io credo che la sua storia sia un messaggio positivo, è il ‘puoi se vuoi’: grazie ai professori che in questi anni hanno aiutato Thomas, a Elisabetta che ha fatto un lavoro straordinario, ai genitori, ai compagni di classe. Oggi Vinci ha una storia bella da raccontare. Grazie Thomas.”

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"Ve lo risparmio ragazzi, non è proprio il mio forte" ha risposto l
  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
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"Vederlo così felice mi ha emozionato tanto che, alla fine dell'esame, mi è sembrato giusto dare a lui la fascia tricolore, perché penso rappresenti meglio di chiunque altro la Città di Vinci." ha commentato Torchia. "Negli anni Thomas, con tenacia e caparbietà, è riuscito a portare a termine questo percorso. Vederlo così felice mi riempie davvero il cuore. Per lui la scuola è sempre stato un divertimento. È un modello, per tutti. Ed è la prova evidente che un ragazzo con disabilità non ha barriere, può superare qualsiasi cosa. Io credo che la sua storia sia un messaggio positivo, è il 'puoi se vuoi': grazie ai professori che in questi anni hanno aiutato Thomas, a Elisabetta che ha fatto un lavoro straordinario, ai genitori, ai compagni di classe. Oggi Vinci ha una storia bella da raccontare. Grazie Thomas."
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