Oblio oncologico, la Camera approva la legge che adesso dovrà passare al Senato. Nella giornata del 3 agosto è arrivato l’
ok all’unanimità da parte dell'Aula dei Deputati alle norme per la
prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche. Il testo,
approvato a Montecitorio con 281 voti a favore e nessun contrario, introduce un “
diritto all’oblio” per assicurare che alla guarigione clinica corrisponda la guarigione ‘sociale’.
La Camera approva all'unanimità il diritto all'oblio oncologico
Questo significa dare agli ex malati la possibilità di esercitare i propri diritti in condizioni di
uguaglianza rispetto al resto della popolazione, con riferimento all'accesso ai servizi finanziari, bancari e assicurativi, nonché alle procedure di adozione di minori. “Una bella pagina di politica”, “
una legge di civiltà” sono i commenti bipartisan dopo l’approvazione. “Si conclude una prima importante tappa di un lavoro che viene da lontano, condiviso dentro e fuori dal Parlamento, che serve a dare una risposta concreta per la vita delle persone” commenta
Maria Elena Boschi, relatrice del provvedimento.
“Ci sono
oltre un milione di persone che sono guarite da una malattia oncologica per la scienza, eppure hanno un trattamento diverso quando devono chiedere un mutuo per comprare casa o vogliono adottare di un bambino” dice. E aggiunge: “Una vera e propria ingiustizia che la nostra legislazione ha tollerato. Ora abbiamo la possibilità di fare un passo in avanti. Questa legge per ciascuno di noi ha un nome e un volto, perché ogni famiglia ha fatto esperienza di una malattia oncologica”. “Durante l'esame del provvedimento abbiamo lavorato in piena sintonia e condivisione con tutti i gruppi, arrivando all'unanimità di consenso. Un segnale positivo che spero possa avere lo stesso esito al Senato affinché la legge sia approvata rapidamente” conclude.
La deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, relatrice del provvedimento
Oblio oncologico, cosa prevede la legge
Dall'accesso a un mutuo, a un finanziamento, a polizze assicurative, fino a un percorso di adozione di un figlio o di affidamento di un minore, passando per concorsi e lavoro. Sono alcuni degli ambiti in cui inciderà fortemente la legge sull'oblio oncologico, approvata all'unanimità alla Camera, grazie alla quale le
persone guarite da un tumore avranno diritto a non fornire informazioni né subire indagini in merito alla propria pregressa
condizione patologica. Sull'applicazione delle disposizioni della legge vigilerà il Garante per la protezione dei dati personali. Ecco, dunque, cosa prevede, nel dettaglio, la legge.
Ok all’unanimità da parte dell'Aula dei deputati alle norme per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche
- Contratti, stipulazione e rinnovo
Ai fini della
stipulazione o del
rinnovo di contratti relativi a servizi bancari, finanziari, di investimento e assicurativi, non è ammessa la richiesta di informazioni relative allo
stato di salute della persona fisica contraente concernenti
patologie oncologiche da cui la stessa sia stata precedentemente affetta e il cui trattamento attivo si sia concluso, senza episodi di recidiva, da più di
10 anni alla data della richiesta. Tale periodo è ridotto della metà nel caso in cui la patologia sia insorta prima del compimento del
21esimo anno di età. Tali informazioni non possono essere acquisite neanche da
fonti diverse dal contraente e, qualora siano comunque nella disponibilità dell'operatore o dell'intermediario, non possono essere utilizzate per la determinazione delle condizioni contrattuali.
Una norma che assicura che alla guarigione clinica corrisponda la guarigione ‘sociale’
Per quanto attiene a procedure di adozione e affidamento dei minori,
le indagini che vengono fatte sui potenziali genitori o affidatari non possono riguardare il loro stato di salute. In particolare viene stabilito che tali indagini non possono avere a oggetto patologie oncologiche
trascorsi 10 anni dalla fine del trattamento terapeutico, in assenza di recidive o ricadute, ovvero 5 anni se la patologia è insorta prima del compimento del 21esimo anno di età.
Per quanto riguarda l'accesso alle procedure concorsuali, quando nel loro ambito sia previsto l'accertamento di
requisiti psicofisici o concernenti lo stato di salute dei candidati, si fa
divieto di richiedere informazioni relative allo stato di salute concernenti patologie oncologiche. Anche in questo caso valgono i 10 anni dalla conclusione del trattamento, senza episodi di recidiva. Periodo ridotto della metà nel caso in cui la patologia sia insorta prima del 21esimo anno di età.
- Promozione di politiche attive
Viene rimessa a un decreto del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, di concerto con il ministro della Salute, la promozione di specifiche
politiche attive per assicurare, a ogni persona che sia stata affetta da una patologia oncologica, uguaglianza di opportunità nell'inserimento e nella permanenza al lavoro, nella fruizione dei relativi servizi, e nella riqualificazione dei percorsi di carriera e retributivi.
Con il provvedimento le persone guarite da un tumore avranno diritto a non fornire informazioni né subire indagini in merito alla propria pregressa condizione patologica
"Cancellato lo stigma cancro uguale morte"
Riconoscenza ai deputati per aver approvato all'unanimità e celermente la legge sull'oblio oncologico per
contrastare lo stigma e le discriminazioni nei confronti di chi ha avuto un
tumore. A esprimerla è la Favo, Federazione delle Associazioni di volontariato in oncologia, dopo l'approvazione, in prima lettura, della proposta di legge. “Con il testo unificato vengono cancellati per legge lo
stigma cancro uguale morte e lo stigma cancro uguale malattia incurabile e inguaribile, frequentemente riproposti dai media, e ancora ben radicati nell'opinione pubblica” dichiara
Francesco De Lorenzo, presidente
Favo. E sottolinea: “Finalmente i
guariti dal cancro non saranno più discriminati nella vita sociale, professionale e familiare”.
Le persone guarite non saranno più discriminate nella vita sociale, professionale e familiare
"Il testo di legge rappresenta un modello da imitare anche da parte degli altri Paesi europei avendo previsto non solo il diritto all'oblio ma anche
la prevenzione più in generale delle discriminazioni per i malati di cancro” afferma
Elisabetta Iannelli, segretaria generale Favo. Quindi, commenta: “Oggi è stata scritta una bella pagina della politica italiana, unita per il riconoscimento di un
diritto universale: il ritorno alla vita dopo il cancro, poiché alla guarigione clinica deve corrispondere la guarigione sociale”. Favo esprime “un particolare ringraziamento a
Patrizia Marrocco, con cui abbiamo lavorato anche nella precedente legislatura, anche per aver ostinatamente portato avanti, in collaborazione con
Maria Elena Boschi, l'emendamento che riconosce il ruolo delle associazioni dei pazienti ai vari livelli attuativi della legge, assicurando così il necessario monitoraggio per garantire sempre i diritti previsti per legge”.