Tra le parole più utilizzate nel 2024 deve essere annoverata di diritto “overtourism”, un inglesismo a cui anche il Bel Paese è stato costretto a ricorrere per raccontare l’assalto dei turisti alle città d’arte, ai lidi, alle località montane e collinari dello Stivale. Un vero e proprio assedio che, oltre a non rendere perfettamente fruibili le bellezze dei territori da parte dei visitatori, genera non pochi disagi per cittadine e cittadini. Un fenomeno che vede protagonista non solo l’Italia e al quale, in molte e molti, stanno tentando di porre rimedio.
Il nuovo Testo unico del Turismo in Toscana
Dalla Toscana è arrivata una risposta che sembra essere destinata a fare giurisprudenza e a divenire modello. Lo scorso 21 dicembre, il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il Testo unico del turismo, una norma che riorganizza nel suo complesso la materia, introducendo importanti novità anche sul fronte della gestione delle strutture ricettive, con particolare riferimento al fenomeno degli affitti brevi. I Comuni costretti a fare i conti con una massiccia presenza di turisti in un breve lasso di tempo potranno adottare un regolamento in cui individuare criteri e limiti in riferimento alle cosiddette locazioni brevi per finalità turistiche, allo scopo di perseguire la corretta fruizione del patrimonio turistico e di aggiungere un mattoncino alla battaglia per il diritto all’abitare.
L’obiettivo, infatti, è duplice: la misura servirà anche a contrastare la scarsità di alloggi a canoni accessibili destinati alle locazioni a lungo termine, come stabilito dai recenti pronunciamenti della Corte di giustizia dell’Unione europea. Nei Comuni che decideranno di adottare tale regolamento, dunque, le locazioni dovranno essere precedute dalla richiesta di una specifica autorizzazione.
Il turismo non deve essere un problema, bensì un valore aggiunto e l’idea è che la Regione Toscana abbia chiaramente compreso l’urgenza di valorizzare le eccellenze locali, promuovendo un turismo sostenibile e accessibile. Individuare soluzioni innovative per gestirlo, rendendo il sistema di accoglienza turistica capace di governare i flussi e non di subirli, appare come l’unica via per uscire da un pantano che rischia di trasformare un importante indotto economico in un nemico delle comunità locali. Altro aspetto rilevante è la possibilità di mettere a sistema l’intero territorio toscano, promuovendo anche luoghi meno conosciuti e dando la possibilità a visitatrici e visitatori di soggiornarvi. In questo contesto, viene dato sostegno agli alberghi diffusi, soluzioni che vedono in prima linea i piccoli borghi che, pur non essendo dotati di strutture ricettive di grandi dimensioni, mettono a disposizione per l’accoglienza abitazioni vicine gestite in maniera unitaria.
Non solo prodotto turistico
Alla luce di ciò, appare evidente un fatto: finalmente si inizia a ragionare in termini di territorio e non più di prodotto turistico. Le località tanto amate dai viaggiatori di tutto il mondo sono luoghi che devono poter vivere di indotto turistico senza dover rinunciare alla propria libertà. La strada della convivenza è obbligata e, come ricordano le proteste che hanno infuocato le strade delle isole Canarie, non può esistere alcun genere di turismo senza una piena integrazione con le comunità locali.
A questo punto, resta da vedere cosa accadrà durante la prossima stagione estiva. Le aspettative sono altissime, soprattutto da parte di operatori turistici e residenti delle località più rinomate della Toscana. Qualora l’operazione dovesse risultare positiva, la Regione potrebbe farsi modello per l’Italia e l’Europa. Una cosa è certa: normare un fenomeno che vede andare in collisione la quotidianità delle comunità con la filosofia di viaggi e vacanze non è cosa facile. Serviranno visione politica e capacità di tenere insieme ragioni economiche, sociali e tanto buon senso. Farlo in un panorama estremamente variegato come quello italiano non sarà semplice, ma – c’è da scommetterci – il genio italico saprà ancora una volta stupire.