La Spagna dichiara guerra all'overtourism: tasse e divieti per gestire i flussi

Dalle restrizioni sugli affitti turistici all'aumento della tassa di soggiorno: la Spagna non si sottrae alla battaglia contro il turismo di massa. L'Italia guarda nella stessa direzione. Il turismo non è più visto come un'opportunità economica, ma anche come una responsabilità sociale e ambientale.

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI
24 agosto 2024
Turisti in coda per entrare alla Sagrada Familia a Barcellona (ANSA)

Turisti in coda per entrare alla Sagrada Familia a Barcellona (ANSA)

Negli ultimi anni, la Spagna ha registrato un boom di turisti senza precedenti. Un dato che, a prima vista, potrebbe apparire positivo, ma che nasconde moltissime criticità per il presente e il futuro di intere comunità. Il rovescio della medaglia è sotto gli occhi di tutti: città e destinazioni turistiche iconiche come Siviglia, Barcellona e le isole Baleari sono letteralmente invase da turisti mordi e fuggi. Prendere provvedimenti drastici per contenere l'impatto negativo del turismo di massa è la cosa più urgente da fare per provare a risolvere una faccenda che rischia di divenire presto ingestibile.

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Bagnanti sulla spiaggia di Malvarrosa a Valencia (EPA/Juan Carlos Cardenas)

Il limite per gli alloggi turistici a Siviglia

Tra le più attive su questo fronte c’è Siviglia, una delle città più visitate dell'Andalusia, che ha elaborato una serie di regolamenti volti a contenere l'afflusso turistico. Il comune ha introdotto regole finalizzate a limitare gli alloggi turistici. Il sindaco José Luis Sanz ha annunciato un piano per affrontare il moltiplicarsi di appartamenti turistici non autorizzati, che stanno causando disagi agli abitanti. Tra le misure anche l’interruzione delle forniture di acqua a circa cinquemila alloggi turistici privi delle necessarie licenze. Una decisione pensata per far rispettare la normativa e ridurre il numero di alloggi illegali. Oltre a tagliare le forniture idriche, il comune si è proposto di revocare oltre settecento licenze a operatori che non rispettano le leggi vigenti.

Alcolici vietati alle Baleari e a Barcellona

Al centro del dibattito anche le isole Baleari, con Ibiza, Maiorca, Minorca e Formentera in zona rossa per l'overtourism ormai fuori controllo. Tra le misure più eclatanti promosse c’è il divieto rigoroso sul consumo di alcolici in strada dalle 21.30 alle 8.00 del mattino. I trasgressori rischiano una sanzione da 500 a 1.500 euro.

Limitazioni anche alle imbarcazioni che organizzano feste e regole sulle distanze relative alle aree designate all’imbarco e allo sbarco dei passeggeri. Come se non bastasse, a Maiorca si è deciso addirittura di ridurre il numero massimo di posti letto per turisti.

Per Barcellona la ricetta è ancora più drastica: stop ai tour alcolici, limitazione degli affitti a breve termine e aumento della tassa di soggiorno a 4 euro per persona per notte.

Turisti in coda per entrare alla Sagrada Familia a Barcellona (ANSA)
Turisti in coda per entrare alla Sagrada Familia a Barcellona (ANSA)

E l’Italia?

In Italia, sono più di alcune le località che stanno iniziando a riflettere sulle problematiche legate al turismo di massa. San Gimignano, celebre per le sue torri medievali e inserito tra i siti patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, sta mettendo a punto misure per gestire la mobilità durante l'alta stagione, a partire dalla realizzazione di un parcheggio scambiatore. Anche l’Isola d'Elba, perla dell’Arcipelago toscano, sta valutando l'introduzione di soluzioni per fare fronte al crescente afflusso di visitatori estivi. Medesimo discorso per Forte dei Marmi, una delle località balneari più esclusive della Toscana, che sta ragionando su percorsi relativi agli affitti turistici. Queste iniziative segnano un cambiamento significativo nella gestione del turismo di massa. La sfida per il futuro sarà trovare un equilibrio tra l'accoglienza dei visitatori, cruciale per l'economia locale, e la protezione del patrimonio culturale e naturale, fondamentale per la sostenibilità a lungo termine dei territori. La Spagna, così come l’Italia, sta dimostrando che il turismo non deve necessariamente essere visto solo come un'opportunità economica, ma anche come una responsabilità sociale e ambientale.

Un dato risulta evidente: la lotta contro l'overtourism richiede un impegno congiunto da parte delle autorità locali, degli operatori turistici e dei visitatori, affinché le bellezze del patrimonio comune possano essere godute anche dalle generazioni future. Un impegno a cui nessuno può sottrarsi, pena la rinuncia a molto di quanto adesso consideriamo ricchezza. Le città e le regioni che riusciranno in questa impresa potrebbero diventare modelli globali. Non resta che attendere.