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Il governatore Roy Cooper
Firenze, 26 febbraio 2025 - Buone notizie per non scoraggiarsi di fronte a ciò sembra già deciso e sfugge al “potere” delle persone ordinarie, come quelle che scrivono lettere ai condannati a morte. Un gesto in sé che porta mille significati, a partire dalla ricaduta che ha innanzi tutto in chi riceve un messaggio ma anche in chi vede arrivare quelle lettere (in alcuni Stati degli Usa anche in forma di mail). Ebbene la cronaca non he ha dato molto conto, ma dall'Africa e dagli USA, sono in corso cambiamenti importanti.
In North Carolina, il governatore Roy Cooper, ha concluso il 2024 e il suo mandato con la commutazione della pena capitale per 15 uomini condannati, riducendo la popolazione del braccio della morte dello stato di oltre il 10%. Cooper – si apprende su santegidio.org - che in precedenza è stato procuratore generale per 16 anni, ha affermato che le sue decisioni di commutazione sono state prese in seguito a un’attenta revisione delle petizioni presentate dagli imputati e al contributo dei procuratori e delle famiglie delle vittime. Prima del provvedimento, la Carolina del Nord aveva 136 condannati a morte. L’ufficio di Cooper ha affermato di aver ricevuto petizioni di clemenza da 89 di loro.
Secondo il Death Penalty Information Center, la Carolina del Nord è uno dei 27 stati che hanno la pena di morte come punizione penale, sebbene cinque di questi stati abbiano attualmente sospeso le esecuzioni. Sebbene la Carolina del Nord non sia uno di questi cinque, non c’è stata nessuna esecuzione nello stato dal 2006.
“Queste revisioni sono tra le decisioni più difficili che un governatore possa prendere e la pena di morte è la sentenza più severa che lo stato possa imporre – ha affermato Cooper in un comunicato stampa – Dopo un’attenta revisione, riflessione e preghiera, ho concluso che la condanna a morte imposta a queste 15 persone dovrebbe essere commutata, assicurando al contempo che trascorreranno il resto della loro vita in prigione”.
Cooper si unisce alle fila di un gruppo di leader coraggiosi che hanno usato la loro autorità esecutiva per affrontare il fallimento della pena di morte, ha affermato Chantal Stevens, direttore esecutivo dell’American Civil Liberties Union della Carolina del Nord,
La scelta dello Zimbabwe
Il presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa ha invece cancellato quello che è stato definito “il male estremo” dall'ordinamento dello Stato. L'abolizione in Zimbabwe, era stata annunciata in un recente Convegno di Sant'Egidio con i ministri della Giustizia, e rappresenta un ulteriore passo verso l'affermazione dell'Africa come secondo continente senza la pena di morte. Sant’Egidio “si rallegra per la decisione che non rappresenta solo un grande progresso per lo Zimbabwe, ma anche un passo fondamentale negli sforzi internazionali per porre fine a questa punizione crudele, disumana e degradante”.
Il ministro della Giustizia Ziyambi Ziyambi ha affermato che l’abolizione della pena di morte è stata più di una riforma legale; è una dichiarazione del nostro impegno per la giustizia e l’umanità. Il 12 dicembre 2024 il Senato aveva approvato una proposta di legge per abolire la pena di morte, mancava soltanto la firma del Presidente. L’ultima esecuzione è stata eseguita nel 2005. Il 23 febbraio 2016 Emmerson Mnangagwa – all’epoca Vice Presidente dello Stato – rivolgendosi ai delegati presenti al 9° Incontro Internazionale dei Ministri della Giustizia organizzato da Sant’Egidio, aveva promesso che lo Zimbabwe avrebbe presto abolito la pena capitale. Ha ricordato di essere lui stesso sopravvissuto alla pena di morte durante il regime Rhodesiano e di conoscere le tribolazioni patite dai prigionieri del braccio della morte. Negli ultimi anni più volte Emmerson Mnangagwa aveva concesso commutazioni in ergastolo delle condanne a morte dei detenuti rinchiusi nel braccio della morte.