
presidi
Signorina Trinciabue batte Silente. Almeno in Italia. Ma per i colleghi del preside di Hogwarts non è detta l'ultima parola. "Quote blu? Bene. Buona notizia. Come all'epoca accogliemmo le quote rosa ora accogliamo quelle blu: è positivo". Non ha dubbi, Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi, commentando ai microfoni dell'Adnkronos l'introduzione, nel bando del prossimo concorso per dirigenti scolastici, di una importante quanto già discussa novità. Un concorso di cui non si conosce ancora la data, ma che già si prospetta incandescente.
"Considerate le percentuali di rappresentatività di genere in ciascuna regione, viene garantito l’equilibrio di genere applicando nelle regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto, in cui il differenziale tra i generi è superiore al 30 per cento, il titolo di preferenza in favore del genere maschile in quanto meno rappresentato". Questo quanto prevede l'articolo 10 del nuovo bando per i futuri dirigenti scolastici italiani nelle 15 regioni chiamate in causa, dove appunto gli uomini preside sono in netta minoranza. Un divario di genere... al contrario stavolta. Che quindi, come si fa quando accade alle donne, che si vedono svantaggiate o penalizzate nella stragrande maggioranza dei casi, va sanato. Insomma a parità di punteggio i candidati maschi verrebbero collocati in graduatoria prima delle colleghe, proprio per provare a riequilibrare questa preponderanza femminile. A conti fatti, insomma, non ci dovrebbero essere grossi sconvolgimenti nelle procedure né cambiamenti radicali nei numeri, anche perché a prevalere sarebbe comunque il merito e solo con punteggio uguale, in quelle regioni, dovrebbe essere applicata la "quota blu", principio di cui comunque d’ora in poi si dovrà tenere conto. "Quando c'è stata un'elevata preponderanza di uomini si sono introdotte le quote rosa, quindi adesso mi sembra corretto, a parti invertite, che si applichino dei correttivi di questo tipo. Mi sembra un'equità di comportamento - conclude il presidente Giannelli - si fa oggi quello che si è fatto ieri a parti invertite".
La novità non piace invece alla Uil scuola, che in una nota fa sapere: "Si tratta ancora di una bozza e non di un decreto ufficiale, ma rivendicheremo nei prossimi incontri una revisione". Secondo il sindacato "Un miope copia incolla mette in relazione due disposizioni normative diverse. La prima che disciplina la rappresentatività di genere (DPR n.82 del 16 giugno), la seconda che regolamenta il prossimo concorso per dirigenti scolastici". "Il risultato di questa sovrapposizione tutta burocratica ci fa fare un passo indietro che sembra appartenere a un'era ormai superata". Una previsione "che niente ha a che fare con l'equilibrio di genere, che introduce meccanismi di falsa uguaglianza, che non tiene in nessun conto dell'esperienza, della capacità e delle attitudini. Pensare di creare una perequazione al contrario, indicando il genere maschile come da preferire, introduce nella scuola una diversificazione di genere della quale non si sente assolutamente il bisogno. A prescindere dalla parità di genere la professionalità del personale della scuola non si può misurare in base al sesso. Si tratta ancora di una bozza e non di un decreto ufficiale, ma rivendicheremo nei prossimi incontri una revisione".
La novità nel bando di concorso per presidi

Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi
Il ministero dell'Istruzione: "Forviante parlare di quote blu"
"È sbagliato e fuorviante dire che il ministero ha introdotto le 'quote blu' perché non è stata prevista nel bando alcuna riserva a favore dei candidati di genere maschile, ma solo una preferenza che non sovverte l'ordine di graduatoria dei vincitori del concorso", precisa comunque il ministero dell'Istruzione a proposito del prossimo concorso per i dirigenti scolastici. "Nel settore della dirigenza scolastica il titolo di preferenza, a parità di titoli e merito, potrà operare in sede di scorrimento della graduatoria a favore del candidato di genere maschile", spiegano dal Mim.
A parità di punteggio, in 15 regioni, saranno posti prima in graduatoria gli uomini rispetto alle donne
La parità di genere nella Pubblica amministrazione
Cristina Costarelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi (Anp) del Lazio e dirigente del liceo "Newton" di Roma, dice che "il discorso rientra nella parità di genere, concetto che è entrato nella Pubblica Amministrazione. Quindi il tema è ormai acquisito e condivisibile: come si parla di quote rosa, si parla anche di quote blu", commenta all'agenzia di stampa Dire. È quanto stabilisce il decreto che introduce le quote di genere anche nella Pa. "Non è detto che ci sarà la necessità di arrivare a questo, è possibile che si arrivi ad un equilibrio tramite i punteggi - aggiunge Costarelli - ma non vedo altre possibilità per attuare una quota di genere". Per la preside il punto è che la scuola "viene scelta più dalle donne che dagli uomini, quindi la domanda da farsi è perché. Forse per una questione culturale. Ma la percezione è che per le generazioni future ci sia un aumento di interesse da parte dei ragazzi. Questo ci lascia ben sperare nel futuro per avere una docenza mista. Non perché sia meglio uomo o donna ma per avere un equilibrio. Quindi - conclude Cristina Costarelli - se un domani avremo nella scuola più uomini, avremo un riequilibrio naturale".
Oltre l'80% dei docenti in Italia sono donne, il 90% nella scuola elementare: perché questa grande differenza?