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Home » Attualità » Pride, tutte le bandiere dell’orgoglio Lgbt+: il loro significato colore per colore

Pride, tutte le bandiere dell’orgoglio Lgbt+: il loro significato colore per colore

La comunità ha adottato da sempre dei simboli di riconoscimento che tengano unite le tante soggettività diverse e allo stesso tempo ne identifichino le specifiche caratteristiche

Marianna Grazi
2 Luglio 2022
Pride bandiere

Pride, tutte le bandiere dell'orgoglio

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Un’onda multiforme, dalle mille voci diverse. Il Pride Month, il mese dell’orgoglio Lgbt+ che tradizionalmente si celebra a giugno, porta ogni anno una vera e propria marea multicolore in tutto il mondo. Migliaia di persone che manifestano identità di genere, espressioni di genere o orientamenti sessuali diversi scendono in strada, nelle piazze, portando avanti le istanze della comunità, rivendicando tra cui, forse il più importante, quello di essere e amare chi si vuole. Tutti, tutte e tuttu riunit* convenzionalmente sotto un’unica bandiera, quella arcobaleno, simbolo di riconoscimento anche politico per le persone Lgbt+. Ma se anche la “Pride Flag” cambia colore, diventando sempre più inclusiva, ogni soggettività ha adottato col tempo dei simboli per potersi identificare e dimostrare unità, orgoglio e i propri valori, oltre che riconoscersi. Andiamo quindi a scoprire quali sono le principali bandiere, partendo proprio da quella “rainbow“.

La bandiera arcobaleno: nascita e versioni

Bandiera arcobaleno 1978
Bandiera arcobaleno 1978

La prima tra le bandiere della comunità, probabilmente più famosa e anche la più riconosciuta e utilizzata, è quella arcobaleno, comunemente chiamata rainbow flag. Nata per il gay pride di San Francisco del 25 giugno 1978, l’autore Gilbert Baker, artista e attivista Lgbt+, la ideò per dare un simbolo alla rivoluzione omosessuale. Al debutto conteneva 8 colori, invece dei classici 6: rosa per il sesso, rosso per la vita, arancione per la salute, giallo per la luce del sole, verde per la natura, turchese per l’arte, indaco per l’armonia e viola per la spiritualità.
Poi, a causa di problemi pratici, il drappo arcobaleno passò ai 6 colori, i cui significati vennero aggiornati come segue:

  • Rosso = Vita
  • Arancione = Guarigione
  • Giallo = Luce del sole
  • Verde = Natura
  • Blu = Armonia
  • Viola = Spirito

Simbolo di uguaglianza, appartenenza e solidarietà all’interno della comunità, la versione originale ha subito nei decenni varie revisioni, diventando via via più inclusiva. Nel 2017, ad esempio, dopo i numerosi episodi di razzismo nei confronti della comunità nera di Philadelphia (Stati Uniti) il municipio decise di aggiungere due strisce di colore nero e marrone, per rappresentare anche le persone Lgbt+ afro-americane che subivano una violenta discriminazione.

L’ultima revisione, realizzata da Valentino Vecchietti – membro dell’Intersex Equality Rights UK – nel 2021, è intitolata Progress Intersex-Inclusive e come dice il nome stesso è stata realizzata per includere più soggettività Lgbtq+ possibili, senza escludere alcuna minoranza. Oltre ai classici sei colori arcobaleno e quelli della comunità nera, si trovano i colori della bandiera trans*(rosa, bianco e azzurro) e i simboli dell’orgoglio intersessuale (il triangolo giallo con cerchio viola, intesi come colori neutri)

Progress Intersex-Inclusive 
Bandiera Progress Intersex-Inclusive

Bandiera Lesbica

Ogni espressione di genere o orientamento, nel corso degli anni, ha assunto dei simboli specifici di riconoscimento, che ne incarnassero i valori identitari. Ecco dunque che la bandiera dell’orgoglio lesbico – tra i primi nelle rivendicazioni per i diritti alla base del Pride – nata a sette colori, in due versioni, quella di Emily Gwen (Arancione scuro: non conformità di genere, Arancione: indipendenza, Arancione chiaro: comunità, Bianco: sorellanza, Rosa: serenità e pace, Rosa antico: amore e sesso, Rosa scuro: femminilità) e quella Lipstick (una delle prime bandiere a strisce realizzate per dare un simbolo alla comunità lesbica. La versione originale prevedeva anche uno stampo di rossetto con bacio in alto a sinistra, ma questa versione non è mai stata del tutto accettata) nel 2018 li ha ridotti a 5 (arancione scuro per la femminilità trasgressiva, arancione chiaro per la Comunità, bianco per la Non conformità di genere, rosa per la Libertà e rosa scuro per l’Amore).

bandiera lesbica
La bandiera dell’orgoglio lesbico

Bandiera bisessuale

La bandiera dell’orgoglio bisessuale è nata invece nel 1998 dal disegnatore Michael Page con l’intenzione di dare un simbolo alla comunità. La bandiera è costituita da tre colori: in alto il rosa, che simboleggia l’orientamento omosessuale; in basso il blu, che rappresenta l’orientamento eterosessuale; in centro il viola, che rappresenta la combinazione dei due orientamenti. I primi due rappresentavano, secondo uno stereotipo ormai radicato, il maschio e la femmina, che fondendosi nel mezzo diventa lavanda. Michael Page si ispirò al vecchio simbolo della bisessualità chiamato “biangles” ovvero due triangoli, un rosa e un blu, che incrociandosi si trasformano in lavanda.

bandiera bisessuale
Bandiera bisessuale

Bandiera Transgender

Colori tenui ma istanze fondamentali quelle espresse attraverso la bandiera che identifica le persone transgender. Creata da Monica Helms, una donna transessuale, nel 1999, fu usata per la prima volta durante il Pride di Phoenix. Questo il significato delle cinque bande che la contraddistinguono:

  • Azzurro, rappresenta il colore tradizionalmente associato al genere maschile
  • Rosa, rappresenta il colore tradizionalmente associato al genere femminile
  • Bianco, rappresenta il culmine dei due colori, quindi le persone in transizione+

Il bianco è proprio il simbolo principale perché rappresenta l’identità trans e tutto il suo spettro, tutte le persone transgender, chi sta effettuando una transizione, chi ha un genere neutro, nessun genere, intersex ecc.

bandiera trans
Bandiera Transgender

Bandiera Pansessuale

Il drappo pansessuale fu creata nel 2010 per rappresentare tutt* coloro che sono attratt* da persone indipendentemente dal loro genere, perché l’orientamento sessuale non è in alcun modo correlato alla sua identità di genere. Anche in questo caso i colori sono 3 e rappresentano dei simboli precisi: il rosa e il blu indicano l’attrazione rispettivamente verso le persone che si identificano come donne e verso quelli che si identificano come uomini. In mezzo il giallo a rappresentare l’attrazione  tutte le persone non binarie e generi non specificati.

Bandiera Asessuale

Infine, per dar conto dei simboli di quelle che sono le principali identità, espressioni di genere e orientamenti sessuali (anche se, ribadiamo, queste sono numerose, in continua evoluzione e scoperta, non scatole chiuse ma libere soggettività) anche le persone asessuali, ovvero coloro che non provano attrazione sessuale. L’asessualità è un’orientamento sessuale caratterizzato dall’attrazione sessuale verso nessun genere. La bandiera, creata nel 2010 ispirandosi al logo dell’organizzazione Asexual Visibility and Education Network, rappresenta diverse identità: graysessualità (attrazione rara o solo in determinate circostanze) e demisessuali (attrazione sessuale dopo aver instaurato un rapporto emotivo). Le strisce sono di colore nero (asessualità), grigio (graysessualità), bianco (l’allosessualità,  l’attrazione sessuale verso uno o più generi) e viola (simboleggia la comunità).

bandiera asessuale
La bandiera asessuale

 

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Un'onda multiforme, dalle mille voci diverse. Il Pride Month, il mese dell'orgoglio Lgbt+ che tradizionalmente si celebra a giugno, porta ogni anno una vera e propria marea multicolore in tutto il mondo. Migliaia di persone che manifestano identità di genere, espressioni di genere o orientamenti sessuali diversi scendono in strada, nelle piazze, portando avanti le istanze della comunità, rivendicando tra cui, forse il più importante, quello di essere e amare chi si vuole. Tutti, tutte e tuttu riunit* convenzionalmente sotto un'unica bandiera, quella arcobaleno, simbolo di riconoscimento anche politico per le persone Lgbt+. Ma se anche la "Pride Flag" cambia colore, diventando sempre più inclusiva, ogni soggettività ha adottato col tempo dei simboli per potersi identificare e dimostrare unità, orgoglio e i propri valori, oltre che riconoscersi. Andiamo quindi a scoprire quali sono le principali bandiere, partendo proprio da quella "rainbow".

La bandiera arcobaleno: nascita e versioni

Bandiera arcobaleno 1978
Bandiera arcobaleno 1978
La prima tra le bandiere della comunità, probabilmente più famosa e anche la più riconosciuta e utilizzata, è quella arcobaleno, comunemente chiamata rainbow flag. Nata per il gay pride di San Francisco del 25 giugno 1978, l'autore Gilbert Baker, artista e attivista Lgbt+, la ideò per dare un simbolo alla rivoluzione omosessuale. Al debutto conteneva 8 colori, invece dei classici 6: rosa per il sesso, rosso per la vita, arancione per la salute, giallo per la luce del sole, verde per la natura, turchese per l'arte, indaco per l'armonia e viola per la spiritualità. Poi, a causa di problemi pratici, il drappo arcobaleno passò ai 6 colori, i cui significati vennero aggiornati come segue:
  • Rosso = Vita
  • Arancione = Guarigione
  • Giallo = Luce del sole
  • Verde = Natura
  • Blu = Armonia
  • Viola = Spirito
Simbolo di uguaglianza, appartenenza e solidarietà all'interno della comunità, la versione originale ha subito nei decenni varie revisioni, diventando via via più inclusiva. Nel 2017, ad esempio, dopo i numerosi episodi di razzismo nei confronti della comunità nera di Philadelphia (Stati Uniti) il municipio decise di aggiungere due strisce di colore nero e marrone, per rappresentare anche le persone Lgbt+ afro-americane che subivano una violenta discriminazione. L'ultima revisione, realizzata da Valentino Vecchietti – membro dell’Intersex Equality Rights UK – nel 2021, è intitolata Progress Intersex-Inclusive e come dice il nome stesso è stata realizzata per includere più soggettività Lgbtq+ possibili, senza escludere alcuna minoranza. Oltre ai classici sei colori arcobaleno e quelli della comunità nera, si trovano i colori della bandiera trans*(rosa, bianco e azzurro) e i simboli dell’orgoglio intersessuale (il triangolo giallo con cerchio viola, intesi come colori neutri)
Progress Intersex-Inclusive 
Bandiera Progress Intersex-Inclusive

Bandiera Lesbica

Ogni espressione di genere o orientamento, nel corso degli anni, ha assunto dei simboli specifici di riconoscimento, che ne incarnassero i valori identitari. Ecco dunque che la bandiera dell’orgoglio lesbico – tra i primi nelle rivendicazioni per i diritti alla base del Pride – nata a sette colori, in due versioni, quella di Emily Gwen (Arancione scuro: non conformità di genere, Arancione: indipendenza, Arancione chiaro: comunità, Bianco: sorellanza, Rosa: serenità e pace, Rosa antico: amore e sesso, Rosa scuro: femminilità) e quella Lipstick (una delle prime bandiere a strisce realizzate per dare un simbolo alla comunità lesbica. La versione originale prevedeva anche uno stampo di rossetto con bacio in alto a sinistra, ma questa versione non è mai stata del tutto accettata) nel 2018 li ha ridotti a 5 (arancione scuro per la femminilità trasgressiva, arancione chiaro per la Comunità, bianco per la Non conformità di genere, rosa per la Libertà e rosa scuro per l'Amore).
bandiera lesbica
La bandiera dell'orgoglio lesbico

Bandiera bisessuale

La bandiera dell'orgoglio bisessuale è nata invece nel 1998 dal disegnatore Michael Page con l'intenzione di dare un simbolo alla comunità. La bandiera è costituita da tre colori: in alto il rosa, che simboleggia l'orientamento omosessuale; in basso il blu, che rappresenta l'orientamento eterosessuale; in centro il viola, che rappresenta la combinazione dei due orientamenti. I primi due rappresentavano, secondo uno stereotipo ormai radicato, il maschio e la femmina, che fondendosi nel mezzo diventa lavanda. Michael Page si ispirò al vecchio simbolo della bisessualità chiamato “biangles” ovvero due triangoli, un rosa e un blu, che incrociandosi si trasformano in lavanda.
bandiera bisessuale
Bandiera bisessuale

Bandiera Transgender

Colori tenui ma istanze fondamentali quelle espresse attraverso la bandiera che identifica le persone transgender. Creata da Monica Helms, una donna transessuale, nel 1999, fu usata per la prima volta durante il Pride di Phoenix. Questo il significato delle cinque bande che la contraddistinguono:

  • Azzurro, rappresenta il colore tradizionalmente associato al genere maschile
  • Rosa, rappresenta il colore tradizionalmente associato al genere femminile
  • Bianco, rappresenta il culmine dei due colori, quindi le persone in transizione+

Il bianco è proprio il simbolo principale perché rappresenta l’identità trans e tutto il suo spettro, tutte le persone transgender, chi sta effettuando una transizione, chi ha un genere neutro, nessun genere, intersex ecc.

bandiera trans
Bandiera Transgender

Bandiera Pansessuale

Il drappo pansessuale fu creata nel 2010 per rappresentare tutt* coloro che sono attratt* da persone indipendentemente dal loro genere, perché l'orientamento sessuale non è in alcun modo correlato alla sua identità di genere. Anche in questo caso i colori sono 3 e rappresentano dei simboli precisi: il rosa e il blu indicano l'attrazione rispettivamente verso le persone che si identificano come donne e verso quelli che si identificano come uomini. In mezzo il giallo a rappresentare l'attrazione  tutte le persone non binarie e generi non specificati.

Bandiera Asessuale

Infine, per dar conto dei simboli di quelle che sono le principali identità, espressioni di genere e orientamenti sessuali (anche se, ribadiamo, queste sono numerose, in continua evoluzione e scoperta, non scatole chiuse ma libere soggettività) anche le persone asessuali, ovvero coloro che non provano attrazione sessuale. L'asessualità è un'orientamento sessuale caratterizzato dall'attrazione sessuale verso nessun genere. La bandiera, creata nel 2010 ispirandosi al logo dell’organizzazione Asexual Visibility and Education Network, rappresenta diverse identità: graysessualità (attrazione rara o solo in determinate circostanze) e demisessuali (attrazione sessuale dopo aver instaurato un rapporto emotivo). Le strisce sono di colore nero (asessualità), grigio (graysessualità), bianco (l'allosessualità,  l'attrazione sessuale verso uno o più generi) e viola (simboleggia la comunità).
bandiera asessuale
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