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Le proteste per Gaza infiammano le università americane: centinaia di studenti in manette

Le manifestazioni erano iniziate dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, e con il passare dei mesi la situazione è diventata incandescente. Ocasio-Cortez difende gli studenti: “È importante ricordare il potere dei giovani di dare forma al nostro Paese”

di CHIARA CARAVELLI -
24 aprile 2024

Columbia, Harvard, Yale, Berkeley, Princeton, Mit, Stanford e Università del Michigan. Gli studenti delle più prestigiose università americane stanno scendendo in piazza per manifestare contro quanto sta accadendo, ormai da mesi, nella Striscia di Gaza.

Arresti e sgomberi negli atenei in protesta

La polizia davanti ai manifestanti pro Gaza negli atenei americani
La polizia davanti ai manifestanti pro Gaza negli atenei americani

Le proteste stanno infiammando gli atenei a stelle e strisce con la polizia chiamata più volte a sgomberare le tende e arrestare i manifestanti. Non succedeva dal '68, dagli anni bui del Vietnam. Ora si teme un'estate calda, con potenziali ripercussioni sulla convention dem di Chicago: si svolgerà nella stessa metropoli dove, 56 anni fa, decine di migliaia di persone contro la guerra si scontrarono con le forze dell'ordine mentre i democratici, senza un candidato forte dopo la rinuncia di Lyndon Johnson, finirono per perdere le elezioni di novembre.

La condanna all’antisemitismo 

Il presidente statunitense Joe Biden è intervenuto condannando fermamente le proteste antisemite, ma anche “coloro che non capiscono cosa sta succedendo ai palestinesi”. Oltre alla condanna di Biden è arrivata quella del sindaco di New York, Eric Leroy Adams, che si è detto “sconvolto e disgustato” dall'antisemitismo dilagante alla Columbia University, come per esempio il cartello mostrato da una giovane donna con una freccia rivolta agli studenti ebrei con la scritta “il prossimo obiettivo di Al-Qasa” o un gruppo di studenti che ha scandito lo slogan “non vogliamo sionisti qui”.

“Io condanno queste espressioni d'odio nei termini più forti: sostenere organizzazioni terroristiche che vogliono uccidere ebrei è nauseante e spregevole e, come ho detto più volte, l'odio non può avere posto nella nostra città”, ha aggiunto il primo cittadino afroamericano.

Manifestanti accampati sotto la Columbia University
Manifestanti accampati sotto la Columbia University

Le conseguenze degli episodi alla Columbia 

Episodi che hanno portato la presidente Minouche Shafik a chiedere, in una lettera aperta, un “reset” agli studenti. “Negli ultimi giorni – le sue parole – ci sono stati troppi esempi di comportamenti intimidatori e molesti nel nostro campus. Il linguaggio antisemita, come qualsiasi altro linguaggio utilizzato per ferire e spaventare le persone, è inaccettabile e verranno intraprese azioni appropriate”. Ora però, Shafik rischia un voto di censura da parte del senato accademico per aver chiamato la polizia sul campus dell'ateneo. Voto che potrebbe arrivare già nei prossimi giorni. La bozza di risoluzione la accusa di aver violato “i requisiti fondamentali della libertà accademica” ignorando il parere del corpo docente e mettendo in atto “un assalto senza precedente ai diritti degli studenti”.

Mesi di manifestazioni 

Nonostante alcuni tentativi di mediazione, le proteste non sembrano placarsi. Nei giorni scorsi una cinquantina di studenti di Yale che chiedevano all'ateneo di disinvestire da aziende con legami con Israele sono finiti in manette: subiranno sanzioni disciplinari. A New York oltre 150 della New York University che protestavano nella Gould Plaza hanno fatto la stessa fine. Nelle fasi più calde dell'operazione gli agenti hanno sparato spray al pepe sui manifestanti e a loro volta sono stati presi a bottigliate. A difendere le azioni dei manifestanti è stata la rappresentante statunitense Alexandria Ocasio-Cortez che ha sottolineato l’importanza di “ricordare il potere dei giovani di dare forma al nostro Paese”.

Manifestazione pro Palestina a New York
Manifestazione pro Palestina a New York

Ma le proteste nelle università americane sono iniziate mesi fa: manifestazioni contro quanto sta accadendo a Gaza erano partite già dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso. Nei giorni successivi, diversi gruppi di studenti avevano dato vita sia a cortei di solidarietà per le persone israeliane che vennero uccise nell’attacco sia, dall’altra parte, proteste contro le politiche di Israele che nel mentre aveva già iniziato a bombardare la Striscia. Non sono mancati episodi di violenza e minacce spesso innescate dalla presenza di gruppi contrapposti all’interno dello stesso campus: a ottobre scorso, per esempio, durante una manifestazione pro Palestina alla Berkeley, in California, uno studente con una bandiera israeliana venne colpito con una bottiglietta d’acqua.