Roma, Marta si laurea ma il padre andrà alla finale di Europa League

Lo sfogo della figlia, che 'denuncia' il genitore al programma "I Lunatici" su Rai Radio 2. Il pubblico si divide. Intanto l'ex romanista De Rossi annuncia: "Non sarò a Budapest. Quando un pezzo del tuo cuore si diploma, non c'è finale che tenga"

di MARIANNA GRAZI -
26 maggio 2023
marta laurea europa league

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"Mercoledì mi laureo in biologia, ma mio padre non sarà alla cerimonia perché mi ha detto di aver trovato dei biglietti per la finale di Europa League tra Roma e Siviglia a Budapest". C'è chi, pur di non rinunciare a partecipare a un importante traguardo dei propri figli, rinuncerebbe a tutto, persino a una finale del club per cui per anni ha lottato sul campo. E chi invece sceglie la partita della squadra del cuore, che cade esattamente il giorno della laurea della figlia. Due esempi diametralmente opposti di rapporto genitori-figli? Sicuramente la scelta personale di un uomo, che ha vissuto e probabilmente vivrà ancora tante 'prime volte' della sua bambina, ma che questa volta ha deciso di mettere se stesso al primo posto. Venendo però per questo denunciato pubblicamente, davanti a migliaia di ascoltatori e utenti dei social che oggi leggono la notizia.

Il caso di Marta: "Per mio padre la mia laurea vale meno della sua squadra"

"Mi chiamo Marta e vorrei raccontarvi una cosa che mi sta facendo rimanere male" racconta una giovane ai microfoni di Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del programma notturno di Rai Radio 2 "I Lunatici". "Per un uomo di 60 anni la laurea della figlia viene dopo la sua squadra di calcio", prosegue la laureanda in biologia, che discuterà la tesi mercoledì 31 maggio.
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Il padre di Marta non sarà alla sua laurea perché l'uomo ha trovato i biglietti per la finale di Europa League della sua squadra del cuore

Alla cerimonia, però, non prenderà parte il suo papà, perché proprio quel giorno la Roma giocherà nella capitale magiara la finale di Europa League contro il Siviglia. Una partita attesissima per i tifosi giallorossi, tanto che trovare i biglietti - compresi quelli aerei - è diventata una vera e propria odissea: dopo attese infinite, sul sito del club i biglietti sono andati a ruba e su Ebay c’è chi li vende a prezzi allucinanti, che vanno dai 300 ai 1000 euro. Per quest'uomo, evidentemente, sono più preziosi del traguardo di sua figlia. Ma l'appuntamento storico - calcisticamente parlando - che potrebbe portare la seconda coppa europea nella bacheca della Roma in due anni (dopo la vittoria nel 2022 della Conference League), può valere tanto? Secondo Marta no, non ci sono scuse che tengano, tanto da ammettere la propria amarezza e dispiacere in trasmissione.

I commenti: il pubblico si divide tra chi appoggia il padre e chi lo condanna

E gli ascoltatori della puntata, comprensibilmente, sono intervenuti sulla vicenda, ma quello che lascia stupiti è la netta divisione che si è venuta a creare tra i pareri del pubblico. Nel dibattito che si è venuto a creare, infatti, in molti si sono detti solidali con la studentessa: "Ma come si fa a mettere una partita di pallone davanti a un traguardo così importante per un figlio", si chiedono. E sui social, dove la notizia sta rimbalzando da pagina a pagina, c'è chi rincara: "Dietro una laurea c’è molta fatica e tanto tanto duro lavoro.
 
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Mettere davanti al proprio figlio/a una squadra di calcio è veramente aberrante come cosa, in un giorno così importante un genitore dovrebbe essere in prima fila a festeggiare e congratularsi con il proprio figlio e mostrare il sostegno e quanto sia fiero di lui. L’amore per un figlio va oltre qualsiasi cosa, ma soprattutto è più importante di una partita di calcio (per quanto questa sia una passione)". Ma dall'altra parte c'è uno schieramento che difende la scelta dell'uomo: "Alla fine scegliere una cosa del genere non è per forza sinonimo di cattiveria ed egoismo, se quel signore è un vero tifoso va compreso, anche le mamme e i papà devono fare cose per loro e non sempre d e solo per il figli" afferma un ascoltatore, mentre un altro arriva persino a suggerire a Marta di rimandare la discussione della tesi. E ancora, su Instagram, alcuni la buttano sull'ironia: "È più facile che lei prenda una seconda laurea piuttosto che n'altra finale da Roma".

Il caso De Rossi: "Non c'è finale che tenga"

Intanto, però, in questi giorni fa parlare di sé un caso simile ma diametralmente opposto nelle conclusioni. Un personaggio illustre che, pur avendo lo stesso problema, ha dichiarato che non andrà a Budapest. Pensare che si tratta nientemeno che dell'ex capitano della Roma, Daniele De Rossi. Il quale, dopo l'apertura della vendita dei biglietti, è stato bombardato di richieste da parte dei tifosi. Tanto che la bandiera giallorossa si è lasciato andare a uno sfogo sui social, stufo dell'assillo continuo. "Buongiorno a tutti, non ho i biglietti per la finale di Budapest e non posso rimediarli, non posso comprarne, non ho agganci e non chiamerò i giocatori perché presumo che riceveranno mille messaggi al giorno anche loro" afferma l'ex centrocampista. "Ah se avete comprato il biglietto d’aereo e prenotato l’albergo ma non avete quello per la partita sete stro**i du vorte. Fatevi un bel tour di Budapest sui pullman dei turisti ma non e la prendete con me", aggiunge piccato. E spiega che nemmeno lui mercoledì prossimo sarà a vedere la partita dei lupacchiotti alla Puskas Arena, nonostante l’invito del club.
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Daniele De Rossi con la figlia Gaia

Ma perché questa rinuncia? "La Roma tramite Vito Scala mi ha gentilmente invitato e con grande dispiacere ho dovuto rifiutare ma quando un pezzo del tuo cuore si diploma tu non puoi mancare, non c’è finale che tenga. Fate i bravi ve prego". Per DDR la festa del diploma di Gaia, la sua primogenita, ha la priorità e si accontenterà quindi di seguire i ragazzi di José Mourinho dal televisore.

Due modelli di rapporto padre-figlia: ma chi decide cos'è giusto?

Ma chi ha ragione? Non conosciamo i trascorsi di questa famiglia, non sappiamo se questa sia la prima 'assenza' di questo papà nella vita della figlia, non conosciamo il loro rapporto. Marta si dice delusa, e sicuramente la scelta del genitore l'ha fatta rimanere male. Ma giudicare superficialmente il comportamento di quest'ultimo sarebbe troppo semplicistico. Un padre, prima di tutto, è un uomo - così come le madri sono innanzitutto donne, anche se molto spesso ci si dimentica di questo fatto - una persona a sé stante rispetto alle relazioni familiari e di sangue. Con interessi e passioni. Quanto poi, questi, valgano nell'insieme della sua identità, personale e sociale, non sta a noi dirlo.