Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » La denuncia di una giovane mamma lavoratrice: “Domande su mio figlio e poi scartata”

La denuncia di una giovane mamma lavoratrice: “Domande su mio figlio e poi scartata”

Su LinkedIn la testimonianza di Giulia Scannavino che racconta cosa le è accaduto durante un colloquio: "Valutata sulla base della mia vita privata "

Barbara Berti
20 Ottobre 2022
Su LinkedIn la testimonianza di Giulia Scannavino che racconta cosa le è accaduto durante un colloquio

Su LinkedIn la testimonianza di Giulia Scannavino che racconta cosa le è accaduto durante un colloquio

Share on FacebookShare on Twitter

“Domande su mio figlio e poi scartata”. E’ la denuncia di una giovane mamma, Giulia Scannavino, romana, che tramite un post su LinkedIn racconta quanto le accaduto durante un colloquio di lavoro. “Di recente ho fatto un colloquio per una nota compagnia italiana, ero di fronte a sei persone, tra chi mi faceva domande, chi guardava se muovessi le dita delle mani e chi guardava se per caso mi tirassi su gli occhiali sul naso o respirassi” dice nel post. E continua: “Inizio a parlare del mio background formativo e in seguito elenco e spiego cosa ho imparato dalla mie esperienze lavorative. Un bagaglio non vasto, ma neanche troppo superficiale a 28 anni, direi”.

Giulia Scannavino, mamma e lavoratrice (LinkedIn)
Giulia Scannavino, mamma e lavoratrice (LinkedIn)

Scannavino, infatti, è laureata in Lingue straniere alla Sapienza ed è iscritta alla magistrale di International Cooperation and Science Development ed è mamma visto che durante gli esami d’accesso ha scoperto di essere incinta. Ha messo alla luce il figlio, ha creato una famiglia con il compagno cercando di studiare e lavorare. E durante il colloquio racconta tutto: “Poi la recruiter comincia a farmi domande sulla mia vita personale. Io non ho nessun problema a descrivermi: sicura rispondo senza farmi intimorire”. Fin qui tutto bene. “Dopo qualche minuto la situazione degenera. La recruiter inizia a chiedermi come farò a lavorare con un bambino di due anni. Se ho pensato che la mia vita con un lavoro sarà ancora più frenetica. Mi chiede con voce provocatoria come farò a trascorrere il giorno di Natale a lavoro anziché a casa con mio figlio. Sempre con lo stesso tono, mi domanda come farò a non partire con lui durante le sue vacanze estive a agosto e se soffrirò a mandarlo da solo al mare con il papà” racconta nel post la mamma lavoratrice.

Al colloquio di lavoro troppe domande sulla vita personale
Al colloquio di lavoro troppe domande sulla vita personale

“Io mantengo la calma, e con tutta onestà e tranquillità replico che, avendo partorito sotto pandemia, per sfortuna o per fortuna, ho avuto tantissimo tempo da dedicare a mio figlio. E dunque è arrivato il momento di pensare alla mia carriera” scrive nel post dove sottolinea che durante il colloquio ha specificato “che dedicarmi al lavoro sarebbe in primis un investimento per un futuro migliore da regalare a mio figlio”. Secondo la diretta interessata, l’azienda “di un certo calibro” l’ha valutata solo sulla base della sua vita privata. “Esco dal colloquio distrutta. Sì, distrutta. Sono triste, amareggiata e scoraggiata perché quelle domande hanno, senza alcun limite o filtro, frantumato il mio essere donna. Non mi è stato chiesto cosa ho imparato dalla precedenti esperienze lavorative e neanche quali fossero le mie future aspirazioni. Non mi hanno fatto domande del tipo ‘come ti vedi tra 5 anni’. Non hanno neanche letto il mio cv, se proprio dobbiamo dirla tutta” denuncia nel post dove spiega che dopo una settimana, via mail, è arrivata la risposta del colloquio: “esito negativo”.

La conclusione di Scannavino è, purtroppo, amara. “L’ultimo colloquio mi ha fatta sentire un ostacolo, un impedimento. Non hanno minimamente valutato le mie competenze, quelle che ho cercato di mostrare al meglio durante i vari steps dell’assessment, una roba tipo 6 colloqui tra individuali, collettivi, test in inglese e registrazioni. No, a loro una mamma non interessava, punto”.

Potrebbe interessarti anche

Una scena del cortometraggio a luci rosse con Michel Houellebecq
Lifestyle

Lo scrittore più famoso di Francia si dà al porno: video a luci rosse choc

30 Gennaio 2023
Zahra Amir Ebrahimi vincitrice della Palma d'oro al Festival di Cannes 2022 (Instagram)
Spettacolo

Zahra Amir Ebrahimi, chi è l’attrice iraniana vittima di un sex tape per cui ha rischiato la lapidazione

29 Gennaio 2023
Nino Gennaro a Corleone (Facebook)
Lifestyle

Pionieri Queer. Nino Gennaro, testimone e cantore di un’umanità tanto “esclusa” quanto vitale e creativa

2 Febbraio 2023

Instagram

  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
“Domande su mio figlio e poi scartata”. E’ la denuncia di una giovane mamma, Giulia Scannavino, romana, che tramite un post su LinkedIn racconta quanto le accaduto durante un colloquio di lavoro. “Di recente ho fatto un colloquio per una nota compagnia italiana, ero di fronte a sei persone, tra chi mi faceva domande, chi guardava se muovessi le dita delle mani e chi guardava se per caso mi tirassi su gli occhiali sul naso o respirassi” dice nel post. E continua: “Inizio a parlare del mio background formativo e in seguito elenco e spiego cosa ho imparato dalla mie esperienze lavorative. Un bagaglio non vasto, ma neanche troppo superficiale a 28 anni, direi”.
Giulia Scannavino, mamma e lavoratrice (LinkedIn)
Giulia Scannavino, mamma e lavoratrice (LinkedIn)
Scannavino, infatti, è laureata in Lingue straniere alla Sapienza ed è iscritta alla magistrale di International Cooperation and Science Development ed è mamma visto che durante gli esami d’accesso ha scoperto di essere incinta. Ha messo alla luce il figlio, ha creato una famiglia con il compagno cercando di studiare e lavorare. E durante il colloquio racconta tutto: “Poi la recruiter comincia a farmi domande sulla mia vita personale. Io non ho nessun problema a descrivermi: sicura rispondo senza farmi intimorire”. Fin qui tutto bene. “Dopo qualche minuto la situazione degenera. La recruiter inizia a chiedermi come farò a lavorare con un bambino di due anni. Se ho pensato che la mia vita con un lavoro sarà ancora più frenetica. Mi chiede con voce provocatoria come farò a trascorrere il giorno di Natale a lavoro anziché a casa con mio figlio. Sempre con lo stesso tono, mi domanda come farò a non partire con lui durante le sue vacanze estive a agosto e se soffrirò a mandarlo da solo al mare con il papà” racconta nel post la mamma lavoratrice.
Al colloquio di lavoro troppe domande sulla vita personale
Al colloquio di lavoro troppe domande sulla vita personale
“Io mantengo la calma, e con tutta onestà e tranquillità replico che, avendo partorito sotto pandemia, per sfortuna o per fortuna, ho avuto tantissimo tempo da dedicare a mio figlio. E dunque è arrivato il momento di pensare alla mia carriera” scrive nel post dove sottolinea che durante il colloquio ha specificato “che dedicarmi al lavoro sarebbe in primis un investimento per un futuro migliore da regalare a mio figlio”. Secondo la diretta interessata, l’azienda “di un certo calibro” l’ha valutata solo sulla base della sua vita privata. “Esco dal colloquio distrutta. Sì, distrutta. Sono triste, amareggiata e scoraggiata perché quelle domande hanno, senza alcun limite o filtro, frantumato il mio essere donna. Non mi è stato chiesto cosa ho imparato dalla precedenti esperienze lavorative e neanche quali fossero le mie future aspirazioni. Non mi hanno fatto domande del tipo ‘come ti vedi tra 5 anni’. Non hanno neanche letto il mio cv, se proprio dobbiamo dirla tutta” denuncia nel post dove spiega che dopo una settimana, via mail, è arrivata la risposta del colloquio: “esito negativo”. La conclusione di Scannavino è, purtroppo, amara. “L’ultimo colloquio mi ha fatta sentire un ostacolo, un impedimento. Non hanno minimamente valutato le mie competenze, quelle che ho cercato di mostrare al meglio durante i vari steps dell’assessment, una roba tipo 6 colloqui tra individuali, collettivi, test in inglese e registrazioni. No, a loro una mamma non interessava, punto”.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto