Lo sfruttamento della maternità surrogata diventa un eurocrimine

Aggiornata la direttiva europea contro il traffico degli esseri umani e la protezione delle vittime, con l’inserimento, tra gli eurocrimini, anche dei matrimoni forzati e delle adozioni illegali. Pro Vita: “Bene il voto, ma bisogna condannare l’utero in affitto a prescindere dalla costrizione”

di Redazione Luce!
23 aprile 2024
maternità surrogata

maternità surrogata

C’è anche lo sfruttamento della maternità surrogata tra gli eurocrimini, insieme a matrimoni forzati e adozione illegali. È quanto prevede il testo della direttiva contro il traffico di esseri umani che ha ricevuto il via libera finale dell'Europarlamento. Gli europarlamentari hanno approvato il testo con 563 voti a favore, 7 contro e 17 astensioni.

Un voto che non va a colpire la gestazione per altri in quanto tale – forse sarebbe utile precisarlo – ma lo sfruttamento della madre surrogata. Cosa che, soprattutto in alcuni Paesi e in condizioni di estrema povertà, accade. Infatti le associazioni Pro Vita gioiscono, ma non troppo. Loro, come sappiamo, vorrebbero molto di più dall’alto delle loro posizioni estreme.

"L'inserimento da parte del Parlamento Europeo dello sfruttamento di donne a fini di utero in affitto tra i crimini relativi alla tratta di esseri umani è un importante affermazione di principio, ma la prossima Eurocamera dovrà avere il coraggio di condannare l'utero in affitto in quanto tale e a prescindere dall'eventuale costrizione della donna coinvolta”.

Non sono soddisfatti al 100% quindi, ma comunque utilizzano il voto europeo come clava sulla testa del Parlamento italiano chiamato a dibattere sulla proposta di Fdi di rendere la gestazione per altri un "reato universale". E infatti aggiungono: “Dopo questo passo avanti dell'Unione Europea è ancora più urgente l'approvazione in Senato del disegno di legge Varchi per rendere l'utero in affitto un reato universale dopo l'approvazione alla Camera dello scorso luglio”.

La direttiva europea dovrà ora essere adottata formalmente dal Consiglio Ue ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione.