Pressioni alle donne contro aborto nei consultori: “Costrette ad ascoltare il battito del feto”

La denuncia del Centro donne contro la violenza di Aosta, che parla di ingerenze indebite nelle strutture sanitarie ubbliche per coloro che vogliono interrompere la gravidanza

di Redazione Luce!
27 aprile 2024
Le donne del Centro anti violenza di Aosta

Le donne del Centro anti violenza di Aosta

C’era da aspettarselo. Probabilmente non poteva che andare così, dopo il via libera del Parlamento all’emendamento sull’accesso delle associazione del terzo settore – ma soprattutto dei Pro Vita & Famiglia – nei consultori. È solo l’inizio. Si può dire qualsiasi cosa, ma resta, sul fondo dei pensieri come in bocca, quel sapore amaro della sconfitta. Anni di lotte e rivendicazioni per affermare i diritti fondamentali sul proprio  – il proprio! – corpo, sulla propria persona, che vanno in fumo in pochi giorni. 

La denuncia del Centro antiviolenza di Aosta

Il Centro donne contro la violenza di Aosta denuncia di aver ricevuto “segnalazioni di donne che, giunte in presidi sanitari pubblici del territorio regionale per accedere all'interruzione volontaria di gravidanza, sono state negli stessi luoghi sottoposte a indebite interferenze e pressioni da parte di volontari, consistenti nell’imporre l'ascolto del battito fetale o nella promessa di sostegni economici o beni di consumo, con il preciso intento di dissuaderle dalla scelta di abortire, personalissima e spesso sofferta”. Donne che chiedono l’aborto, rivendicano il proprio diritto all’autodeterminazione, e in cambio ottengono invece una violenza inimmaginabile, gravissima. 

Pro vita nei consultori, “pressioni psicologiche sulle donne”

'Pressioni in strutture sanitarie pubbliche contro aborto'
'Pressioni in strutture sanitarie pubbliche contro aborto'

Quello di Aosta, in sinergia con gli altri Centri antiviolenza aderenti alla rete nazionale Di.Re, “avvierà pertanto azioni di monitoraggio della corretta applicazione della legge 194/1978 nel territorio regionale, e azioni di sensibilizzazione e resistenza, sostenendo le donne e valutando con esse, qualora ne ricorrano le condizioni e nel rispetto della loro volontà, ogni iniziativa utile a tutela delle stesse”. Il Centro donne, continua la nota di denuncia, “condivide le preoccupazioni da più parti espresse per la scelta del Governo di prevedere, con un emendamento alla legge 194, la possibilità per i consultori, presidi pubblici di accoglienza e tutela della salute della donna, di concordare la presenza delle c.d. associazioni pro-vita, non solo a supporto dei percorsi di maternità difficile dopo la nascita, ma anche nella delicatissima fase di maturazione della decisione di interrompere, o meno, la gravidanza”.

“La scelta legislativa di autorizzare il ricorso, in questa fase, alla presenza di enti del terzo settore che ideologicamente si battono per l’abolizione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza – chiosano le associate – porta con sé il rischio concreto di vittimizzazioni dovute all'esercizio di pressioni psicologiche sulle donne, come dimostrano i casi verificatisi anche in Valle d'Aosta”.

La capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella, dopo la nota del Centro donne contro la violenza di Aosta sostiene che sia “gravissima la denuncia che segnala pressioni e ingerenze sulle donne che si recano nelle strutture sanitarie pubbliche per accedere all'interruzione volontaria di gravidanza. Spero che la vicenda verrà affrontata adeguatamente dalle autorità, intanto non c'è dubbio, e credo che nessuno possa smentire, che tutto questo è anche frutto del clima voluto da questo Governo che ha attaccato frontalmente la 194”.