Striscione “Stop bombing Gaza” al mercato, multato un apicoltore: “Il dissenso disturba”

Lo striscione che l'ambulante aveva esposto davanti al suo banchetto chiedeva il cessate il fuoco a Gaza e lo stop al genocidio in corso in Palestina. L'intervento dei carabinieri che hanno sanzionato l'apicoltore per propaganda politica non autorizzata

di CHIARA CARAVELLI
16 ottobre 2024
cartello proPal

È stato multato di 430 euro per aver esposto sul banchetto dove vendeva il suo miele uno striscione con la scritta: “Stop bombing Gaza, stop genocide”. Il protagonista di questa spiacevole vicenda è Marco Borrella, un apicoltore della provincia di Como, che lunedì mattina ha ricevuto la sanzione mentre con il suo banchetto era andato al mercato di Desio, in provincia di Monza e Brianza.

"La mia era una richiesta di pace, non messaggio d’odio”

“Ero a fare il mercato a Desio – racconta Borrella – con il mio banco del miele e a un certo punto della mattinata si sono presentati due carabinieri chiedendo di rimuovere lo striscione con scritto ‘stop bombing gaza stop genocide’ perché mi hanno detto che si trattava di propaganda politica non autorizzata. Mi sono rifiutato di farlo perché penso che il messaggio che veicola lo striscione non sia d'odio ma una richiesta di pace immediata e di interruzione del genocidio in corso, a quel punto mi è stato fatto un verbale con una sanzione di 430 euro al quale dovrei rispondere, intanto ho parlato con un avvocato che mi aiuterà a presentare ricorso”.

Una vicenda che ha fatto, giustamente, molto discutere. L’apicoltore ha fatto sapere che, per non rischiare altre multe, difficilmente esibirà ancora lo striscione davanti al suo banchetto. "Non era la prima volta – continua Borrella – che avevo lo striscione, ma lunedì avrà dato fastidio a qualcuno”.

Solidarietà all’apicoltore

Subito dopo aver reso nota la sua storia, all'apicoltore sono arrivati molti messaggi di solidarietà: “Non mi aspettavo – ha scritto su Instagram – di dover subire un episodio come quello di ieri mattina, che definirei di censura, ma nemmeno pensavo che così tante persone sarebbero state così presenti a sostenermi. Dà speranza”. E poi: “Sarebbe stato ingiusto e umiliante accettare di rimuovere lo striscione per il quieto vivere, per continuare ad accettare il silenzio della nostra società. Perché il dissenso disturba, il dialogo tra le persone impaurisce, e la richiesta di giustizia viene negata”.

L’episodio ha scatenato le polemiche anche da parte di alcuni esponenti politici che hanno condannato quanto successo al mercato di Desio: “Una vicenda che lascia davvero basiti – hanno fatto sapere in una nota congiunta i segretari del Partito Democratico delle province di Monza e Brianza e di Como, Lorenzo Sala e Carla Gaiani – un atto davvero grave perché va a ledere la libertà di espressione e di pensiero di ognuno. Un gesto umano, sociale prima ancora che politico, quello dell’ambulante, punito in maniera sconsiderata”.

Le reazioni politiche 

Immediata anche la reazione di Nicola Fratoianni di Avs con un’interrogazione parlamentare al Governo: “Chiediamo ai ministri Piantedosi e Crosetto chiarezza. L'iniziativa dei carabinieri di Desio appare lesiva della libertà di espressione dal momento che un appello a cessare il fuoco, esposto in modo assolutamente pacifico, non può essere assimilato a ‘propaganda politica non autorizzata’ e un messaggio da censurare e rimuovere”. Poi aggiunge: “Vogliamo sapere a questo punto da Crosetto e Piantedosi se esistano precise indicazioni fornite alle forze dell'ordine di rimuovere ogni scritta, striscione e manifesto che richiami il conflitto israelo-palestinese in corso a prescindere dall'effettivo contenuto dello stesso, come è accaduto con questo striscione che invocava il cessate il fuoco a Gaza. Inoltre, vogliamo sapere quali iniziative assumeranno i ministeri interessati per garantire il libero esercizio della libertà di espressione esercitata attraverso forme e modalità pacifiche e legittime. Libertà di espressione che il comportamento adottato dai carabinieri di Desio sembra comprimere se non impedire”.