"Non abbiamo inventato nulla.
C'è una legge, c'è una sentenza della Corte costituzionale del 2019. E noi in Veneto ci siamo limitati a rispettarla". Così
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, commenta il
suicidio assistito di Gloria, trevigiana di 78 anni, che si è fatta accompagnare alla morte domenica scorsa, in casa, vicino a Treviso. Il presidente precisa che non si tratta di essere a favore della procedura o contro: "È doveroso rispettare le idee di tutti. Però è pur vero che
prima viene la libertà del singolo, del paziente che si vede costretto in alcuni estremi casi a chiedere la somministrazione di questi farmaci. E io penso che non decidere per non immischiarsi in questi fatti, non essere coinvolti, vuol dire stare nel posto sbagliato. Noi siamo chiamati a rispettare i cittadini, le persone".
La battaglia di Laura Santi per accedere al suicidio assistito
Eppure in Italia non tutte le persone che provano ad usufruire di quella legge riescono a raggiungere lo stesso risultato. Lo sa bene
Laura Santi, 48 anni, giornalista di Perugia malata di
sclerosi multipla che da anni porta avanti la sua battaglia. Un percorso lungo e difficile tra le maglie della burocrazia che lei però è decisa a continuare.
La giornalista perugina è affetta da una grave forma di sclerosi multipla e sta perdendo l'autosufficinza
"Sono affetta da una forma grave di sclerosi multipla che non conosce cure e non conosce stop 24 ore su 24" sottolinea. Una patologia invalidante che la sta portando a
perdere l’autosufficienza. Lei che non ha rinunciato a scrivere, diventando blogger sui temi della disabilità, del welfare e dei diritti (
lavitapossibile.it) sostenuta dal marito Stefano, chiarisce: "Non ho ancora deciso di lasciare la vita, ma ho
il diritto di essere libera di farlo".
Domande senza una risposta
Attende da oltre un anno il completamento della procedura per l’accesso alla verifica delle proprie condizioni ai sensi della
sentenza costituzionale 242/2019, per accedere all’aiuto al suicidio assistito, da parte della Ausl umbra di riferimento. Però
il tempo passa e le risposte non arrivano. Così ha deciso di passare alle vie legali: prima una denuncia ai Carabinieri nei confronti dell’Ausl Umbria 1, presentata insieme all'avvocato Filomena Gallo e a Marco Cappato (rispettivamente segretaria e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, alla quale Laura si è avvicinata in modo naturale fino a diventare testimonial della Campagna sul fine vita). Poi anche un'azione in sede civile, con un ricorso d'urgenza in Tribunale in cui si chiede "un ordine del Giudice nei confronti dell’azienda sanitaria e il parere del Comitato Etico".
Le vie legali
Laura Santi è assistita dall'associazione Coscioni nella sua battaglia legale
Si tratta dello stesso procedimento avviato dal collegio legale dell’Associazione nelle Marche per conto di
Federico Carboni, il primo italiano ad aver avuto accesso al suicidio assistito nel nostro Paese, dopo due anni di battaglie legali. La risposta è arrivata ai primi di luglio. "La ricorrente ha diritto di ottenere un
parere espresso dal Comitato etico regionale che dovrà essere emesso
entro 30 giorni dalla sua costituzione" che "a sua volta dovrà intervenire entro 30 giorni dalla presente ordinanza", ha stabilito il Tribunale Civile di Perugia. Che inoltre ha accertato "il diritto della ricorrente, qualora all’esito del parere del Comitato etico e delle valutazioni rimesse all’Usl Umbria 1, vengano individuate positivamente le
precondizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito, a ottenere che l’Usl convenuta indichi anche le modalità di attuazione, individuando farmaco e posologia". "La decisione - è stato il commento dell'avvocato Gallo - accerta il diritto di Laura Santi a ottenere il completamento delle verifiche". La battaglia della giornalista perugina va avanti...