Test di medicina: qualcosa cambia (ma, forse, sarebbe meglio di no)

Le prove del test di medicina sono slittate ancora, si va ad aprile. Intanto cerchiamo di fare chiarezza sulle possibili novità

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI -
17 gennaio 2024
test-d-ingresso-medicina-2022-ecco-il-vademecum-per-gli-aspiranti-emiliano-romagnoli

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Il test di ingresso per la facoltà di medicina non trova pace. Se nei primi giorni dell’anno a far discutere è stata la modalità proposta per le prossime sessioni che vedrà attingere per la scelta delle domande da una banca dati pubblica composta da cinquantamila domande, dall’altra il TAR del Lazio è alle prese con un ricorso contro il TOLC MED, recente modalità di arruolamento per aspiranti medici ampiamente discussa e criticata.

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Dal Ministero è giunta la notizia di uno slittamento ad aprile della prima sessione in calendario originariamente attesa per febbraio 2024.

I test si faranno ad aprile

In attesa della sentenza che non si esclude possa accogliere le rimostranze di migliaia di future matricole, dal Ministero è giunta la notizia di uno slittamento ad aprile della prima sessione in calendario originariamente attesa per febbraio 2024. Tutto ciò nei mesi in cui - tra le altre priorità - il Governo si interroga sull’opportunità di togliere il numero chiuso per immatricolarsi. Una questione spinosa, annosa e controversa, che ha sullo sfondo schiere di medici che di restare in Italia proprio non ne vogliono sapere e ospedali sempre più vuoti.

L’istinto di sopravvivenza potrebbe indurre i decisori politici a spalancare le porte a chicchessia pur di sfornare laureati pronti a indossare il camice, inforcare lo stetoscopio e correre in corsia. Come i medical drama romanticamente narrano di qua e di là dall’Oceano, per svolgere bene il lavoro di medico serve però sentirsi tale fino al midollo ed essere estremamente preparati e competenti.

Una missione che, secondo alcuni, vede nel test di ingresso alla vecchia maniera un elemento dal quale è impossibile prescindere, una sorta di Giuramento di Ippocrate preventivo che include i migliori ed esclude i meno motivati, appassionati, portati.

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I candidati avranno a disposizione 90 minuti per rispondere a 50 quesiti, consultabili prima della prova

Un'ora e mezzo per rispondere a cinquanta domande

Il punto è che le procedure di selezione, oltre che intrinsecamente efficaci allo scopo, dovrebbero essere anche funzionali e una progressiva standardizzazione deve essere apparsa agli addetti ai lavori la soluzione migliore per evitare l’effetto collo di bottiglia che, in passato, ha visto crollare il numero degli iscritti. E così la prossima primavera, se le carte in tavola non cambieranno di nuovo, i candidati avranno a disposizione 90 minuti per rispondere a 50 quesiti - consultabili prima della prova - di comprensione del testo, biologia, chimica e fisica, matematica e ragionamento.

Ciò vuol dire che i concorrenti potranno esercitarsi su domande potenzialmente “pescabili” il giorno dell’esame. Una modalità pressoché identica a quella per conseguire la patente dell’automobile. Un test in cui la memoria servirà molto più delle conoscenze. Un’idea utile, tra l’altro, a prevenire i numerosi ricorsi che contestavano la frequente ridondanza di alcune domande, ampliando in maniera importante il numero dei quesiti possibili.

L'ipotesi dei corsi online delle varie università

Le novità non finiscono qua: il Ministero pare stia valutando addirittura l’ipotesi di invitare gli atenei a organizzare corsi online, evitando l’overbooking di matricole durante i primi mesi dell’anno accademico. L’obiettivo chiaramente dichiarato è fare in modo che gli iscritti aumentino. La strada verso la totale apertura pare essere tracciata anche se, a detta della ministra Bernini, a oggi non esistono le condizioni sistemiche per poterla rendere reale.

L’auspicio che le corsie d’Italia tornino a essere gremite di medici capaci, competenti e motivati è quanto mai attuale. Resta da capire quale sia il modello migliore da seguire tra la linea dell’estremo rigore e quella di un più cauto “purché funzioni”. Le recentissime italiche fiction-narrazioni che raggiungono quote di share insperabili (ndr “DOC - Nelle tue mani” con Luca Argentero) avrebbero molto da dire su questo fronte.

Forse, basterebbe, come al solito, imboccare la via mediana, facendo i conti con il presente senza scendere a compromessi al ribasso, tra quizzoni e impegno.