“Troppe donne in magistratura”: per Lucília Gago gravidanze e allattamento rallentano il lavoro

La Procuratrice generale della Repubblica portoghese ha puntato il dito sull’elevato numero di donne nelle procure, raccogliendo molte critiche su di sé

di MARCO PILI
12 settembre 2024
Lucília Gago, Procuratrice della repubblica portghese (Fonte: www.ministeriopublico.pt)

Lucília Gago, Procuratrice della repubblica portghese (Fonte: www.ministeriopublico.pt)

In Portogallo, i diritti delle lavoratrici sono finiti ancora una volta sotto attacco. La Procuratrice generale della Repubblica Lucília Gago, nel corso di un’audizione tenutasi ieri presso la commissione parlamentare per gli Affari costituzionali, ha pronunciato una serie di dichiarazioni controverse in merito al numero di donne presenti nei pubblici uffici. Un fattore che, secondo la funzionaria, rallenterebbe in modo inesorabile l’espletamento delle funzioni giuridiche del paese.

La Procuratrice, nota all’opinione pubblica per il ruolo assunto nel corso di precedenti vicende giudiziarie, era stata convocata dalla Commissione per riferire a proposito non solo dell’uso - considerato “disinvolto” - delle intercettazioni telefoniche, ma anche dell’eccessiva durata del tempo di custodia che intercorre mediamente tra il fermo e il primo interrogatorio. Ed è proprio in merito alla durata del fermo preventivo che Gago ha deciso di additare la colpa non solo alla carenza di personale ma, in particolar modo, ai diritti esercitati dalle lavoratrici, considerate “troppe”.

La dichiarazione e le critiche dell’opinione pubblica

“La percentuale di lavoratrici donne presso le procure è superiore ai due terzi o, se si considera la fascia d'età fino ai 30 anni, quasi il 90%. Oggettivamente, questa circostanza è un fattore che aggrava le inefficienze a causa di gravidanze, congedi parentali e permessi per allattamento”, ha dichiarato la funzionaria nel corso dell’audizione. Ma alle prime voci di protesta, levatesi nell’immediato, si è aggiunta quella del Movimento democratico delle donne: “Qualsiasi affermazione che ignori che i diritti di protezione della maternità - compresi il congedo parentale e il congedo per l’allattamento al seno - sono conquiste di civiltà e non ‘vincoli’, e che riduce la presenza femminile nel Pubblico ministero a un problema amministrativo o di gestione delle risorse umane, dovuto alla maternità, è un’affermazione che svaluta i diritti conquistati e rafforza una narrazione che perpetua la disuguaglianza e la discriminazione delle donne sul lavoro e nella società in generale”.

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Secondo l’Mdd, infatti, le dichiarazioni della Procuratrice sarebbero profondamente sessiste e ageiste; dunque, discriminerebbero le lavoratrici in base a sesso ed età, unicamente a causa della loro possibilità di richiedere permessi legati ad una eventuale maternità. Parole considerate profondamente lesive dei diritti solo recentemente acquisiti a livello nazionale e che, di conseguenza, hanno dato il via ad un grande dibattito tramite social media e canali comunicativi tradizionali.

“Quando Lucília Gago è nata nel 1956, alle donne era precluso l'accesso alla magistratura. Solo con il 25 aprile (1974, ndr) il divieto è terminato e Gago ha potuto entrare nell'ufficio del Pubblico ministero nel 1980. E ora si lamenta delle troppe donne nell'ufficio del pubblico ministero, sputando sulla lotta per l'uguaglianza che l'ha portata dove è. Deplorevole!”, è solo uno dei commenti rivolti da molti e molte utenti, volti a sottolineare il percorso che il paese iberico ha compiuto nelle ultime decine di anni in merito a diritti e uguaglianza.

I precedenti: la fallace “Operazione influencer”

Lo scorso anno, Lucília Gago era già finita nell’occhio del ciclone a causa della rinomata “Operazione Influencer”, la quale aveva comportato la destituzione del primo ministro socialista António Costa e che, nei mesi successivi, si era rivelata piena di omissioni, errori e cattive interpretazioni delle intercettazioni telefoniche utilizzate, delle quali proprio Gago era responsabile.

Ma, una volta convocata in commissione per riferire di questi fatti, la Procuratrice originaria di Lisbona è nuovamente scivolata in dichiarazioni che non hanno tardato a riportarla sotto i riflettori - e le critiche - dell’ala progressista del Parlamento, che ha presto definito Gago “un’arrogante”.