Tumore alle ovaie, 6mila nuovi casi ogni anno: “Garantire a tutte l’accesso a test e cure”

Per l'Occ (Ovarian cancer commitment) l’Italia dovrebbe incentivare l'esecuzione di test genomici

17 settembre 2024
Tumore ovarico

Tumore alle ovaie, oltre 6mila casi ogni anno

Garantire a tutte le donne l'accesso ai test e alle cure innovative per contrastare il tumore dell'ovaio, che registra ogni anno in Italia oltre 6mila nuovi casi. È questa la principale richiesta alle Istituzioni dell'Ovarian Cancer Commitment Occ - coalizione che riunisce clinici e associazioni pazienti - in un nuovo documento presentato oggi in Senato.

Oltre 6.000 nuovi casi e 3.600 decessi ogni anno per una sopravvivenza a cinque anni che si attesta al 43%. Sono questi i tre principali dati che descrivono la realtà del tumore ovarico nel nostro Paese. È un 'big killer' e al momento della diagnosi fino all'80% delle pazienti presenta una malattia già in fase avanzata.

Per potenziare l'assistenza medico-sanitaria, l'Occ ha lavorato ad un policy paper sulla neoplasia. "È una patologia oncologica che presenta un'elevata eterogeneità biologica ma solo di recente sono stati introdotti nuovi farmaci a bersaglio molecolare - spiega Domenica Lorusso, ordinario di Ostetricia e Ginecologia alla Humanitas University -. Fino a un decennio fa la chemioterapia era l'unica possibile opzione terapeutica. Oggi invece, sia per la malattia in stadio avanzato che per le recidive, sono disponibili terapie target. Diventa perciò fondamentale l'esecuzione di test genetici specifici in grado di valutare l'opportunità di somministrare farmaci potenzialmente molto efficaci”.

Tra le richieste dell'Occ per l'Italia vi è anche l'incentivare l'esecuzione di test genomici. "Sono esami che permettono un più personalizzato percorso di cura in base alle caratteristiche di ogni singola paziente - sostengono gli autori del documento -. Proprio per questo devono essere garantiti in tutti e 21 i sistemi sanitari regionali attivi in Italia”.

Il test analizza i geni BRCA1 e BRCA2 e da questi il possibile utilizzo di una nuova categoria di farmaci, i Parp-inibitori. "Come rappresentati del Senato prendiamo l'impegno di portare avanti le richieste dell'Occ - sostiene la senatrice Elena Murelli, membro della Commissione Sanità e Lavoro del Senato -. Il diritto alla salute è previsto e riconosciuto dalla nostra Costituzione, compito del Parlamento è assicurarlo a tutti i cittadini. Questo principio è particolarmente valido quando dobbiamo affrontare il cancro, un gruppo di malattie in crescita ma per fortuna sempre più curabili”.