Disabilità, due pedane all'Arena di Verona grazie a Valentina Tomirotti

La giornalista e attivista nel 2019 non aveva potuto vedere il concerto di Coez perché il pubblico era in piedi. Dopo una battaglia legale è arrivata la vittoria

di ILARIA VALLERINI
25 giugno 2023
Valentina Tomirotti

Valentina Tomirotti

Valentina Tomirotti, battaglia vinta Disabilità, due pedane all'Arena di Verona grazie a lei. Un capitolo che si chiude con una vittoria condivisa. "Abbiamo vinto tutti". E' un grido di giustizia quello della giornalista e attivista Valentina Tomirotti, sempre in prima linea per la tutela dei diritti delle persone con disabilità. Tanto nella vita quotidiana quanto nelle occasioni speciali come un grande evento. La donna ha vinto la battaglia legale intrapresa nei confronti della Arena di Verona, della Fondazione Arena e di Vivo Concerti per condotta discriminatoria: dovranno installare due pedane all'interno dell'Arena e risarcire l'attivista per il danno subito. L'incubo vissuto al concerto di Coez, quando non aveva potuto vedere lo spettacolo perché il pubblico era in piedi, ora è solo un brutto ricordo. L'Arena non avrà più una visibilità ridotta ma sarà all'altezza di tutti e tutte.

La vicenda di Valentina Tomirotti

Settembre 2019. L'attivista – affetta da displasia diastrofica e costretta a muoversi in sedia a rotelle – va al concerto di Coez all’Arena, ma quando le persone si alzano in piedi non vede nulla. "Ero in platea insieme a un accompagnatore, senza protezioni", ha spiegato l'attivista. "All’Arena i posti per disabili sono all’inizio e alla fine di ogni fila di sedie in platea. Appena è iniziata la musica, la gente si è alzata in piedi". "Ho protestato con gli addetti alla sicurezza perché era pericoloso per una persona in carrozzella, oltre al fatto che non vedevo nulla. Era un concerto di musica indie e ovviamente le persone ballavano. Sono rimasta fino alla fine ma il concerto non l’ho proprio visto".
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La giornalista e attivista (Instagram)

La prima causa persa

L'attivista ha fatto causa all’Arena, a Fondazione Arena e a Vivo Concerti, ma l’ha persa nel 2020. "In primo grado il giudice ha affermato che c’erano i maxischermi e ha sostenuto che, ai concerti, non è obbligatorio vedere perché la musica si ascolta. Sono stata condannata a pagare le spese processuali pari a 5mila euro". In quell’occasione aveva dichiarato che "nessuno ha detto che l’Arena sia il male e nessuno ha detto che l’Arena non sia accessibile. Ma i concerti all’Arena per le persone con disabilità non sono fruibili".
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L'attivista: "Dopo più di 3 anni finalmente si chiude un brutto capitolo" (Instagram)

La svolta con l'atleta paralimpica Righetti

L'attivista ha fatto ricorso presso la Corte di Appello di Brescia avvalendosi della assistenza legale dell’Associazione Luca Coscioni. Nel frattempo c’è stata una seconda causa intentata dall’atleta paralimpica Sofia Righetti che ha avuto lo stesso problema al concerto degli Evanescence che si è tenuto all’Arena il 2 settembre 2019.
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L'atleta paralimpica Sofia Righetti

A marzo 2023, un tribunale civile ha stabilito un risarcimento di 3.500 euro da parte della Fondazione Arena, Arena di Verona e Vivo Concerti (la realtà che organizzava lo show). E ha ordinato di "rimuovere gli effetti della accertata discriminazione" entro il 31 dicembre, ovvero di allestire due pedane rialzate dalle quali i disabili possono vedere e non solo sentire i concerti. Anche grazie a questo precedente il ricorso della donna ha portato a un accordo. "Dopo oltre tre anni dal concerto incubo di Coez all’Arena", scrive la donna sul suo profilo Instagram. "Si chiude un brutto capitolo: finalmente il procedimento civile, intrapreso contro Fondazione Arena e Vivo Concerti per condotta discriminatoria, si è concluso con una transazione nella quale vengono riconosciute le ragioni poste alla base della mia azione legale" conclude la donna. E sottolinea che, "grazie al supporto dell’Associazione Luca Coscioni, non sarebbe stata possibile" conclude la giornalista e attivista.