Vittima di maltrattamenti perde un occhio: dopo la protesta potrà avere la protesi oculare

La denuncia iniziale del presidente di Nodi d'Amore: "L'Asl sta impedendo a Dory di tornare ad una vita normale". Poi il lieto fine

di EDOARDO MARTINI
21 settembre 2023
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In Italia, purtroppo, i casi di violenza di genere sono quasi all'ordine del giorno. Tra le vittime di maltrattamenti tra le mura di casa la signora Dory, 39 anni, che qualche mese fa è stata aggredita dal marito che non accettava l'idea della separazione e, pur salvandosi dal pestaggio, a causa delle botte ha perso l'occhio destro.
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Il presidente dell'Associazione Nodi D'Amore Giovanni Gravili insieme alla signora Dory

La richiesta di protesi

La donna, a causa della violenza domestica, ha dovuto subire un primo intervento urgente all'ospedale di Cisenello, e poi a Roma, ad agosto, le è stata applicata una protesi oculare temporanea.

Nella cartella clinica della donna si indicava poi che, entro e non oltre la metà di settembre, avrebbe dovuto subire un nuovo intervento per evitare eventuali infezioni all'occhio e per inserire la protesi definitiva.

La 39enne qualche giorno fa, dopo aver inoltrato la domanda di invalidità civile, si è recata all'Asl di Cascina, Pisa, portando con sé la documentazione che attestava la perdita dell'occhio.

A questo punto, però, è sorto un problema. L'azienda sanitaria, inizialmente, le ha infatti comunicato che, stando ai fogli, non le spettava la protesi oculare di vetro e che avrebbe dovuto pagarla a sue spese.

"Rimango basito dal silenzio dell'Asl"

La signora ha deciso di denunciare il fatto contattando il presidente dell'Associazione Nodi D'Amore, Giovanni Gravili che è intervenuto sulla vicenda: "Siamo all'assurdo, oltre il danno, per opera del marito che diceva di amarla, la beffa, da parte del servizio sanitario nazionale che impedisce a Dory di poter tornare a sperare in una vita il più possibile normale". "Il dolore per la perdita permanente dell'occhio e quello inferto all'anima permarranno, ma credo sia fondamentale che l'Asl intervenga immediatamente al fine di dare l'esenzione per l'intervento di protesi oculare ufficiale".

E ancora: "Rimango per giunta basito del silenzio da parte dell'Asl visto che nei giorni scorsi la direzione sanitaria, con cui mi ero messo in contatto, mi aveva assicurato che la signora avrebbe avuto nel giro di pochi giorni l'esenzione".

Il lieto fine

Infine conclude: "Nelle ultime ore nessuno risponde nemmeno più alle mie chiamate. Chiedo che l'Asl prenda a cuore la situazione della signora, che rischia un rigetto della protesi temporanea e che la direzione sanitaria, mantenga le promesse e gli impegni presi, ossia dare l'esenzione per poter procedere all’intervento".

"Trovo pazzesco, che una donna che ha già subito un torto enorme, debba ancora patire tale sofferenza, chi di competenza intervenga immediatamente per risolvere questo scempio!".

Dopo la protesta finalmente è arrivata la risposta dell'azienda sanitaria che ha deciso di dare a Dory la protesi oculare definitiva.

La situazione dei maltrattamenti in Italia

Nonostante il lieto fine ci sembra doveroso affrontare il discorso della violenza di genere che l'Onu ha definito come "un flagello mondiale" e che sempre più deve essere contrastata attraverso la prevenzione e un'educazione adeguata. Se prendiamo in considerazione i dati dell'Istat quando si parla di violenza sulle donne in Italia, ci sono tre dati che vanno tenuti a mente. Primo, il 32% di tutte le italiane, circa dieci milioni, ha subito nel corso della propria vita qualche forma di maltrattamenti fisici o sessuali. Secondo, il 63% degli stupri è commesso da un partner o da un ex. Terzo, nel 92% dei casi le vittime di femminicidio conoscevano il loro assassino. Non c'è ragazza, donna o anziana che sia immune dal rischio di violenza. E questo è vero a prescindere dalla classe sociale, dal reddito, dall'istruzione o dal luogo di residenza. C ontrariamente a quando si potrebbe pensare, ad esempio, la maggior parte delle donne prese in carico dai centri antiviolenza non sono giovanissime, ma hanno tra i 30 e i 50 anni. E molto spesso sono madri.