Formazione e workshop, info lavoro e orientamento alle tutele e al lavoro, ciclo-officina e ricarica, sportelli informativi, fisco e permessi di soggiorno: è stata inaugurata in via Palmieri, a Firenze, Casa Rider, un luogo di riposo e ristoro per i ciclofattorini con servizi di informazione e supporto.
Casa Rider, la prima struttura di questo tipo in Italia, sorge nel cuore del centro storico, a due passi da piazza Santa Croce, in un locale di proprietà del Comune assegnato alla Cgil, che, dopo anni di lotte per affermare diritti in questo settore, ha promosso il progetto insieme alle organizzazioni L’Altrodiritto, Cat, Oxfam e Nosotras, da tempo impegnate nella tutela delle persone migranti.
Lo spazio nasce dal bisogno dei rider (circa 200 quelli che lavorano quotidianamente a Firenze, soprattutto stranieri ma anche studenti che intendono arrotondare e finanche persone più adulte espulse dal mondo del lavoro) di avere un luogo dove sostare in attesa di una consegna, spesso pagata pochi euro, nonostante il gran caldo o le giornate fredde e di pioggia. Una “casa”, dove potersi riparare e riposare, bere un bicchiere d’acqua, ricaricare le batterie, condividere problemi.
L’inaugurazione arriva dopo mesi di iniziative, eventi di autofinanziamento, incontri di co-progettazione insieme ai rider, a singoli attivisti e associazioni del territorio. E dopo un crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso al quale hanno contribuito oltre 200 donatori, per un totale di oltre 23mila euro.
“Sono fiero che ci sia questa possibilità ora di riposare e trovare servizi”, dice Saqib, di nazionalità pachistana, rider a Firenze per Just eat da qualche anno. “Molti di noi – spiega – abitano fuori Firenze o comunque lontano dal centro e dunque tra un turno e l’altro sono costretti a passare la giornata in giro, nelle piazze, seduti spesso per terra o sui marciapiedi, in qualsiasi condizione meteorologica. Senza contare che siamo soggetti ad aggressioni eccetera. Questa possibilità ci dà la possibilità di riposarci ed avere dei servizi. Una cosa molto bella, che cambia la nostra vita quotidiana. Pensate solo alla possibilità di usare il bagno per i propri bisogni”.
Casa Rider è anche uno spazio di ascolto e confronto per chi lavora nel food delivery e più in generale per tutti coloro che vengono da percorsi migratori e hanno bisogno di informazioni e supporto per uscire da una potenziale condizione di vulnerabilità.
“La Cgil ha voluto questo progetto credendoci fermamente, perché per dare voce al lavoro disperso servono luoghi adatti e per rappresentare questo mondo dei rider occorre farsi carico dei loro bisogni, offrendo occasioni di socializzazione e protagonismo sociale”, ha dichiarato Bernardo Marasco, segretario generale Cgil Firenze.
Mentre per la sindaca di Firenze Sara Funaro casa rider è “un messaggio molto importante che Firenze dà sul fronte della tutela del lavoro una risposta a chi svolge un’attività che spesso coincide con la precarietà. Questi lavoratori avranno finalmente un luogo di riposo e di ristoro, uno spazio di aggregazione e socializzazione, ma anche occasioni di ascolto e confronto. Con Casa Rider la nostra città continua ad essere di esempio a livello nazionale sul tema del lavoro. Siamo stati la prima città ad applicare il salario minimo in tutti gli appalti del Comune. E continuiamo a tenere alta l’attenzione sulle politiche per il lavoro, il reddito, il sostegno alle persone in difficoltà, per una Firenze che mette sempre al centro i diritti e le persone”.
Casa Rider è aperta dal lunedì al venerdì, dalle 15:00 alle 18:30, saranno valutate nel tempo estensioni di giorni e/o orari sulla base delle esigenze espresse dai rider. Lo spazio è custodito e curato da uno o più operatori specializzati, impegnati anche in sportelli informativi. Di seguito i servizi.