Lavorare quattro giorni su sette vuol dire non solo salvaguardare la salute ambientale, ma migliorare la produttività e la salute dei propri dipendenti. A confermarlo è il progetto
4 Day Week, il più ampio studio mai sperimentato al mondo in tema lavoro. Lo scorso aprile anche la città spagnola di Valencia ha voluto provare questo esperimento sociale approfittando dei giorni festivi: accorciare la settimana lavorativa rendendo festivi tutti i lunedì.
L'impatto della settimana lavorativa corta
Nel mese di febbraio un gruppo di ricercatori dell'Università di Cambridge ha diffuso i risultati del recente studio sperimentale sull’impatto della
settimana corta sulle imprese e sui dipendenti. In tutto, 61 aziende hanno preso parte all’esperimento, per un totale di circa 2.900 dipendenti. Quest'ultimi hanno lavorato per una media di
34 ore alla settimana per sei mesi. Tra giugno e dicembre 2022 hanno ridotto del 20% l'orario d'ufficio, guadagnando lo stesso stipendio che percepivano in precedenza. Le realtà scelte appartengono a settori diversi: dalla finanza al tech, passando addirittura da un negozio locale di fish and chips all’assistenza sanitaria. I titolari della maggior parte delle aziende coinvolte hanno confermato che la produttività delle loro imprese non ha subito variazioni negative. Anzi, si sono registrati diversi
effetti positivi sul lavoro.
Un esperimento dell'Università di Cambridge ha coinvolto 61 aziende e circa 2900 dipendenti che per sei mesi hanno lavorato 4 giorni a settimana
Circa il 71% dei dipendenti ha ridotto il proprio livello di
burnout, il 39% ha dichiarato di sentirsi molto meno stressato lavorando un giorno in meno. In generale, sono diminuiti ansia, stanchezza e problemi di sonno. I ricercatori hanno riscontrato una riduzione del 65% dei giorni di malattia e un calo del 57% del
numero di dimissioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Motivo per cui,
56 imprese su 61 proseguiranno con la sperimentazione, e 18 fra queste adotteranno la settimana corta in via definitiva. Molti dei dipendenti intervistati – prima, durante e dopo la sperimentazione – hanno affermato di aver trovato più facile conciliare il lavoro con gli impegni familiari e sociali: poco meno di due su tre sono riusciti a incastrare meglio gli orari lavorativi con quelli di personali e a coltivare la propria vita sociale. Tutto senza intaccare la produttività dell’azienda.
Com’è andata a Valencia?
Il progetto pilota a
Valencia ha approfittato della concatenazione dei
lunedì festivi consecutivi di aprile. Con il lunedì di Pasqua (10 aprile), San Vicente Ferrer (17 aprile), San Vicente Mártir (giorno di festa che è stato spostato dal 22 gennaio al 24 aprile) e la Festa dei lavoratori del primo maggio. Per un mese i cittadini della città spagnola hanno lavorato solo quattro giorni a settimana, per un totale di 32 ore.
A Valencia ad aprile una coincidenza fortuita ha permesso ai dipendenti di lavorare tutte le settimane 4 giorni, saltando i lunedì festivi
Una sperimentazione avviata per valutare l’impatto della riduzione delle ore e dei giorni trascorsi in azienda su produttività, economia, tempo libero e sostenibilità. "Vogliamo una
città accogliente e sana che si prenda cura delle persone" dichiara il sindaco Joan Ribò, convinto che le persone debbano “lavorare per vivere” e non il contrario. I risultati saranno adesso valutati dal centro di innovazione
Las Naves del Comune di Valencia, mentre le conclusioni del test arriveranno a partire dal 20 luglio. I principali ambiti su cui si porrà l’attenzione sono gli effetti della settimana lavorativa corta sul
benessere e sull’equilibrio tra vita sociale e lavorativa, ma anche l’analisi degli effetti sull'emergenza climatica, sull’impatto economico, sul turismo e sull’industria alberghiera.
Cos'è la 4 Day Week
La 4 Day Week è una formula che supera i contratti part-time e concede tre giorni intensi da
dedicare alla famiglia e ai figli, oppure a se stessi e alle proprie attività extra, nuove o trascurate proprio a causa del lavoro: fare sport, cucinare, dedicarsi alla propria dimensione creativa o al volontariato. Il fatto che queste siano attività secondarie non significa che siano sacrificabili. Per alcuni sono di stimolo alla creatività, per altri un modo per scaricare tensioni e rabbia.
Il 78% dei dipendenti intervistati che lavorano 4 giorni a settimana sono più felici e meno stressati (4 Day Week)
Di fatto, si tratta di un significativo cambio di stile lavorativo in ufficio: riunioni più brevi, liste di attività più coincise, lunghi periodi di concentrazione senza interruzioni e distrazioni. Lavorare con un obiettivo – finire in quattro giorni – in molti degli intervistati ha rafforzato lo spirito di unione e di squadra, un atteggiamento positivo. Uno dei vantaggi meno esplorati è il suo
effetto sull'economia e sul clima: concedere a chi lavora un giorno libero in più non obbliga le persone a usare i mezzi di trasporto, pubblici o privati, e ridurre il consumo di energia e carburante.
Aprire una sperimentazione in Italia
La notizia relativa alla positiva sperimentazione della settimana corta in 61 aziende del Regno Unito, con interessanti risultati sia per le aziende che per i lavoratori, deve aprire anche in
Italia un confronto tra parti sociali nella stessa direzione. È tempo di regolare soprattutto il settore manifatturiero in modo più sostenibile, libero e produttivo.
Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl
Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl, dichiara: "È possibile ripensare gli orari aziendali e ridurli". È possibile farlo senza che questo intacchi in alcun modo la produttività e la competitività aziendale ma puntando a risultati migliori. La Fim Cisl, già lo scorso anno durante il congresso a Torino incentrato sulla definizione di
lavoro giusto, ha proposto di negoziare, soprattutto a livello aziendale, una formula composta di quattro parti di attività piena e 1/5 di riduzione d’orario. Se nel mondo del lavoro il concetto di tempo si fa sempre più liquido, con straordinari e orari d’ufficio sempre più lunghi, renderlo maggiormente sostenibile e flessibile verso i bisogni dei dipendenti significa rinnovarsi in un’epoca in cui sempre più persone manifestano forte stress e disturbi d’ansia. Il burnout non è più un problema personale ma una sindrome collettiva. La propria identità non è l'occupazione in sé ma una parte personale che aggiunge valore a ciò che facciamo. Riconoscere che il tempo ha ancora un valore vuol dire permettere alle persone di essere meno dipendenti dal loro impiego, essere meno il proprio lavoro.