Neet, in Italia sono 1,7 milioni. Quanto costano quei giovani dimenticati?

Secondo l’ultimo rapporto rilanciato da ActionAid e Cgil, i giovani nel nostro Paese pagano il prezzo di politiche inefficaci o sbagliate

di MARCO PILI
4 giugno 2024
Neet, in Italia sono 1,7 milioni (ANSA)

Neet, in Italia sono 1,7 milioni (ANSA)

“Occorre invertire subito la rotta politica”. È questo l’allarme lanciato da ActionAid e Cgil nell’ultimo rapporto sui Neet, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e da oltre 6 mesi non seguono un percorso formativo. Seconda in Europa per valore percentuale (16,1%), l’Italia si colloca unicamente dietro alla Romania (19,8%) per numero di giovani improduttivi, rischiando di dover restituire all'Europa circa 1 miliardo di euro inutilizzati nel contesto dell’iniziativa Garanzia Giovani.

Il rapporto di Cgil e ActionAid

Ragazze Neet, il triste record europeo delle italiane
Ragazze Neet, il triste record europeo delle italiane

Dei 2,7 miliardi dedicati dall’Unione Europea a favore del progetto per il periodo 2014-2020, l’Italia ne ha reinvestiti unicamente il 62%, coinvolgendo l’82% della popolazione giovanile residente in Italia che si trova in questa condizione, e introducendo nel mercato del lavoro solo il 26% della popolazione interessata. Un fenomeno che, secondo Katia Scavinni, vice segretaria generale di ActionAid, costa allo Stato italiano l’1,4% circa del Pil, per un totale di oltre 25 miliardi di euro l’anno.

Per la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione, inoltre, “i giovani nel nostro Paese pagano il prezzo di politiche inefficaci o sbagliate e di un Governo che li ha completamente dimenticati. È necessario invertire la rotta. Il lavoro deve essere stabile, dignitoso e ben retribuito”. E sottolinea che “i dati del report confermano che ad aggravarsi sono le condizioni delle giovani donne e di chi vive al Sud: devono essere loro la priorità del Paese e il primo punto dell'agenda politica”.

L’attuazione del progetto

Neet
Neet

Garanzia Giovani ha coinvolto prevalentemente i maschi compresi tra i 19 e i 24 anni di età (56,2% del totale), il 43,4% dei quali residenti nel Sud Italia e nelle isole. Un’attenzione rivolta in particolare alle zone che contribuiscono maggiormente, a livello nazionale, al totale dei Neet presenti nella penisola. Un programma che, su un totale di 1,7 di milioni di Neet, è riuscito ad integrarne all’interno del mondo del lavoro solo il 32%. Una percentuale composta in maggioranza da uomini provenienti dal nord ovest (58,8%) e in possesso di una laurea (61%).

Il totale dei Neet, pur in diminuzione del 2,9% se comparato al dato del 2023, ha visto un aumento percentuale delle ragazze (+1%), in particolare se di origine straniera (73%). Ad incidere sul valore contribuisce da sempre il lavoro di cura familiare, che ricade soprattutto sulle loro spalle. Le ragazze rappresentano infatti la quota maggiore di Neet (65%) degli inattivi, ma il 30% delle giovani dichiara di non essere alla ricerca di lavoro perché impegnata nella gestione dei carichi di cura familiari di minorenni o persone non autosufficienti.

A livello regionale, infine, la Sicilia ha il tasso di incidenza più alto (32,2%), seguita dalla Campania (31,2%) e dalla Calabria (30,3%). Un valore che, nuovamente, testimonia quanto la problematica sociale ed economica legata al divario tra nord e sud debba diventare una tematica cardine nel piano politico di governo.