Valerio Mammone: “Usare l’IA non è facile. La società va aiutata”

Tra apocalittici e integrati, il direttore di ScuolaZoo parla dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’istruzione per studenti e insegnanti. “Ci si divide tra chi la vede come un pericolo e chi la esalta come una soluzione a tutto”

di ELEONORA ROSI
15 ottobre 2024
Sabato prossimo Valerio Mammone sarà ospite al Festival di Luce!

Sabato prossimo Valerio Mammone sarà ospite al Festival di Luce!

Firenze, 15 ottobre 2024 –  L’intelligenza artificiale sta per cambiare il volto dell’istruzione, ma in che modo? Come per tutte le innovazioni tecnologiche l’IA può essere un’opportunità o una minaccia, a seconda di come verrà gestita. Ne abbiamo parlato con Valerio Mammone, direttore di ScuolaZoo, la community digitale seguita da oltre 6 milioni di giovani. Mammone sarà ospite sabato 19 ottobre alla quarta edizione del Festival di Luce!, dove il filo rosso della giornata sarà proprio l’intelligenza artificiale.

Giornalista con esperienze in testate come La7, Open.online e Radio Capital, Mammone è da sempre impegnato a dare voce agli studenti e a promuovere un uso consapevole dei media.

Mammone, quale impatto potrebbe avere l’intelligenza artificiale sull’istruzione?

“Ogni volta che emerge una nuova tecnologia, la società si divide tra chi la vede come un pericolo e chi la esalta come una soluzione a tutto. Personalmente, credo sia importante trovare una posizione equilibrata. L’intelligenza artificiale ha sicuramente delle potenzialità, ma il suo impiego nella scuola dipenderà da diversi fattori”.

A cosa si riferisce?

“Ci sono tre aspetti fondamentali da considerare. Il primo riguarda l’etica delle aziende che sviluppano questi strumenti. Abbiamo già visto con i social media cosa succede quando mancano regole chiare: le aziende lavorano per il profitto, e senza una guida etica solida, c’è il rischio che l’IA non venga utilizzata in modo positivo. Il secondo fattore è la risposta dei decisori politici. Spesso la politica arriva tardi nel regolamentare le tecnologie. Tuttavia, con l’intelligenza artificiale dobbiamo definire fin da subito regole chiare per garantire che questa tecnologia sia integrata in modo positivo nelle nostre vite, nel lavoro e nella scuola. Infine, c’è l’elemento centrale, l’istruzione. Serve formare gli studenti, ma anche aggiornare i docenti. È importante che questo processo non venga lasciato esclusivamente alla scuola: è necessaria una strategia di accompagnamento per l’intera società”.

Quali sono i rischi di questa trasformazione?

“Se questa transizione non viene gestita correttamente, i rischi sono reali. Potrebbe ad esempio aggravarsi il fenomeno dei NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non si formano), che già oggi si sentono smarriti e privi di orientamento. Senza una guida adeguata, l’introduzione dell’IA potrebbe accelerare la disoccupazione, soprattutto tra i giovani, rendendo difficile il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro. Non si tratta solo di una questione scolastica, ma riguarda tutta la società. Anche i genitori, gli insegnanti, i dirigenti scolastici e i manager dovranno confrontarsi con questa tecnologia. L’IA avrà impatti sia sul mondo educativo che su quello lavorativo, e la competitività futura dipenderà dalla capacità di tutti di utilizzare questi strumenti in modo efficace”.