Allontanarsi dalla costa in barca, fermarsi in mezzo al mare, aspettare giusto qualche istante… e poi eccoli là, quegli animali meravigliosi che spuntano dall’acqua e nuotano vicino alla carena. È uno spettacolo unico quello dell’avvistamento di delfini e balene, ma nessuno pensa mai all’impatto che queste attività turistiche hanno sulla salute fisica e mentale degli animali? Tutto nasce intorno al 2014 grazie a "Friend of the Sea", il progetto della "World Sustainability Organization", una Ong impegnata nella tutela di specie a rischio, che certifica inoltre prodotti da agricoltura e allevamento sostenibili in tutto il mondo. "Friend of the Sea" ha dato avvio a questo progetto in collaborazione con "Worldrise" (Cristina Fiori, responsabile scientifica, e Mariasole Bianco, biologa marina), una Onlus di giovani professionisti basata sulla conservazione e valorizzazione dell’ambiente che, già dal 2018, vede attivo il progetto dal nome “Il Golfo dei delfini”, mirato allo sviluppo di un turismo responsabile a Golfo Aranci.
Il modo più sostenibile per non impattare su cetacei sarebbe eliminare del tutto il business di avvistamento di delfini e balene: questa, però, è purtroppo un’alternativa utopistica. Il lato positivo è che queste escursioni possono rivelarsi dei veri e propri strumenti di divulgazione, grazie ai quali far parlare delle problematiche dei delfini, e quindi sensibilizzare riguardo al tema dei cetacei, volgendo quindi il tutto a favore della causa. Per questo motivo, "Friend of the Sea" ha deciso di creare una certificazione per gli operatori turistici con delle regole da rispettare per il benessere degli animali e del mare.
Ma quali sono i criteri da seguire per le attività di Dolphin e Whale Watching? Distanza massima di avvicinamento, eliminazione della plastica mono-uso a bordo, formazione per operatori ed equipaggio: sono solo alcune delle regole previste per lo svolgimento di un turismo ecosostenibile e rispettoso della natura. "Un altro requisito importante - spiega Mario Passoni, responsabile del progetto - è non disturbare gli animali durante determinate attività, come per esempio l’accoppiamento, la fase di caccia o di riposo. Proprio per questo, uno dei requisiti per la certificazione è la presenza di un biologo marino a bordo. Questo, però, non è sempre possibile. E, così, per i 10 operatori di Lampedusa, abbiamo creato un corso dedicato, in collaborazione con l’organizzazione MeRis (Jessica Alessi), attraverso il quale studiare e sensibilizzare riguardo questo tema. La risposta dei lampedusani è stata a dir poco positiva".
Al momento la certificazione è stata attribuita a 10 operatori a Lampedusa, 6 in Sardegna e uno nel sud della Nuova Zelanda, ma l’obiettivo è quello di ampliare sempre dei più, in Italia e nel mondo, questa rete di sensibilizzazione. Sul sito di "Friend fo the Sea" è possibile consultare un elenco delle aziende che soddisfano i criteri di certificazione di prodotti ittici sostenibili che includono prodotto e servizi di acquacoltura e pesca, imprese di osservazione di delfini e balene, produttori e fornitori di farina e olio di pesce. Per tutti coloro che, invece, vogliono allo stesso tempo osservare e rispettare questi splendidi animali, è possibile trovare tutti gli operatori Dolphin e Whale Watching certificati "Friend of the Sea" che aderiscono al progetto. Osservare delfini e balene è un’esperienza unica, ancora più speciale se svolta con rispetto.