Chiara Trevisan, chi è la Lettrice Vis a Vis che fa volare la fantasia con le “letture su misura”

Artista di strada e performer, porta avanti progetti di promozione alla lettura in modi variegati e sempre originali,

di GUIDO GUIDI GUERRERA
13 gennaio 2025
Vis a Vis con Chiara Trevisan (Foto LaPresse - Marco Alpozzi)

Vis a Vis con Chiara Trevisan (Foto LaPresse - Marco Alpozzi)

Si definisce artista di strada, autrice di progetti letterari su misura e human specific. È Chiara Trevisan, poliedrica performer ma soprattutto lettrice Vis à Vis, alla ricerca on the road della pagina giusta per la persona giusta. Ma ha anche ideato una varietà di progetti di promozione alla lettura inseriti in contesti teatrali e festivalieri, ma anche all’interno di importanti librerie.

Dal 2011 le sue conversazioni e micro-letture per un ospite alla volta sono tese alla ricerca di soluzioni originali attraverso lo stimolo alle persone interessate mendiante la creazione di format come “1 libro in 10 minuti” o spettacoli dal titolo “L’amore. Non si capisce” o “Casa è comunque altrove”. Ma anche appuntamento sui social, trekking letterari, cene e incontri video personalizzati. Spiritosa e comunicativa per natura, Trevisan sostiene di “aver perso ogni ritegno a diventare esperta in Bibliomantica, che sarebbe poi la singolare arte aruspicina di leggere messaggi tra le righe invece che all’interno delle viscere degli animali”.

Far volare la fantasia sembra la ‘mission’ di questa variegata quanto autentica artista che ha il suo ‘quartier generale’ in Piazza Castello a Torino ma che è conosciuta in molte parti del mondo per il suo gusto di viaggiare, di conoscere e farsi conoscere e di prodursi con i mille volti dell’attrice di teatro itinerante dei tempi perduti che non disdegnava neppure a mostrarsi nel ruolo di ammaestratrice di pulci. Chiara sembra lei stessa la materializzazione di un sogno, di un libro di fiabe pronto ad animarsi come per magia e allora ci racconta la storia, ci incanta con le iperboli, ci fa tornare bambini invitandoci a un girotondo meraviglioso e dimenticato.

Poi in un lampo di ritrovata memoria infantile c’è chi esclama come se avesse afferrato il senso di tutto: “Ma tu sei Mary Poppins!”. Se lo sente dire da una vita e forse ne è un po’ stufa. Eppure i suoi abiti, perfino qualche espressione tra il severo e il divertito creano quell’identificazione. Sì Chiara, siamo d’accordo: Mary Poppims esiste, e sei tu.

Chiara Trevisan, come e da cosa nasce la sua idea di lettrice itinerante?

“Sono una lavoratrice dello spettacolo professionista da quasi ventitré anni. Ho iniziato la mia attività professionale nel campo del Teatro di Figura, specializzandomi nel Teatro di Oggetti e creando spettacoli destinati prevalentemente a una persona alla volta, adoro scrivere e inventare storie originali e questo si unisce al mio essere lettrice fortissima e onnivora. Da qui è nato il progetto della Lettrice Vis à Vis: leggere su misura per portare questo lavoro in specie sulla strada libera, dove è possibile farmi trovare anche da chi non mi stia cercando. Si tratta di una arte di strada a tutti gli effetti, cioè di performance che necessita della collaborazione attiva del pubblico, per poter prender vita. Da sola non mi basto, ma in più trovo che questa mia professione sia molto utile per registrare la temperatura del mondo che mi circonda”.

La sua sembra una scelta incentrata sulla ricerca: qualcosa che ha a che fare con dimensioni ‘altre’?

“Da sempre ho una relazione dialettica con le pagine che leggo. Cerco punti di vista originali sulle questioni che mi attraversano. Rifuggo l’idea che la realtà sia bidimensionale o dicotomica, per una questione di sopravvivenza. Ho costruito il mio lavoro nell’ottica di ampliare questa pratica, e facilitarmi nell’impresa di trovare qualcosa di analogo anche nel rapporto con le persone. Inoltre, per natura sono una persona molto assertiva, e costruire una performance in cui mi sono auto-obbligata a mettermi in una posizione di ascolto e di sospensione del giudizio è stato vitale per ritrovare un certo equilibrio personale”.

Chi sono le persone che incontra? Avete mai stretto legami di amicizia?

“In strada, com’è ovvio, si incontra chiunque. Ogni interazione diventa significativa, a suo modo e si tratta sempre di un incontro fra individui: a volte ci si capisce, ci si piace, altre ci si saluta educatamente rispettando le distanze. In generale, si possono stringere legami amichevoli, certo. Sono ad esempio rimasta in contatto con diverse persone che ho ospitato nel mio salottino, dove abbiamo condiviso un momento di estrema intimità che certamente ha creato un minimo legame. Poi magari ci si ritrova, a distanza di tempo, e si riprendono le fila del discorso”.

Oggi i libri sono tantissimi e i lettori decisamente pochi. In che modo riesce a catturare l'attenzione delle persone?

“Il set curioso, la presenza di lavagne che suggeriscono indizi, la mia attitudine aperta e invitante, possono essere ingredienti ideali ad accorciare la distanza fra chi mi incontra e il carretto pieno di libri alle mie spalle. Il primo passo lo deve fare l’ospite, fosse anche solo per chiedermi cosa faccio. Dopodiché, se ho fatto bene il mio lavoro, l’ospite avrà modo di sperimentare un uso diverso del libro, meno solipsistico e, spesso, più costruttivo. In Italia effettivamente si pubblicano moltissimi più libri rispetto a quanti siano i lettori. Per questi ultimi, trovare il libro giusto al momento giusto può essere come cercare un ago nel pagliaio. Per loro, forse, il mio lavoro risulta attraente perché li agevola in questo compito. Per i non lettori, viceversa, risulto un’esperienza curiosa e imprevista, che contribuisce ad ammantare l’oggetto libro, alieno, di un fascino prima mai considerato”.

Un'attività on the road comporta anche una serie di rischi. Si è mai dovuta difendere?

“Lavorare come artista di strada, essendo donna e facendo spettacolo da sola, può certamente esporre a qualche rischio. Io, però, in più di vent’anni sono stata fortunata, e non mi è mai accaduto nulla di significativo. La cosa più comune dalla quale mi sia dovuta difendere è la maleducazione di chi mi considera un oggetto di servizio, un arredo urbano, un corpo disponibile, magari per foto o commenti senza reciprocità. Di chi si palesa esclusivamente per somministrami lezioni di vita non richieste (il mansplaining è all’ordine del giorno). Di chi ride quando mi vede in difficoltà, magari perché sorpresa da un temporale, o a causa di una gomma bucata. In generale davvero nulla di significativo, a parte gli sforzi che talvolta devo compiere per ricordare a giovani colleghi le regole da rispettare per non rendere ancora più faticoso il lavoro. In ogni caso sono episodi trascurabili che però mi sono sorprendentemente accaduti solo in Italia, e mai nemmeno una volta nei molti Paesi Europei in cui ho lavorato”.

Lei è molto attiva sui social e ha un grande seguito. Svilupperà nuovi progetti?

“Due anni dopo la sua creazione, dal 2013 la performance di strada della Lettrice Vis à Vis si è fatalmente trasformata permettendomi di immaginare molteplici altri sbocchi e progetti in cui la letteratura si rivela strumento di relazione. Adesso ho un quaderno intero di nuove idee, che aspettano solo l’occasione, i partner o le risorse per realizzarsi. I libri sono mattoncini perfetti e inesauribili per costruire nuove architetture”.

Qual è il sogno che desidera più realizzare?

“Smettere di sentirmi definire ‘Mary Poppins’, sarebbe già un buon inizio. Un sogno facile da realizzare, tutto sommato: basterebbe che cambiassi il mio costume di scena, che involontariamente la ricorda. Forse, chissà, lo farò!”.