Il mondo visto dagli occhi di una ragazza affetta da disturbi mentali sin dalla nascita. La voglia di affrontare tematiche particolarmente sensibili, come quelle legate ai rapporti familiari e alla dipendenza. L'importanza della natura come mezzo per rapportarsi con l'ambiente circostante. Questi e molti altri ancora sono gli ingredienti che compongono “Lavanda”, il primo lavoro della giovanissima Milena Soci pubblicato nell'aprile 2024.
L'intenzione principale dell’autrice, 23 anni, è quella di sensibilizzare il lettore su temi di grande delicatezza, purtroppo non sempre considerati nel giusto modo. Il tutto avviene attraverso lo sguardo e i pensieri della protagonista Océane, una ragazza di buona famiglia alla quale è stata diagnosticata sin dalla tenera età la depressione endogena.
Abbiamo avuto l'opportunità di fare qualche domanda all'autrice, con la quale Luce! ha parlato del libro e di alcuni aspetti fondamentali per la realizzazione dello stesso. Anche perché Soci è fresca vincitrice del riconoscimento della Critica del Premio letterario Internazionale 'Montefiore'.
Milena, la protagonista Océane convive sin da piccola con i disturbi mentali. Che ruolo ha la sua patologia all'interno della storia?
"Innanzitutto, parto col dire che i disturbi mentali non sono soltanto della protagonista ma di tutti i personaggi della storia. Sono il vero fulcro della narrazione. Ho voluto fare una sorta di fenomenologia delle sfumature di fragilità umane. La depressione di Océane non è causata da particolari situazioni traumatiche, ma è una depressione dovuta a particolari situazioni genetiche. Nel romanzo, tuttavia, si parla anche di disturbi alimentari, di tossicodipendenza, risposta quasi fisica e mentale a particolari fragilità. La patologia della protagonista, in particolare, sarà descritta nel libro in modo molto più minuzioso. Si tratteranno tanti lati della sua persona, tra cui il rapporto con la famiglia: la narrazione di esso è infatti, come dico sempre, filtrata dalla malattia. E' un personaggio non affidabile, che inizialmente vede intorno a sé persone che tentano solo di nasconderla dalla società a causa dei disturbi che vedremo poi ridimensionarsi nel corso della storia."
Una delle peggiori conseguenze della malattia di Océane è l'apatia, purtroppo sempre più comune tra i giovani in una società come quella di oggi. Quanto questo tipo di problema può incidere secondo te nella vita di un giovane e soprattutto quanto ha inciso in quella della protagonista?
"Da sottolineare, innanzitutto, il fatto che qui si parla di apatia certificata e non mi sento quindi di affibbiare questo termine anche alla gioventù di oggi, nonostante si possa essa stessa ritrovare in qualche sfumatura. Diciamo che per Océane l'apatia è sempre stata da una parte il grosso problema che le ha ostacolato l'esistenza, dall'altra invece quasi un rifugio nel quale coricarsi in caso di difficoltà. Spesso lei ha utilizzato questa 'scusa' dell'apatia per non affrontare varie situazioni della vita. Tutto ciò lo si nota ad esempio nella parte di romanzo ambientata durante la pandemia di Covid, che fa riaffiorare nella mente di Océane demoni interiori che aveva tenuto per molti anni in sordina. In quel lasso di tempo questi demoni hanno fatto vivere alla ragazza una vita senza eccessi, senza quindi vivere veramente felice ma senza nemmeno ricadere nel baratro della depressione che l'aveva attanagliata per molti anni. D'altra parte, tuttavia, l'apatia la porterà successivamente a sperimentare nel lavoro, nella vita, nella socialità e anche nella sessualità, sempre con la speranza di farle provare qualcosa in più e farle risvegliare una propria personalità nascosta."
A questo punto ti va di dirci esattamente che cosa vuoi raccontare con quest'opera?
"Quello che mi preme di più è che arrivi al lettore questa sensazione di impotenza che si può provare sia da chi è afflitto da diverse dinamiche di fragilità mentale, sia da parte della famiglia e di chi sta intorno a persone con problematiche di questo tipo. Ciò che spero maggiormente di essere riuscita a fare con il mio romanzo è di facilitare al lettore l'identificazione con i vari personaggi. Spero quindi che chi legge possa empatizzare con alcune delle mie righe e che riesca a cogliere a 360 gradi l'umanità dei personaggi attraverso anche gli aspetti negativi."