Fatima, da volontaria a Cavaliere della Repubblica ma non è ancora italiana

La studentessa nata in Marocco vive a Torino da quando aveva 2 anni. "Finché non dimostrerò una stabilità economica non otterrò la cittadinanza"

di ILARIA VALLERINI -
1 marzo 2023
Fatima Zahra El Maliani, Cavaliere della Repubblica senza cittadinanza

Fatima Zahra El Maliani, Cavaliere della Repubblica senza cittadinanza

L’eccezionalità del caso di Fatima Zahra El Maliani accende i riflettori sul tema della cittadinanza. La 22enne, di origini marocchine, torinese doc, e studentessa eccellente del corso magistrale in International Security Studies della Scuola Superiore Sant’Anna (in partnership con l'Università di Trento), è stata nominata Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella. Tuttavia non gode ancora della cittadinanza italiana. "Sono stata insignita per la mia attività di volontariato nel doposcuola dell'Unicef "Casa Arcobaleno" nel quartiere multietnico di Porta Palazzo a Torino, ma nonostante ciò - racconta la studentessa - finché non avrò i requisiti economici non potrò essere considerata a tutti gli effetti italiana".

Dal Marocco all'Italia: la storia di Fatima

La sua storia inizia in Marocco, la mamma di Fatima abbandona il paese in cerca di un futuro migliore per le sue figlie, troverà a Torino lavoro come colf. A quel punto Fatima (a quell’epoca aveva solo 2 anni), insieme alla sorella maggiore e alla nonna intraprendono il viaggio verso l'Italia per raggiungere la mamma in Piemonte. «Mia nonna mi racconta spesso un episodio che si ricorda ancora: i controlli di frontiera, i cani che abbaiavano e noi che cercavamo di trattenere le lacrime per paura di essere scoperte, strette nel retro del furgone". A Torino, Fatima e sua sorella troveranno nel doposcuola Sermig "non solo un luogo con volontari impegnati nell’aiuto compiti, ma uno spazio di gioco, comprensione, amicizia e uguaglianza. Sarò sempre riconoscente a tutti i volontari che ci hanno aiutato e a mia madre che ha compreso, nonostante il suo background, l’importanza di studiare. Si è sempre sacrificata in modo che noi potessimo avere un futuro migliore". Con il passare degli anni "ho deciso di restituire ad altri bambini tutto l’amore che ho ricevuto da piccola diventando volontaria di un doposcuola. La motivazione tra i volontari è forte. Siamo partiti nel 2019 con solo 7 iscritti, oggi sono aumentati a dismisura: sono circa 30 bambini".

Fatima con i bambini del doposcuola di Porta Palazzo a Torino

Da volontaria a Cavaliere: "Un'attività al servizio del territorio, ma per essere italiana devo dimostrare di avere un'entrata fissa"

Un’emergenza sociale che sul territorio ha trovato risposta nella società civile che opera da cerniera laddove le istituzioni fanno fatica ad arrivare. "Abbiamo mantenuto il servizio attivo anche nei momenti più critici della pandemia, online o in presenza (con tutte le misure del caso), supportando così le famiglie più fragili". Nel frattempo, Fatima ha proseguito gli studi, nonostante le difficoltà legate alla cittadinanza che ancora non c’è. "Mi sento italiana, ma finché non dimostrerò una stabilità economica non potrò ottenerla". L’eccezionalità del suo caso è un paradosso che ha riacceso per forza di cose l'annoso dibattito sui diritti.