Mamme e papà influencer devono pagare i figli che condividono sui social: la legge in Illinois

È il primo stato americano a introdurre una misura che regoli il business dello “sharenting” e riguarda i minori di 16 anni. questi potranno anche chiedere la cancellazione dei post dove appaiono

8 luglio 2024
Il selfie di una mamma con la figlia

Il selfie di una mamma con la figlia

Potrebbe essere visto come un tipo diverso di paghetta. O di investimento per iniziare a creare un piccolo tesoretto utile al futuro influencer o content creator, ad oggi quasi inconsapevole di esserlo ma che tra non troppi anni capirà benissimo perché i genitori o chi per loro gli hanno chiesto di fare certe cose, di indossare certi vestiti o di prestarsi a situazioni ora incomprensibili.

In Illinois dal 1° luglio è entrato in vigore un nuovo emendamento alla legge sul lavoro minorile, in cui si stabilisce che i bambini mostrati sul profilo social di un genitore o di un tutore siano pagati per le loro apparizioni. In particolare i minori di 16 anni dovranno ricevere il 15% dei guadagni lordi di un influencer se appaiono in almeno il 30% dei contenuti contabilizzati online. I genitori o i tutori devono essere responsabili del versamento dei guadagni in un conto fiduciario. Inoltre la legge prevede anche che i bambini e ragazzi possano chiedere la cancellazione dei contenuti che li ritraggono e, se la mamma, il papà o l’adulto che è responsabile si rifiutasse di farlo o non lo cancellasse, possono fare loro causa per danni.

L’Illinois è il primo stato a promulgare una norma di questo tipo, sul fenomeno dello “sharenting”, di cui altri governi stanno valutando diverse versioni, tra cui Washington, Maryland e California, dato che il mondo degli influencer – una vera e propria industria frutta soldi se sfruttata bene – tra i genitori continua a crescere. Non ci sono tipi di contenuti di “sharenting” più redditizi di altri, perché negli ultimi dieci anni è stato condiviso – con ritorni economici anche importanti – di tutto, dai “vlog di famiglia” che documentano la vita quotidiana alle campagne che pubblicizzano specifici marchi di abbigliamento, giochi o alimenti da bambini. 

Basti pensare che chi lavora con i contenuti social e ha più di un milione di follower può arrivare a guadagnare anche 20mila dollari grazie ai contenuti sponsorizzati, ma anche coloro che hanno un numero più basso di seguaci possono ricavare qualche migliaio di dollari con un singolo post. “I social media sono diventati il mezzo migliore per far conoscere il proprio ‘marchio’ a un vasto pubblico”, ha dichiarato alla trasmissione Good Morning America Johanna Grange, mamma e cofondatrice dell'agenzia di marketing sulle piattaforme Oak Street Social.

Il problema è che non esiste una regolamentazione delle piattaforme in materia di immagini di minori e con l’aumento delle mamme vlogger e dello “sharenting” le persone stanno sollevando preoccupazioni sul benessere dei più piccoli, che vengono mostrati e ‘condivisi’ sui profili  alla mercé di una platea potenzialmente sconfinata da chi dovrebbe tutelarli dai sempre più crescenti rischi della Rete.