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Home » Lifestyle » Genitorialità in azienda, corsi gratuiti per l’equilibrio mentale di mamme e papà

Genitorialità in azienda, corsi gratuiti per l’equilibrio mentale di mamme e papà

La psicologa e ideatrice della start up Me First, Cristina Di Loreto: "Nel 2021 sono state 96mila le madri che si sono licenziate in Italia: quante di loro sono diventate talenti persi?"

Barbara Berti
11 Marzo 2023
Cristina Di Loreto, psicologa e ideatrice della start up fiorentina Me First (Instagram)

Cristina Di Loreto, psicologa e ideatrice della start up fiorentina Me First (Instagram)

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Corsi gratuiti a sostegno della genitorialità in azienda. E il progetto portato avanti in partnership dalla start up fiorentina Me First per la multinazionale di consulenza BIP con sede a Milano. Perché un’azienda dovrebbe investire sull’equilibrio mentale dei genitori che ci lavorano? A spiegarlo ci pensa Cristina Di Loreto, psicologa e ideatrice della start up fiorentina Me First che sostiene aziende nella valorizzare della genitorialità dei professionisti, organizzando eventi di formazione sull’empowerment genitoriale a cadenza mensile. La collaborazione tra le due realtà è iniziata l’anno scorso e proseguirà anche nel 2023.

“I dati che riguardano la conciliazione vita-lavoro e lo sviluppo professionale delle madri in Italia sono davvero sconfortanti. Così come lo sono quelli riferiti ai padri che usufruiscono dei giorni di congedo parentale, ancora troppo scarsi rispetto alla media europea” è la premessa Di Loreto. Secondo i dati in possesso di My First, nel 2021 sono state 96mila le madri che si sono licenziate in Italia. “Occorrerebbe chiedersi quante di loro sono diventate talenti persi dalle aziende” dice la picologa spiegando che “nei percorsi che abbiamo attivato nell’ultimo anno abbiamo riportato madri a fare sport, ottenere promozioni, affrontare una seconda maternità che veniva procrastinata, normalizzare difficoltà, vivere più serene la propria genitorialità e i propri ruoli professionali”. Tra i temi più apprezzati nel percorso portato avanti per BIP, la psicologa ricorda la gestione del tempo, la relazione e comunicazione di coppia dopo l’arrivo dei figli, il senso di colpa materno.

Da sinistra: Cristina Di Loreto e Francesca Nava
Da sinistra: Cristina Di Loreto e Francesca Nava

Su questi temi, quindi, c’è bisogno di insistere, di approfondire, di dare risposte e creare confronto. In tal senso si inserisce la seconda edizione del “Mom Empowerment Day”. Si tratta di un’iniziativa di sensibilizzazione promossa e organizzata da Me First per il pomeriggio del 16 maggio nella sede di Bip ma con possibilità di seguirla online. L’evento, organizzato con l’obiettivo di sensibilizzare sui temi del supporto alla genitorialità in azienda, vedrà la partecipazione di aziende e speaker importanti che racconteranno best practice ed esperienze dirette dei genitori. (Per informazioni sulla partecipazione si può scrivere a staff@cristinadiloreto.it o ci si può iscrivere a questo link: https://mefirstacademy.com/momempowermentday).

“Il lavoro svolto – dice Di Loreto – ha portato alla creazione di un percorso che oggi chiamiamo ‘modello BIP’: un percorso di crescita, gratuito per i partecipanti, dedicato a mamme e papà in azienda, specifico sui bisogni di entrambi i genitori. E BIP ha aperto gli incontri ai relativi partner anche se non dipendenti aziendali”. Gli incontri, dedicati ai genitori di BIP, intendono sostenere le persone aiutandole a vivere meglio la propria vita e a sviluppare le proprie potenzialità attraverso strumenti concreti ed efficaci: mentoring, empowerment, equilibrio personale e di coppia, qualità della relazione, flessibilità, sono alcuni degli ambiti che accompagnano i partecipanti.

 

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La multinazionale di consulenza ha attivato, inoltre, nel corso del 2022 una serie di opportunità e agevolazioni, tra cui l’integrazione del 70% rispetto alla retribuzione prevista dalla legge per la maternità facoltativa, fino a tre mesi, o la possibilità di scegliere l’erogazione di un bonus una tantum equivalente. Inoltre ha attivato cinque giorni in più di permesso retribuito ai neo papà, aggiunti ai dieci giorni obbligatori per legge; l’“upgrade auto” ossia la possibilità di chiedere auto comoda per famiglie; il “Jointly” cioè l’accesso a un portale di servizi convenzionati per i genitori; l’“Assomamme” che consiste nell’inserimento in un portale di servizi per la cura madre-figlio. Infine, il progetto “Legame” per mantenere sempre vivo il contatto tra la madre e l’azienda durante la maternità. “BIP si impegna da tempo per sostenere le proprie persone nell’importante percorso della genitorialità – afferma Francesca Nava, HR Senior Specialist People Caring & Culture di BIP -. In Italia abbiamo un alto tasso di disoccupazione femminile causato principalmente dalla difficoltà di conciliare vita privata e impegni professionali. Le organizzazioni sono sempre più chiamate a prevedere misure a favore della famiglia, mediante benefit, agevolazioni e servizi per migliorare il benessere psico-fisico dei professionisti e valorizzare il percorso delle neo-mamme e dei neo-papà”.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

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Corsi gratuiti a sostegno della genitorialità in azienda. E il progetto portato avanti in partnership dalla start up fiorentina Me First per la multinazionale di consulenza BIP con sede a Milano. Perché un’azienda dovrebbe investire sull’equilibrio mentale dei genitori che ci lavorano? A spiegarlo ci pensa Cristina Di Loreto, psicologa e ideatrice della start up fiorentina Me First che sostiene aziende nella valorizzare della genitorialità dei professionisti, organizzando eventi di formazione sull’empowerment genitoriale a cadenza mensile. La collaborazione tra le due realtà è iniziata l’anno scorso e proseguirà anche nel 2023. “I dati che riguardano la conciliazione vita-lavoro e lo sviluppo professionale delle madri in Italia sono davvero sconfortanti. Così come lo sono quelli riferiti ai padri che usufruiscono dei giorni di congedo parentale, ancora troppo scarsi rispetto alla media europea” è la premessa Di Loreto. Secondo i dati in possesso di My First, nel 2021 sono state 96mila le madri che si sono licenziate in Italia. “Occorrerebbe chiedersi quante di loro sono diventate talenti persi dalle aziende” dice la picologa spiegando che “nei percorsi che abbiamo attivato nell’ultimo anno abbiamo riportato madri a fare sport, ottenere promozioni, affrontare una seconda maternità che veniva procrastinata, normalizzare difficoltà, vivere più serene la propria genitorialità e i propri ruoli professionali”. Tra i temi più apprezzati nel percorso portato avanti per BIP, la psicologa ricorda la gestione del tempo, la relazione e comunicazione di coppia dopo l’arrivo dei figli, il senso di colpa materno.
Da sinistra: Cristina Di Loreto e Francesca Nava
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Su questi temi, quindi, c’è bisogno di insistere, di approfondire, di dare risposte e creare confronto. In tal senso si inserisce la seconda edizione del “Mom Empowerment Day”. Si tratta di un’iniziativa di sensibilizzazione promossa e organizzata da Me First per il pomeriggio del 16 maggio nella sede di Bip ma con possibilità di seguirla online. L’evento, organizzato con l’obiettivo di sensibilizzare sui temi del supporto alla genitorialità in azienda, vedrà la partecipazione di aziende e speaker importanti che racconteranno best practice ed esperienze dirette dei genitori. (Per informazioni sulla partecipazione si può scrivere a staff@cristinadiloreto.it o ci si può iscrivere a questo link: https://mefirstacademy.com/momempowermentday). “Il lavoro svolto – dice Di Loreto - ha portato alla creazione di un percorso che oggi chiamiamo ‘modello BIP’: un percorso di crescita, gratuito per i partecipanti, dedicato a mamme e papà in azienda, specifico sui bisogni di entrambi i genitori. E BIP ha aperto gli incontri ai relativi partner anche se non dipendenti aziendali”. Gli incontri, dedicati ai genitori di BIP, intendono sostenere le persone aiutandole a vivere meglio la propria vita e a sviluppare le proprie potenzialità attraverso strumenti concreti ed efficaci: mentoring, empowerment, equilibrio personale e di coppia, qualità della relazione, flessibilità, sono alcuni degli ambiti che accompagnano i partecipanti.
 
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La multinazionale di consulenza ha attivato, inoltre, nel corso del 2022 una serie di opportunità e agevolazioni, tra cui l’integrazione del 70% rispetto alla retribuzione prevista dalla legge per la maternità facoltativa, fino a tre mesi, o la possibilità di scegliere l’erogazione di un bonus una tantum equivalente. Inoltre ha attivato cinque giorni in più di permesso retribuito ai neo papà, aggiunti ai dieci giorni obbligatori per legge; l’“upgrade auto” ossia la possibilità di chiedere auto comoda per famiglie; il “Jointly” cioè l’accesso a un portale di servizi convenzionati per i genitori; l’“Assomamme” che consiste nell’inserimento in un portale di servizi per la cura madre-figlio. Infine, il progetto “Legame” per mantenere sempre vivo il contatto tra la madre e l’azienda durante la maternità. “BIP si impegna da tempo per sostenere le proprie persone nell’importante percorso della genitorialità - afferma Francesca Nava, HR Senior Specialist People Caring & Culture di BIP -. In Italia abbiamo un alto tasso di disoccupazione femminile causato principalmente dalla difficoltà di conciliare vita privata e impegni professionali. Le organizzazioni sono sempre più chiamate a prevedere misure a favore della famiglia, mediante benefit, agevolazioni e servizi per migliorare il benessere psico-fisico dei professionisti e valorizzare il percorso delle neo-mamme e dei neo-papà”.
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