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Congedi parentali, scattano le nuove regole: cosa cambia per i neogenitori

Il 13 agosto entrano in vigore le direttive del decreto 105/2022: per mamme e papà periodi più lunghi e indennizzi più alti

di NICOLÒ GUELFI -
13 agosto 2022
padre_neonato_123rf

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Buone notizie per i neogenitori. Se quello della maternità è da sempre un "problema da donne", perché pone in conflitto la scelta di avere una famiglia con quella di una carriera professionale, le nuove direttive riguardano anche i papà. Scattano da oggi, 13 agosto, le nuove regole sui congedi parentali previste dal decreto 105/2022. La novità più importante è l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni al 100% della retribuzione (in precedenza erano solo 5), che sostituisce il congedo obbligatorio del padre e il congedo facoltativo del padre, introdotti in via sperimentale dalla legge n.92/2012.

Estendere il congedo di paternità

Congedi parentali

Congedi parentali, esteso quello obbligatorio per i papà a 10 giorni con il 100% della retribuzione

Il progetto di aumentare la soglia a 10 giorni ha una lunga storia. Lo aveva introdotto Elena Bonetti (Italia Viva), come ministra della Famiglia e delle Pari opportunità nel governo Conte bis e oggi in quello (dimissionario) di Mario Draghi. Tale congedo sarà accessibile dal padre lavoratore dipendente tra i due mesi precedenti e i cinque successivi alla nascita, anche in caso di morte perinatale del bambino. I giorni di congedo possono essere sovrapposti anche a quelli della madre lavoratrice (pari a 5 mesi) e, in caso di parto gemellare, la durata del congedo è aumentata a 20 giorni lavorativi. Oltre a questi 10 giorni obbligatori e completamente pagati, entrambi i genitori con figli di età inferiore ai 12 anni avranno diritto a un ulteriore congedo facoltativo della durata di tre mesi con un’indennità del 30% dello stipendio. Tale congedo non è trasferibile da un genitore all’altro. I genitori hanno anche diritto, in alternativa tra loro, ad un ulteriore periodo di congedo della durata complessiva di tre mesi, per i quali spetta sempre un’indennità del 30% della retribuzione. In aggiunta a questi, sarà possibile richiedere ulteriori periodi di congedo con indennizzo al 30% per i lavoratori dipendenti il cui stipendio non superi di 2,5 punti l'importo del trattamento minimo di pensione a carico dell'assicurazione generale obbligatoria (1310€). Nel complesso, il periodo indennizzabile per ogni figlio passa dai 6 mesi precedenti a 9 totali.

Quando e a chi presentare le domande

congedo maternità

Congedi parentali, l'Italia verso una maggior parificazione di ruoli e diritti tra i genitori, ma la strada è ancora lunga

I limiti massimi restano invariati per entrambi i genitori: 6 mesi per la madre e 6 per il padre (elevabili a 7 mesi nel caso in cui si astenga per un periodo intero o frazionato non inferiore a 3 mesi) per ogni figlio. Entrambi i genitori sommati possono fruire nel complesso al massimo di 10 mesi di congedo parentale (che possono diventare 11 per la ragione di cui sopra) per ogni figlio entro i 12 anni. Al genitore solo, sono riconosciuti 11 mesi continuativi o frazionati, di congedo parentale, di cui 9 mesi (e non più 6 mesi) indennizzabili al 30% della retribuzione. Le domande possono essere presentate da sabato 13 agosto. Una nota dell’Inps segnala che le due modalità di richiesta (in attesa degli aggiornamenti) sono presentare domanda all’Inps sui consueti canali oppure presentare richiesta al proprio datore di lavoro regolarizzando successivamente la fruizione del congedo, con domanda telematica all’Inps, appena la piattaforma sarà aggiornata. Queste innovazioni sono certamente positive e vanno verso una maggiore parificazione di ruoli, diritti e doveri di uomini e donne rispetto alla genitorialità. Tuttavia, l’Italia è ancora lontana dai Paesi europei più virtuosi. In questo momento in Spagna il totale di giorni di congedo a cui possono accedere i genitori è fissato a 112 giorni per entrambi. In Svezia invece si arriva a 480 giorni da dividere tra i due genitori, mentre in Germania il numero totale di giorni da dividere è stato fissato a 1.095. Per quando riguarda i congedi per i neo padri, con la quota di 10 giorni l’Italia si adegua agli standard di Irlanda e Regno Unito.