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Il ricordo di una donna forte: gli "Altri attimi" con la madre

L'autore, Giovanni Bogani, racconta nel suo libro la figura materna, ripercorrendo come in una ninna nanna i momenti trascorsi insieme e i luoghi trascorsi

di CAMILLA PRATO -
1 giugno 2023
altri attimi

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È tutto dedicato alla madre: alle parole che non è riuscito a dirle, mentre era ancora in vita. E a quelle che invece si sono detti, in una vita rancori, incomprensioni, distanze invalicabili e improvvise, inattese complicità. È il nuovo libro di Giovanni Bogani "Altri attimi", che verrà presentato oggi, giovedì 1 giugno, alle 19.00 al circolo Aurora di piazza Tasso, a Firenze, dalla scrittrice Elisa Giobbi insieme all’autore.

Un libro che scava nel ricordo

"Altri attimi" porta in copertina la foto dell’autore bambino, anni ’60 di prati, palazzi in costruzione e cappottini "a crescenza", buoni anche per l’anno dopo. È disponibile su Amazon, con arrivo garantito in 24 ore, e su Ibs, ma non in libreria. È un libro di carta, ma si compra sul web.
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L'autore, Giovanni Bogani, bambino negli anni Sessanta

Niente paura, è l’unica cosa “moderna” di un libro che invece scava nel ricordo, riscopre parole e gesti degli anni Sessanta, quando l’autore era bambino e ogni cosa una meraviglia. Come i “grilli”, misteriose macchine di acciaio e pedali con cui lanciarsi in corse sfrenate. Come gli autobus a due piani, meravigliosi e inquietanti. O il Settebello: il treno rapidissimo, elegante che univa Milano e Roma, con i quadri alle pareti degli scompartimenti di prima classe. La stazione ferroviaria di Firenze, nel cui centro della sala della biglietteria troneggiava un immenso modellino di nave da crociera, inspiegabile angolo di mare in quel mondo di binari, elettricità e pantografi. O il ricordo di una enorme carcassa di balena, esibita per lo stupore dei bambini, in un tour che fece il giro d’Italia.
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Nel libro "Altri attimi" si ripercorre anche la storia degli ambienti vissuti dallo scrittore, tra cui il cavalcavia di piazza della Libertà a Firenze

Un ritratto di donna indipendente

Ma quello che emerge, una pagina dopo l’altra, è ritratto di una donna indipendente, forte. Negli anni ’40, anni di guerra, neppure ventenne inizia a lavorare: c’è bisogno di donne, gli uomini sono al fronte. E lei di questo lavoro, di questa indipendenza economica farà la sua forza. Ma senza darlo a vedere, senza volersi prendere la scena sul palcoscenico familiare. Ha coltivato, sempre, l’arte preziosa della modestia. Eppure suonava il pianoforte, sapeva stenografare fluentemente, e una mamma poetessa le aveva trasmesso l’amore per la parola ben scelta, magari esotica: niente le piaceva di più di un francesismo, le bougainvillea, la blouse, il gioiello che fa pendant, il tailleur, i vol-au-vent, le portavano il profumo di un mondo che sognava, e sentiva più poetico.
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La madre dell'autore in uno scatto degli anni Quaranta

Una donna che, come tante della sua generazione, non si è mai sentita speciale. E invece lo era. Era capace di dire, d’un tratto, al figlio bambino, mentre passavano su un cavalcavia: "Vedi quegli uomini laggiù, come sembrano piccoli? Siamo tutti come formiche, nell’universo. E come formiche andiamo via”. Ma diceva cose come questa a voce bassa, come fosse ovvio.

Affrontare il male, l'ansia e gli "infiniti domani"

Nel libro – 150 pagine – conosciamo anche la battaglia lunga e difficile della madre al fianco del marito, sfibrato da una malattia neurologica durata più di trent’anni. Affrontare il male, come un dolore inevitabile, cercare di non fare caso a quell’ombra che si stende su tutta la vita della famiglia. E che spegne i sorrisi, un giorno dopo l’altro. Ma ci sono anche pagine lievi, inaspettate. Tutto quello che l’autore ha taciuto alla madre, ansiosa, per non farla preoccupare. Quando se n’è andato per lavoro nell’ultima isola delle Canarie prima dell’Atlantico, e sua madre lo chiamava "vieni a cena fra mezz’ora?". "Oggi magari no, ma domani vediamo…". Fino a che uno di quegli infiniti 'domani' è rientrato, ed è potuto andare a cena da lei.
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Bogani ha scritto in precedenza anche il libro "Ancora un attimo, per favore"

Scavare nel ricordo è un lavoro lungo, minuzioso, richiede pazienza e coraggio. A volte, porta alla luce un mondo. Dentro il ritratto che Bogani fa della propria infanzia e di sua mamma ci sono, invisibili ma presenti, i volti di migliaia di madri degli anni ’60, con i capelli cotonati, l’ansia, la permanente fatta in casa, gli scampoli di felicità cercati in una vita per niente “speciale”, ma che era piena di sentimenti, speranze, fatiche. Che è stata la loro vita, ma anche la nostra. "Andremo piano, una passeggiata al giorno, di ricordo in ricordo", scrive Bogani, come parlando al genitore. “E quando non ci sarà più niente da ricordare, mi canterò una piccola ninna nanna che sentirò solo io, e forse sentirai anche tu”. Questo libro è la ninna nanna che Bogani ha cantato per sé, per sua madre, e un po’ per noi.